Non sono i tifosi, legittimamente delusi, ma tutto il mondo del circus, e non solo, si è chiesto, dopo l’opaca prestazione al Gran Premio Australia, della rossa che di opaco non ha, almeno stavolta, avuto solo la livrea, dove sia finita la scuderia che girava, nei test di Barcellona, come un orologio svizzero. Tempo di dare il via ai semafori ed è subito parso chiaro che il tris, dopo l’abbuffata firmata Vettel nel 2017 e nel 2018, non sarebbe stata ripetuta. Da lì a pagare quasi un minuto di distacco dall’arrembante Bottas, mai così tanto in stato di grazia, qualcosa deve per forza essere andato storto.
Mattia Binotto, nuovo Team Principal del team, si dice deluso e espone un’ineluttabile motivazione, senza nascondere la delusione: “Non è ciò che ci aspettavamo”. Tutti, a Maranello, sperano che l’Australia rimanga solo un episodio, che dal Barhain si potrà tornare a marciare in modalità test, dando filo da torcere sia a Mercedes sia a Red Bull, perché iniziare la stagione con un quarto e quinto posto non è da Ferrari.
Il problema è che i due cavallini mai sono parsi in grado di imprimere un ritmo diverso, se non Leclerc sul finale. Il monegasco, però, ha giocato la carta del sì signore, e non poteva essere altrimenti, accodandosi al suo capitano su ordine dei box. Prima gara e già ordini di scuderia; come avrebbe detto la Sora Lella: “Annamo proprio bene…”.
La realtà sta, come sempre nel mezzo. Sulla rossa ha pesato il cattivo bilanciamento delle SF90 riconosciuto da Binotto e, nel caso di Vettel, l’errore di tentare l’undercut su Hamilton anticipando troppo la sosta e costringendo il tedesco a uno stint troppo lungo su gomma media (44 giri).
Lo stesso Vettel, forse per nascondere altri guai, ha dichiarato: “Non siamo stati a nostro agio con la vettura per l’intera durata del weekend, ma devo ammettere che oggi abbiamo fatto parecchia fatica. Il fatto che io fossi così lento in pista nel corso della gara è stato prevalentemente dovuto alla mancanza di grip con la gomma media montata al pitstop.”
Leclerc, come detto, ha giocato di squadra, e un quinto posto all’esordio lo spingerà a fare sicuramente di meglio appena ne avrà l’occasione, magari già tra due settimane a Sakhir: “Nel finale ho raggiunto Sebastian ma il team ha deciso di congelare le posizioni perché le prime tre piazze della classifica non erano comunque alla nostra portata oggi. Cercheremo di capire con gli ingegneri che cosa ci ha fatto andare meno forte di quanto sperato, intanto abbiamo portato dei buoni punti a casa”.
C’è chi dice che si sarebbe potuto tentare l’attacco al punticino del giro più veloce, avendo una trentina di secondi su Magnussen di margine per uscire davanti, ma la Ferrari non se l’è sentita di rischiare. Anche questo punto, fa quanto meno riflettere.
Dall’altro lato del box, quello dei campioni del mondo, forse neanche loro si sarebbero aspettati una prestazione del genere, più da parte di Bottas che di un Hamilton, si dice danneggiato da problemi con il fondo, rimasto tra gli umani, al contrario del finlandese barbuto.
Wolff, da buon profondo conoscitore dell’ambiente che lo circonda, fa pretattica dietro i sorrisi: “Un vantaggio così non ce lo aspettavamo, il nostro passo ci ha sorpreso così come il ritmo basso delle Ferrari. Le due cose hanno creato un grande divario, ma non credo che sarà sempre così, sono convinto che i nostri avversari abbiano avuto un weekend difficile con il setup della monoposto”.
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