Nell’epoca più buia per il propulsore a gasolio, Volkswagen va (parzialmente) controcorrente e continua ad investire in questa tecnologia. Tra norme sempre più restrittive, amministrazioni sul piede di guerra, opinione pubblica sempre più attenta alla situazione ambientale, l’ormai ex carburante preferito dagli italiani sembra proprio arrivato al capolino; o forse no?
L’obiettivo di VW è ridurre le emissioni di CO2 della propria flotta del 40% entro il 2030 e, come riportato nel piano industriale “Way to Zero”, arrivare ad essere carbon neutral entro il 2050.
Per farlo, la casa di Wolfsburg ha deciso di puntare sull’elettrico ma – almeno in questa fase di transizione – di non eliminare i Diesel TDI dalla propria linea produttiva, annunciando di volere (e potere) sviluppare i quattro cilindri in ottica green.
Come farà, dunque, Volskwagen a mantenere una gamma a gasolio e rispettare contemporaneamente le sempre più restringenti norme sulle emissioni? Il merito va ai nuovi motori in grado di funzionare anche con gasolio paraffinico, come disposto dalla norma EN 15940, che regola l’utilizzo di biocomponenti nei carburanti.
Attraverso il “nuovo gasolio“, le emissioni si riducono del 70 fino al 95% rispetto ai normali motori Diesel. Già disponibili sul mercato, a detta di Vokswagen, i combustibili paraffinici potrebbero aumentare le loro quote di mercato del 20/30% nei prossimi anni, quindi colei che è stata simbolo del fallimento del Diesel con il famoso Dieselgate potrebbe essere anche colei che quel carburante contribuirà a farlo risorgere dalle sue ceneri.
Ma cosa sono esattamente le componenti chimiche, organiche, che rendono green il carburante Diesel sintetico? Ad oggi esiste una gamma di diversi combustibili paraffinici: alcuni – come l’HVO (olio vegetale idrotrattato) – vengono prodotti dalla riconversione di residui biologici e materiali di scarto come segatura, olio da cucina esausto o direttamente dall’olio di colza; altri, partendo da una base formata da oli vegetali, vengono convertiti in idrocarburi tramite una reazione con l’idrogeno, per poi essere aggiunti al Diesel tradizionale o utilizzati indipendentemente da esso.
La morte del diesel? Non per ora, non per Volkswagen.
Autore: Marco Zuffada
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