Trump lo chiama Liberation Day, ma per l’Europa è il giorno della condanna. Altro che liberazione: il 2 aprile scatterà una tassa del 25% su tutte le auto non “Made in USA“. Nessuna deroga, nessuna pietà.
È l’inizio di una guerra commerciale, e stavolta i cannoni sparano verso Wolfsburg, Melfi, Modena, Parigi. L’Europa, che dell’export automobilistico ha fatto una colonna portante dell’economia, viene colpita al cuore.
Milioni di posti di lavoro, da chi disegna una portiera a chi la salda, da chi trasporta una scocca a chi assembla l’infotainment: tutti a rischio. Perché se le auto europee diventano troppo care per il mercato americano, l’effetto domino sarà immediato. Produzione giù, ordini annullati, cassa integrazione, tagli.
Trump gioca con i dazi come fossero tweet, ma la ricaduta è reale. E crudele.
Questa non è solo una sparata elettorale. È una trincea scavata attorno ai mercati. E l’Europa? Balbetta, prende tempo, cerca accordi. Ma intanto, si prepara a pagare il prezzo.
Altro che Liberation Day: per noi sarà un Doomsday.
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