All’asta organizzata da RM Sotheby’s si sono viste follie nel momento in cui c’è stato da decidere la sorte del lotto 130, nello specifico una Ferrari FXX-K del 2015.
Non sorprendetevi. Può un prototipo prodotto in soli 40 esemplari valere circa 2 milioni di euro in meno di una F1 campionessa del mondo guidata niente meno che da Michael Schumacher? Evidentemente sì.
Se la F2002 con la quale re Schumi vinse il suo quinto mondiale è “andata via” per la bella cifra di circa 5,9 milioni di euro sabato scorso ad Abu Dhabi, la FXX-K mossa dal V12 da 1.050 CV (con supporto del KERS) è stata battuta all’asta per 4.281.500 dollari, circa 3,86 milioni di euro.
Un’asta sicuramente proficua quella che Sotheby’s ha organizzato nella serata di sabato scorso, a poche ore dall’ultimo GP della stagione iridata che ha consegnato il titolo nelle mani di Lewis Hamilton. 40 auto hanno “invaso” il rettilineo di partenza ed è stato come assistere alla mattinata di natale in anticipo.
Non potevano spiccare le “rosse” nel gruppone, nella fattispecie non solo la F2002 e la Ferrari FXX-K ma anche, e scusate se è poco, una F40 del 1990 (ancora in vendita), una Ferrari 126 C2 del 1982 (l’unica rimasta al mondo: Mario Andretti conquistò la pole del GP d’Italia proprio con questo esemplare) e una Ferrari F12 tdf del 2017.
Nata come vettura laboratorio alla fine del 2014 (venne presentata alle Finali Mondiali Ferrari di Abu Dhabi), il primo anno dell’era turbo-ibrida in F1: la sigla K richiama la tecnologia “Kers” di recupero dell’energia cinetica. Libera da norme omologative e regolamentari, non è infatti previsto neppure l’uso nelle competizioni, la FXX K è stata sviluppata senza alcun compromesso ed è equipaggiata con innovazioni tecnologiche che garantiscono una esperienza di guida senza precedenti per un ristrettissimo numero di clienti.
Dei suoi 1.050 CV, 860 vengono erogati dal motore termico V12 mentre i 190 CV restanti derivano dal motore elettrico (HY-KERS): ne risultano 900 Nm di coppia e una discreta abilità per portare al limite la bestiola.
Uno sguardo al design? Aerodinamica al top con due elementi con lo splitter maggiorato e ribassato, doppia coppia di turning vane laterali e pinne verticali con la precisa funzione di indirizzare l’aria verso la parte della fiancata, richiamando la scia dall’anteriore all’esterno del fondo, sigillato grazie alle minigonne che si estendono dal brancardo, a tutto vantaggio di una considerevole riduzione di resistenza associata a un aumento di carico conseguente al più efficace sfruttamento del fondo aerodinamico.
Molto sofisticato anche il posteriore, con la coda della carrozzeria alzata ed l’allungamento della corsa dello spoiler mobile posteriore per un incremento complessivo di 60 mm in massima estensione. Due candelabri, composti da una pinna verticale e da un profilo orizzontale, agiscono in configurazione di bassa resistenza come derive e in configurazione da alto carico amplificando le performance dello spoiler. Il diffusore posteriore, generosamente ampio, ottimizza l’estrazione di aria dal fondo vettura.
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