Luca De Meo torna a parlare di mobilità elettrica e lo fa senza mezzi termini. L’ex CEO di Renault, oggi nel gruppo Kering, in un’intervista a Milano Finanza ha espresso tutta la sua preoccupazione per la direzione che l’industria automobilistica europea sta prendendo, giudicando la strategia del “tutto elettrico” un errore di tempistica e di prospettiva.
“L’Europa è in ritardo, servono vetture semplici e accessibili”
De Meo parte da un dato chiaro: il mercato dell’auto in Europa non è ancora tornato ai livelli pre-pandemia. Una situazione resa più complessa dal calo della domanda e dal costante aumento dei prezzi medi. L’ex numero uno del Gruppo Renault, che ha sempre difeso la logica delle auto piccole e razionali, ha criticato la corsa alla complessità tecnica e normativa che ha reso le vetture sempre più costose e lontane dai bisogni reali dei cittadini.
Il risultato, sottolinea, è una perdita strutturale di 4-5 milioni di immatricolazioni rispetto ai picchi degli anni passati: “Quando il mercato perde volumi di questo ordine di grandezza – spiega – mancano anche le risorse per investire in innovazione”.
“L’auto elettrica deve essere democratica, non d’élite”
De Meo, che durante la sua guida in Renault aveva lanciato modelli chiave come la Mégane E-Tech e promosso il rilancio di Dacia come marchio popolare, continua a sostenere una visione pragmatica della transizione. A suo avviso, l’Unione Europea ha imposto una scadenza – il 2035 – troppo ravvicinata per il bando ai motori termici, senza garantire un ecosistema industriale e infrastrutturale adeguato.
“L’industria automobilistica ha sempre democratizzato la tecnologia”, ricorda, “ma servono tempo, scala e coerenza. L’Europa non è pronta per un cambiamento così rapido, e il rischio è di spingere l’intero sistema produttivo in un angolo”.
Per il manager milanese, la chiave sarebbe puntare su auto elettriche compatte, con batterie da circa 30 kWh, pensate per la mobilità urbana e accessibili economicamente. Una strategia che, se seguita, avrebbe potuto garantire la competitività europea rispetto ai produttori cinesi, oggi in vantaggio sul fronte dei costi.
Verso una revisione del ban 2035?
Negli ultimi mesi, diversi segnali provenienti da Bruxelles lasciano intendere una possibile revisione della roadmap verso la neutralità carbonica. L’ipotesi di uno slittamento del divieto di vendita di auto benzina e diesel dal 2035 al 2040, o di un’apertura alle tecnologie ibride avanzate, non è più esclusa.
La decisione definitiva, attesa entro la fine dell’anno, potrebbe cambiare radicalmente lo scenario industriale europeo. Ma per De Meo, qualunque sarà la scelta, il punto resta uno solo: “La transizione deve essere sostenibile, non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia e per le persone”.

