La linea “Ponton” è stata una delle grandi rivoluzioni del car design, tra aerodinamica e abitabilità. Il percorso per arrivarci è stato lungo ma ininterrotto con le prime intuizioni negli anni Venti e la maturazione nel secondo dopoguerra. Un concetto che caratterizza ancora le auto dei nostri giorni.
Partiamo subito definendo il concetto di Ponton che identifica quelle carrozzerie con i parafanghi integrati al corpo vettura. Tale paradigma si realizza grazie agli studi aerodinamici dell’ingegnere ungherese Paul Jaray, partendo da una serie di osservazioni, poi divenute intuizioni, maturate attraverso il suo impiego alla “Luftschiffbau Zeppelin GmbH” fondata da Ferdinand von Zeppelin nel 1908 per la costruzione dei famosi dirigibili.
Il primo risultato sarà la Ley T6 del 1922: nel modello brevetta un design aerodinamico caratterizzato dal profilo alare della fiancata che integra i parafanghi nel corpo vettura, ottenendo minor consumo (30% in meno) e maggiore velocità (a parità di potenza). Tale forma venne considerata inverosimile, anche sulla base del fatto che la “poetica della velocità” che permeava il periodo era cosa diversa dalla “scienza della velocità” (che badava al risultato fattuale). Inoltre secondo i costruttori tale forma appiattiva la riconoscibilità della marca limitando le vendite.
Nel 1923 il concetto base affascinò il vulcanico Ettore Bugatti che lo applicò per ragioni competitive alla carenata Type 23 “Tank” per il Grand Prix de Tours, e nel 1925 la piccola tedesca Hanomag 2/10 PS “Kommisbrot” mostrò nella sua essenzialità parafanghi continui e integrati nella fiancata. Negli USA la curiosa Martin Aerodynamic del 1928 sfoggia chiari riferimenti alla Ley T6 ma spostando il motore dietro per aumentare l’abitabilità, raddrizzando le fiancate nel tentativo di eludere i brevetti di Jaray.
Sempre negli Stati Uniti, Fred Bergholt allestisce l’estrosa Bergholt Streamline sul telaio di una Ford V8 nel 1932 con forme stondate ma giudicate non molto “felici”, ma che probabilmente stimolarono il progetto della monumentale Maybach DS8 Zeppelin “Stromlinienwagen” del 1933 carrozzata da Spohn e della Volvo Venus Bilo nel 1933, che utilizza il design ponton ricavando ampi vani portabagagli laterali e maggiore abitabilità. In questo solco si inserisce nel 1933 la sontuosa Pierce-Arrow Silver Arrow, che però mira ad integrare i fari anteriori sui parafanghi (dal 1914 firma del marchio) in modo più coerente con i tempi.
Molte di queste vetture rimangono sperimentazioni in esemplare unico o piccola serie, lodate e criticate dai giornalisti e da un pubblico che pur intuendone la portata moderna, attende prodotti meno “estrosi”. Ma la tendenza dilaga, originando sempre nuove proposte/studi come la Škoda 935 Prototyp nel 1935 dalla linea affilata (ricordando i coevi progetti da parte della Tatra), la Maybach SW 38 Stromlinien-Limousine di Autenrieth del 1936 e diverse vetture nel settore delle competizioni che, come da tradizione, si pose come ambito in continua e influente sperimentazione: tra le tante spiccano la Bugatti Type 57 Tank vittoriosa al G.P. di Francia del 1936 che legittimò l’efficacia della forma ponton, la Voisin C28 “Aèrosport” e la BMW 328 Touring Coupé che nel 1940 vinse la Mille Miglia. Proprio l’Italia non rimase certamente a guardare, con vetture straordinarie come la Fiat 508C MM e le l’Alfa Romeo 8C 2900 B “Le Mans” e 6C 2500 SS “Corsa” Berlinetta Touring del 1938.
Nel secondo dopoguerra lo sviluppo e l’adozione del design ponton subì una grande accelerazione dovuta ai grandi processi di trasformazione tecnologica, che sfociarono in cambiamenti sociali e di gusto; ma le grandi case automobilistiche si ritrovarono con enormi danni e cassetti vuoti (specialmente nell’Europa bombardata), per cui le prime realtà che riuscirono ad intraprendere ed innovare furono di tipo medio-piccolo come le statunitensi Kaiser e Frazer che condivisero il primo modello pienamente ponton definendo le linee base di questa architettura, con le Frazer Standard e Kaiser Special entrambe del 1947, ispiratrici della nostra Fiat 1400 (1950).
Ma gli USA già nel 1941 si espressero in maniera netta consacrando definitivamente il design ponton quale strada per il futuro, attraverso la concept car Chrysler Thunderbolt del 1941, esasperandolo attraverso uno stile che riporta all’idea di levigato monolite. In Italia l’Alfa Romeo 6C 2500 S Cabriolet Pinin Farina del 1946, l’Alfa Romeo 6C 2500 Sport Cabriolet Ghia, l’Isotta Fraschini Tipo 8C Monterosa Zagato e la Maserati A6 1500 Berlinetta Speciale Pinin Farina (tutte del 1947) si pongono come pietre miliari in grado di recepire e innovare le istanze ponton, aprendo la strada al boom del car design della “dolce vita”.
Questa architettura caratterizza ancora oggi le automobili, a testimonianza della validità di un’idea partita più di cento anni fa.
Autore: Federico Signorelli
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