La denuncia sulle pagine del New York Times. Un nuovo turbine di accuse, denunce e polemiche sta interessando Tesla. A puntare il dito contro il colosso di Elon Musk è Dawn Project, vale a dire un’organizzazione per la sicurezza dei computer.
Quel che ha mosso l’azione intrapresa da Dawn Project è la tecnologia di assistenza alla guida di Tesla, classificata come pericolosa per via delle morti causate finora. Per denunciare il tutto, Dawn Project ha pubblicato un annuncio a pagamento sulle pagine del New York Times edito il 16 gennaio scorso, specificando il tutto con un’analisi a dir poco severa nonché estremamente pubblica vista la caratura e la tiratura del giornale scelto.
Uno stralcio del messaggio diffuso a mezzo stampa da Dawn Project recita: “Non essere un manichino da crash test per Tesla. Dawn Project ha analizzato molte ore di video pubblicati su YouTube da utenti Tesla alla guida di vetture già dotate di software Full Self Driving in versione Beta”.
Dawn Project ha svolto un lavoro accurato, a quanto pare, di conseguenza ha cercato di spiegare peculiarmente punto per punto, quelli che sarebbero i pericoli a cui va incontro il sistema di assistenza alla guida di Tesla:
Dopo l’analisi, la parte conclusiva dell’annuncio sul New York Times è caratterizzata dalla presenza di un appello scritto in rosso, in cui Dawn Project promette la disponibilità nel distribuire 10.000 dollari alla prima persona capace di fare il nome di un’altra società dell’elenco Fortune 500 che abbia messo in commercio un dispositivo con un difetto di funzionamento ogni 8 minuti.
Dinanzi non ci si trova una denuncia partita da un manipolo di hacker sovversivi, tutt’altro, Dawn Project gode della guida di una personalità di tutto rispetto. Si tratta di Dan O’Dowd, 63 anni, il quale nel suo prestigioso curriculum vanta una laurea in ingegneria ed esperienze lavorative sui sistemi operativi dedicati del Boeing 787 e del bombardiere B1-B, del Lockheed Martin F35 e del veicolo di esplorazione spaziale Orion della Nasa. Dall’altro lato il magnate Elon Musk non è rimasto a guardare, anche perché non poteva fare altrimenti, di conseguenza ha reagito a questo attacco twittando contro Green Hill, di cui O’Dowd è membro, dicendo che il suo software è una montagna di spazzatura.
Autore: Angelo Petrucci
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