Come si diventa piloti di rally? Dietro questa domanda non esiste la formula magica, bensì un lungo percorso fatto di sacrifici, grandi esborsi economici e tanta forza di volontà, anche quando le cose sembrano voltare al peggio. E poi c’è Rally Italia Talent, l’ormai popolare talent scout che, dal 2014, cerca talenti da ogni parte d’Italia per portare due equipaggi a sedersi su una vettura da rally ufficiale.
Da 2 anni, poi, e lo sarà ancora in futuro, c’è Suzuki dietro questa gran bella iniziativa e noi abbiamo potuto vivere, anche se solo per una giornata, molto intensa, la fase di selezioni (simulate) per vivere qualche ora a bordo delle divertenti Swift Sport sotto i preziosi insegnamenti di un pilota di spessore, il grande Renato Travaglia.
La nostra immersione nel mondo di Rally Italia Talent inizia in realtà in una sala d’albergo, la sera prima della “prova speciale”, dove Renato Travaglia, già 10 volte campione italiano rally e 2 volte europeo, fa diventare il sottoscritto e gli altri addetti del settore dei navigatori in erba, il perché lo scoprirete tra poche righe. Destra 2, sinistra 6, chiude in destra 1, 50 destra 3 sono solo alcuni dei “codici” che ogni pilota di rally, insieme al suo navigatore, fa suo per affrontare ogni tipologia di percorso. Vitale è la stesura delle note, dove la collaborazione tra pilota e navigatore gioca un ruolo fondamentale per l’esito stesso della gara e della singola performance. Basta un errore, una nota presa male, e si può buttare all’aria il risultato di tutto un weekend, senza pensare al lato economico…
Luogo della sfida, tra noi giornalisti, è la super prova speciale allestita a pochi passi dallo Stadio Bentegodi di Verona. L’occasione è il Rally Due Valli, valevole per il Campionato Italiano Rally, presso la quale si svolgerà la prova spettacolo la sera stessa (venerdì 11 ottobre). Suzuki è lieta di farci provare cosa significhi portare al limite le Swift Sport messe a disposizione, già dallo scorso anno, ad ACI Rally Italia Talent, macchine che solo nell’ultima edizione sono state messe alla frusta da circa 9.000 partecipanti nelle fasi di selezione!
Fondamentale, a questo punto, la famosa stesura delle note. Io e il mio pilota, poi navigatore, nella persona fidata di Salvo Sardina, giornalista di Motorbox, procediamo ad andatura modesta lungo il percorso (affrontato al contrario rispetto alla prova con le “RS” del giorno precedente) immedesimandoci in piloti da rally, anche se solo per poche ore. Il percorso è piuttosto semplice, il massimo della velocità si raggiunge in una piega a destra che classifichiamo come destra 5, da affrontare a farfalla praticamente spalancata (1, curva più lenta, 6, curva più veloce, da fare in pieno).
Importante, se non importantissimo, è la cadenza con la quale vanno scandite le note, di vitale importanza per non confondere il pilota. A Verona il danno più grave è stato quello di toccare un birillo, con penalità di 5 secondi, nella realtà la penalità può trasformarsi in un amaro ritiro, specie se al posto di un semplice birillo ci si trova di fronte un albero!
Torniamo alla nostra prova. Prima da navigatore, a dettare le note al collega, poi da pilota, impegnato come non mai a dare il massimo sfruttando al massimo i 140 CV della piccola sportiva giapponese. Il segreto è tenere alti i giri del motore, così da sfruttare a pieno i 230 Nm di coppia dell’agile compatta del Sol Levante che si muove con scioltezza nel pistino ricreato a pochi metri dallo stadio di Hellas e Chievo Verona.
Divertimento? A palate, tra risate, facce assolutamente concentrate e “peli” fatti ai Jersey pur di non incappare nei famosi 5 secondi di penalità durante il cronometraggio. Alla fine tanti sorrisi, condivisi con tutti gli altri colleghi, ma soprattutto una giornata che ci ha fatto capire quanto la determinazione e la concentrazione siano importanti per porre solide basi verso quel sedile così ambito per molti, ma riservato sempre a pochi. Poi, diciamolo, ci vogliono piede e testa, unito a un solido portafoglio.
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