Flop, questa è la parola con quale, al momento, si potrebbero in un certo qual modo etichettare gli Ecobonus del 2022. Quel che porta a pensare tutto ciò è quanto si vede sul sito internet del Ministero dello Sviluppo Economico, dove le perplessità non sembrano mancare.
Connettendo sul sito internet del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), il “cruscotto” dell’ecobonus è fermo sul verde fisso ad eccezione dei fondi (pari a 170 milioni) destinati alle auto con emissioni di CO2 comprese fra 61 e 135 g/km, dove il rosso spadroneggia da venti giorni dopo l’avvio della campagna. Giunti quindi all’inizio di agosto, dei 220 milioni destinati all’acquisto delle auto elettriche (fascia di emissioni 0-20 g/km) ne sono ancora disponibili ben 175,5 che in numeri percentuali equivalgono ad oltre l’85%. Disponibilità maggiore (91%) c’è per i 225 riservati alle vetture ibride plug-in (fascia 21-60 g/km), per quali ci sarebbero ancora 197,4. Questo triste fenomeno c’era da aspettarselo, in quanto la domanda di questi tipi di auto è ancora molto timida, ma anche perché il provvedimento è stato concepito in maniera errata. Le principali contestazioni provengono dalle aziende, escluse dalla possibilità di beneficiare del contributo: proprio i soggetti che nonostante la discriminazione risultano essere ancora quelli più propensi sul full electric. Da questo contributo è esclusa anche la formula di acquisizione del noleggio, cosa che ha indotto l’Aniasa a presentare un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
C’è bisogno di correggere il meccanismo degli incentivi, a tal proposito ci sarebbe la proposta del Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, che vorrebbe utilizzare allo scopo lo strumento del decreto “Aiuti bis”, in fase di approvazione parlamentare. Giorgetti propone di aumentare del 50% il bonus previsto agli acquirenti con reddito inferiore ai 30.000 euro. Quindi per un’auto elettrica, il contributo salirebbe da 3.000 a 4.500 euro senza rottamazione e da 5.000 a 7.500 euro in caso di rottamazione di un’auto con omologazione fino a Euro 4. Per le ibride plug-in, le cifre passerebbero rispettivamente da 2.000 e 4.000 a 3.000 e 6.000. Per far funzionare questa proposta, però, servirebbe una rete di colonnine maggiore, quindi il Mise ha formulato anche l’ipotesi d’introdurre un ulteriore contributo per l’installazione di colonnine nei box privati e nei condomini, pari all’80% della spesa, con un limite di 1.500 euro per richiedente e di 8.000 per i condomini.
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