Varcare i cancelli del Circuito del Mugello è sempre un’emozione. Farlo sapendo che andrai a provare una Lotus in pista e vivrai sulla tua pelle l’adrenalina che le auto del costruttore di Hethel sanno provocare al vero appassionato è quel Quid in più per far svoltare la giornata e vivere un’esperienza unica nel suo genere.
Sabato 17 marzo: l’appuntamento è la mattina presto al box n.8 del circuito toscano. Il tempo è inclemente, la pista è bagnata ma ciò non ha frenato i tanti appassionati delle auto inglesi che uno dopo l’altro accorrono in circuito per scendere in pista con le loro vetture stradali.
Siamo infatti ospiti privilegiati del primo round della Lotus Cup Italia Speed Championship 2018, sei appuntamenti lungo i migliori circuiti della penisola (05/05 Misano, 03/06 Vallelunga, 24/06 Monza, 14/07 Franciacorta, 01/09 Imola oltre a quello appena trascorso sul circuito toscano) organizzati dai ragazzi di PB Racing, coloro i quali mettono in piedi ogni anno, ormai da cinque stagioni, la Lotus Cup Italia.
L’occasione è quindi di quelle da non perdere e la leggera pioggia non ferma i tanti clienti Lotus giunti appositamente da ogni angolo della Penisola. Il format è molto semplice: tre turni di prove libere cronometrati, all’insegna del divertimento, e una serata speciale il sabato sera di ogni weekend per condividere la propria passione all’insegna dell’amicizia, in questo caso anticipata al venerdì sera insieme agli appassionati del Club Lotus Italia. Per i migliori classificati, la partecipazione al round conclusivo della Lotus Cup Italia 2018, a bordo della Elise Cup PB-R ufficiale.
Sempre nella stessa giornata si scaldano i motori per il monomarca italiano del costruttore inglese, campionato organizzato da PB Racing che partirà il prossimo 8 aprile proprio dai saliscendi del Mugello. È bello notare come il clima sia molto conviviale, si respira una bella atmosfera e la passione trasuda da tutti i pori.
Stefano d’Aste (a breve la nostra intervista), ex Campione del Mondo nella categoria indipendenti del WTCC nonchè fondatore di PB Racing, concessionaria e officina ufficiale di Lotus Cars in Italia e costruttore di tutte le Elise PB-R che partecipano al campionato, è attento a fornire preziosi consigli a tutti coloro che si apprestano a scendere in pista, che siano essi semplici “Lotus Addicted” o agli stessi piloti che presto si sfideranno in pista nel monomarca.
Prima di calarci nell’abitacolo della Lotus Evora 400, l’auto mossa dal V6 3.5 di derivazione Toyota, ci viene offerta la possibilità di vestire casco e tuta e scendere in pista, da passeggeri, della Elise Cup PB-R. La vettura, dotata di un motore sovralimentato 1.8 da 270 CV, è ottimizzata per le corse e sorprendente per quanto sia stabile in percorrenza di curva grazie alla deportanza sviluppata dalla sua aerodinamica e al suo peso contenuto (inferiore agli 820 kg a secco), caratteristica che guasta affatto su un medio-veloce come il Mugello.
Certo, la potenza non le permette grandi allunghi sul rettilineo toscano ma bastano pochi tornanti per darci un’ottima impressione del lavoro svolto da PB Racing grazie alla collaborazione di Hexathron Racing System diretta dall’Ing. Marco Calovolo (presto la nostra intervista) per la parte di race engineering sul fronte della dinamica di guida: l’auto si rivela essere, su conferma dello stesso pilota che ci sta portando a spasso (Alberto Cola, istruttore di guida del team Pellin Racing) una piccola GT con tutte le sensazioni ad essa connesse.
Affrontare la doppia piega Casanova Savelli, così come le due Arrabbiate, nonostante la pioggia battente, è pura gioia! Scesi dalla Lotus Elise Cup PB-R non ci resta che aspettare il nostro turno per provare con mano la Evora 400. Ringraziamo Luca Silva, cliente Lotus e simpatico protagonista della Lotus Cup Speed Championship con il Make a Wish Racing Team, per averci dato la sua disponibilità a provare la vettura, noi ovviamente non ce lo siamo fatti ripetere due volte.
La vettura di Hethel, nonostante l’aspetto non sia quella delle classiche Elise ed Exige votate all’essenzialità, mi ha veramente sorpreso. Spinta dal 3.5 V6 da 406 CV, la Evora 400 si è subito dimostrata a suo agio tra i cordoli del Mugello: il motore spinge che è un piacere e la tentazione di usufruire del tasto Race (tre modalità: Normal, Sport e Race) è irresistibile e viene avvalorata dal sound che si sprigiona in accelerazione così come dall’assetto che si fa più rigido.
L’allungo è bello pieno e il cambio a sei rapporti sempre preciso e in grado di regalare parecchie soddisfazioni sia in scalata sia in accelerazione. Solo la frizione è leggermente più pesante di quanto mi sarei aspettato, certo è che un cambio manuale con i rapporti così ben settati su questo tipo di vettura fa ancora la sua figura, e che figura, rispetto a un classico automatico.
Il peso contenuto della Evora 400 la rende poi molto agile tra i cordoli e nei cambi di direzione mentre il motore assicura il giusto tiro fino ai 6.000 giri al minuto, accompagnati da un sound vigoroso e coinvolgente. Sono rimasto poi ottimamente sorpreso dallo spazio in abitacolo, d’altronde chi conosce Lotus sa che sono vetture in cui tutto l’essenziale è superfluo, così come voleva il grande Colin Chapman.
Nonostante la mia altezza, 1,83 metri, mi sono subito trovato a mio agio sul sedile di guida. La visibilità è ottima e l’abitabilità, rinnovata con le versioni 400, 410 e 430 rispetto alla prima versione, la S, ha visto l’introduzione di una nuova conformazione dell’abitacolo che permette una migliore vivibilità (oltre a ulteriori 42 kg guadagnati sulla bilancia) a bordo anche per i “piloti” alti come il sottoscritto e come lo stesso Luca Silva, colui che la Evora 400 del nostro test la guida nei weekend.
Spinto dalla curiosità, Luca Silva, che nel frattempo racconta la sua “evoluzione” in qualità di cliente Lotus (è passato negli anni da una Elise all’Exige e infine alla Evora 400) mi concede un giro anche al di fuori dell’autodromo toscano per provare cosa voglia dire guidare la Evora 400 sulle strade di tutti i giorni.
L’impressione anche in questo caso è positiva; l’auto è sì rigida, come deve essere, ma la grande versatilità del motore V6 permette una guida tranquilla all’occorrenza, pronti a scatenare i suoi 408 CV quando viene voglia di spingere sul pedale del gas.
Per parlare di prezzi, l’esemplare da noi provato costa 101.888 euro (IVA inclusa, messa su strada e IPT escluse).
La giornata si conclude qui con un’esperienza che ci ha fatto conoscere da vicino la realtà di Lotus al di fuori della sua patria, l’Inghilterra. Una realtà fatta di tanti appassionati che condividono gli stessi valori e del lavoro dei ragazzi coordinati da Stefano d’Aste, impegno e valori fatti di amicizia e sana passione per le competizioni e per queste auto così uniche nel loro genere entrate nell’immaginario collettivo come simbolo del divertimento della ricerca della leggerezza senza compromessi: ora abbiamo capito perché.
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