La Exor, la holding controllata dalla famiglia Agnelli, ha annunciato la vendita di circa 7 milioni di azioni Ferrari, pari al 4% del capitale della celebre casa automobilistica di Maranello. L’operazione, rivolta esclusivamente a investitori istituzionali, verrà gestita attraverso un’offerta accelerata curata da Goldman Sachs e J.P. Morgan e dovrebbe concludersi entro il 3 marzo.
La decisione di cedere una parte delle quote Ferrari è stata spiegata dalla stessa Exor come parte di una strategia di riequilibrio del proprio portafoglio. La holding intende diversificare i suoi investimenti e si prepara a realizzare una “consistente nuova acquisizione, quando se ne presenterà l’occasione”. Parallelamente, il gruppo ha annunciato un piano di riacquisto di azioni proprie per un valore di 1 miliardo di euro.
Nonostante la vendita, Exor rimarrà il principale azionista della Ferrari, mantenendo il 20% dei diritti economici e il 30% dei diritti di voto. Inoltre, ha garantito che non venderà ulteriori azioni della Casa di Maranello per almeno un anno.
Dal punto di vista della gestione aziendale, non ci saranno cambiamenti. L’accordo tra Exor, Piero Ferrari e il Trust Piero Ferrari, che garantisce loro una quota di voto congiunta vicina al 50%, resterà invariato.
John Elkann, CEO di Exor, ha sottolineato l’importanza della Ferrari all’interno del portafoglio della holding: “Nell’ultimo decennio la Ferrari ha avuto un ruolo fondamentale per Exor. I suoi successi hanno portato il suo peso nel valore del nostro portafoglio dal 15% a circa il 50%”.
Un aspetto interessante dell’operazione è la decisione della Ferrari di acquistare fino al 10% delle azioni messe in vendita da Exor, per un valore massimo di 300 milioni di euro. Questo riacquisto rientra in un piano più ampio da due miliardi di euro, annunciato al Capital Markets Day del 2022, e sarà finanziato con la liquidità disponibile dell’azienda, senza impattare sulle sue strategie future.
La vendita del 4% delle azioni Ferrari da parte di Exor non rappresenta un disimpegno della holding nei confronti del Cavallino Rampante, ma piuttosto un’operazione strategica per riequilibrare gli investimenti e prepararsi a nuove acquisizioni. La Ferrari, dal canto suo, conferma la propria solidità finanziaria e prosegue nel suo piano di buyback senza alterare la governance aziendale.
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