I danni alle auto rappresentano una questione preoccupante per i consumatori e spesso ci si chiede per quale motivo alcuni modelli sembrano andare incontro a molti incidenti, mentre altri hanno una vita media più lunga. Si tratta di una casualità?
Non è strano che un mezzo di trasporto privato vada incontro a dei problemi, piccoli o grandi che siano, nel corso della propria vita. Ma è possibile che un marchio sia più soggetto rispetto ad altri a danneggiamenti?
carVertical si è posta questa questione e, mettendo a confronto vari marchi, ha stilato una classifica di quelli che hanno più problemi, indicando il valore medio e il record statistico dei danni subiti dalle auto.
Com’è stata eseguita l’analisi?
Per elaborare la stima, carVertical si è riferita esclusivamente a dati relativi ai rapporti dei danni subiti da veicoli in Italia. Lo studio si rivolge in particolare a quest’area geografica.
Quello del danno è un concetto ampio che comprende numerosi fattori degni di nota, dall’uso che si fa del mezzo di trasporto fino agli eventi atmosferici relativi alla località geografica in cui si muove l’automobilista.
carVertical ha seguito un programma semplice ma efficace, analizzando due milioni di auto e realizzando uno schema finale che mette a confronto alcuni punti ben chiari.
È stato possibile stilare una classifica completa e precisa dei marchi automobilistici più soggetti a danni attraverso la quota ricavata dall’analisi dei veicoli di un particolare produttore sottoposti a controlli.
Con questa prima operazione, carVertical è riuscita a individuare alcuni modelli che, più di altri, subivano nel tempo maggiori e più frequenti problemi.
Naturalmente, per realizzare una tabella interessante, è stato necessario estrapolare dai dati raccolti il valore medio dei danni. Questo è stato definito mettendo a confronto i veicoli incidentati e con problematiche di un produttore preciso. carVertical ha analizzato miliardi di euro di danni.
Infine, il conteggio medio dei danni è stato calcolato raccogliendo il numero di danneggiamenti dei veicoli di un marchio definito e dividendolo per la quantità di controlli storici di quel particolare mercato.
Il risultato è inaspettato. I veicoli che devono ricorrere maggiormente alle riparazioni sono anche i più costosi. Osservando la tabella, è possibile notare che in cima alla classifica si posizionano marchi celebri, solitamente associati ad auto sportive e di lusso.
Ferrari, Subaru e Porsche sono i tre produttori dei modelli più soggetti a danni. La percentuale delle auto con problemi è particolarmente alta e preoccupante. Il marchio Ferrari, al primo posto, riporta un importante 82.6%. Subaru, al secondo posto, mostra un minore ma decisamente allarmante risultato: 66.7%; Porsche si posiziona al terzo posto col 62.1%.
E i veicoli che si danneggiano di meno? Appartengono a Toyota, Opel e Alfa Romeo. Toyota vince il premio di marchio con auto meno danneggiate grazie a un sorprendente 6.0%. Seguono Opel con 7.3% e Alfa Romeo con 7.8%. Percentuali decisamente inferiori rispetto ai primi tre modelli analizzati.
Matas Buzelis, responsabile della comunicazione di carVertical, spiega così il risultato della ricerca:
“Nel mercato italiano delle auto usate si nota chiaramente il dominio delle auto sportive ed esotiche. Il messaggio è duplice. I veicoli sportivi sono più inclini agli incidenti, ma soprattutto gli acquirenti di questi modelli sono più propensi a indagare sulla loro storia. La storia dei danni è la causa dell’usura o del guasto prematuro di alcuni componenti”.
Tra gli elementi che più interessano gli automobilisti vi sono i costi delle riparazioni. Mantenere un’auto sportiva di un marchio celebre ha il proprio rovescio della medaglia?
In parte la risposta è sì, ma non bisogna fare generalizzazioni.
Matas Buzelis infatti afferma:
“Gli incidenti di supercar sono su un altro livello in termini di prezzo delle riparazioni. Anche un leggero graffio può portare alcuni numeri da capogiro. Ciò che è un po’ strano è la posizione di alcuni marchi Premium che hanno valori di danno medi inferiori rispetto ai produttori di auto di classe economica”.
carVertical, nella propria tabella finale, segnala un valore medio dei danni pari a 3574€. I marchi presi in considerazione sono molteplici, in tutto 30. Alcuni si legano a veicoli sportivi e di lusso, accessibili a pochi e utilizzati soprattutto per divertimento. Altri sono produttori di auto più comuni, usate dalle persone per recarsi al lavoro e muoversi in città.
I cinque brand che si trovano in cima alla classifica del valore medio dei danni, secondo l’analisi di carVertical, sono Ferrari, Maserati, Porsche, Nissan e Jeep. La Ferrari si lega a danni medi in euro pari a 79618€; la Maserati a 19873€; la Porsche a 14462€; la Nissan a 12613€ e la Jeep a 12447€.
La BMW, VW e Toyota hanno risultati molto differenti e più virtuosi. La BMW riporta 6129€, la Volkswagen 6753€ e la Toyota 4754€.
Un’altra questione importante che carVertical si è posta e che può interessare i consumatori è il numero di incidenti e danni subiti nel tempo dai veicoli: il marchio ha un’influenza su questi eventi?
La ricerca condotta da carVertical mostra come le auto di alcune case siano più soggette rispetto ad altre ad andare incontro a danni, anche in brevi lassi di tempo.
La Ferrari si ritrova in cima alla classifica con 2,35 di danni medi per auto. Segue la Maserati con 1,62 e poi la Subaru con 1,43.
carVertical ha inoltre rilevato un record sorprendente: secondo le registrazioni dei danni riferiti ai numeri di identificazione delle auto, un singolo veicolo ha subito 35 incidenti nel tempo.
I veicoli più virtuosi appartengono invece ai brand Opel, con un punteggio di 0,11, Peugeot, con 0,11 e Jeep, anch’esso con 0,11.
In conclusione, Matas Buzelis spiega:
“Esiste una correlazione diretta tra le marche di auto danneggiate più popolari e il numero medio più alto di record di danni. Tuttavia, l’età media delle auto controllate sulla nostra piattaforma in generale è di circa 9,5 anni e di circa 8,3 anni in Italia. È del tutto normale che alcuni veicoli vengano danneggiati due volte in quel periodo”.
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