Categorie: Motorsport

F1, GP d’Austria: “questione di compagni di squadra”

Tempo di lettura: 2 minuti

Appena concluso il Gran Premio d’Austria, ho avuto subito un pensiero per i vertici della Mercedes.

Perché questa lotta tra compagni di squadra, a mio avviso, non fa altro che screditare l’immagine della Casa di Stoccarda agli occhi di tutti.

Mi spiego meglio: è inaccettabile che due piloti dello stesso team siano protagonisti di reciproche scaramucce (alcune evidenti, altre meno) perché queste, inevitabilmente, vanno solo a vantaggio dei competitor, come ad esempio l’incidente in Spagna al via.

Un dato significativo è che fino al Gran Premio d’Austria nel 2015 la Mercedes aveva messo a segno ben 5 doppiette su 8 gare, mentre nel 2016 solo 2 doppiette su 9 gare.

Riconoscendo che il vantaggio tecnico della Mercedes non è di molto cambiato rispetto all’anno scorso, ecco che questo dato si ripercuote sulla classifica costruttori. Ovviamente sarà molto dura che qualche altro team riesca a superarli, ma questa situazione è ormai divenuta insostenibile.

L’unico appunto che feci a Lewis Hamilton nel 2015 fu quello di non aver “finito” Nico Rosberg. Lo aveva distrutto praticamente per tutto l’anno, ma aver approcciato con più relax le ultime 3 gare, ha lasciato la convinzione a Nico che batterlo fosse ancora possibile e questo, è stato secondo me, un grave errore; tanto è vero che Nico ha iniziato questa stagione col botto vincendo 5 gare su 9.

Con questo, voglio dire che Lewis avrebbe dovuto dimostrare a tutti i vertici Mercedes che la prima guida è lui. Invece l’abilità di Rosberg di sfruttare ogni piccola disattenzione di Lewis per tentare di soffiargli il titolo lo ha rafforzato, lo ha fatto diventare un pilota capace di batterlo.

Ecco perché ora la Mercedes è in difficoltà e non sa come risolvere la situazione. La realtà è che una soluzione che andrà bene a tutti non esiste, e gli ordini di Scuderia sarebbero solo una soluzione tampone.

L’unica è scegliere su chi puntare, e nel più breve tempo possibile scaricare l’altro pilota anche perché i giovani forti da poter lanciare la Mercedes li ha, si pensi a Wehrlein che ieri con la Manor, ha addirittura centrato la zona punti.

La Ferrari sulla questione pilota ha sempre avuto le idee chiare. Ad una prima guida si affianca un pilota veloce e capace ma che all’occorrenza deve lavorare per il team. A questo proposito ancora non capisco il perché dei dubbi se rinnovare o meno il contratto a Kimi Raikkonen, visto che ha addirittura gli stessi punti di Vettel. I due vanno d’accordo, e sanno lavorare assieme, e a meno che Kimi abbia esaurito la voglia, non vedo nessuno meglio del finlandese nel ruolo di secondo di Sebastian.

In conclusione, la storia della Formula 1 insegna, che mettere due galli nello stesso pollaio, entrambi con ambizioni di titolo, è sì affascinante per tutti, ma il team è avvisato che questa scelta è sempre foriera di venti di tempesta.

Davide Laratro

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Davide Laratro
Tag: Formula1

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