Friedrich Merz ha preso in mano il volante della Germania, l’industria automobilistica tedesca – e con essa l’intero comparto europeo – intravedono ora nuove prospettive. La Germania, da due anni impantanata nella stagnazione economica, ha ora l’opportunità di ripartire con una strategia
meno dogmatica e più pragmatica sulla mobilità del futuro. Le Case tedesche, colpite da crisi e tagli, chiedevano una sterzata, e Merz sembra pronto a dargliela: non più imposizioni dall’alto, ma apertura tecnologica. L’elettrico rimane, certo, ma senza escludere altre soluzioni come l’idrogeno o i carburanti sintetici. Un approccio che potrebbe rimettere in moto un settore che vale un quinto del PIL tedesco e che ha un impatto diretto su tutta la filiera europea, Italia inclusa.
A Bruxelles, dove le politiche green sono spesso dettate più da ideologia che da pragmatismo industriale, la voce di Berlino peserà. Ursula von der Leyen, esponente di spicco della CDU, avrà un interlocutore che spinge per rivedere l’attuale Green Deal, bilanciando sostenibilità e competitività. Se il nuovo governo tedesco riuscirà a trovare una coalizione stabile, questa svolta potrebbe diventare il motore di una ripresa industriale per tutta l’Europa.
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