Sarebbero addirittura 30.000, e non 15.000, i licenziati nel Gruppo Volkswagen in Germania da metà 2025: lo riferisce la rivista economica Manager Magazin, che avrebbe raccolto indiscrezioni. A oggi, di sicuro ci sono solo tre cose sul gigante di Wolfsburg. Uno: il colosso tedesco mira a cancellare gli accordi di lavoro che garantiscono posti di lavoro fino al 2029 in sei stabilimenti. Due: all’interno della galassia di marchi di tutta la casa madre, è proprio il brand VW a risultare in crisi, assediato dai rivali cinesi nella tribolata transizione elettrica. Tre: serve risparmiare 15 miliardi di euro.
Il consiglio di fabbrica VW smentisce, sostenendo che quota 30.000 non abbia fondamento e sia “semplicemente una sciocchezza”. Ma perché allora la presunta notizia dei 15.000 tagli, schizzati al doppio, prende così tanto quota? Anzitutto, l’ex ceo del Gruppo VW Herbert Diess nel 2021 disse chiaro e tondo che 30.000 posti di lavoro sarebbero stati a rischio durante il passaggio all’elettrico.
Inoltre, il dato andrebbe a braccetto con i numeri drammatici del gigante teutonico: offre due milioni di auto l’anno, ma ne vende un milione e mezzo, con una sovracapacità di 500.000 veicoli, l’equivalente di circa due stabilimenti. Si andrebbe a sforbiciare specie nell’attività di ricerca e sviluppo: qui, 6.000 licenziamenti dei 13.000 dipendenti di R&S in Germania. Intanto, i governi federale e statale stanno progettando un percorso di ristrutturazione.
Senza contare la spallata di agosto 2024, che ha reso la situazione ancora più gravosa: le vendite di auto di tutti i Gruppi nell’Ue sono crollate del 17% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre per le elettriche si registra uno sprofondo rosso con un -44% e una quota di mercato giù dal 21% al 14,4%. Bruxelles in parallelo non intende rivedere i target sulla media delle emissioni delle macchine immatricolate nel 2025: il fatto è che l’industria non è in grado di rispettare i target prefissati.
A meno di compromettere la competitività economica e i livelli occupazionali. È il caso proprio di Volkswagen. Stigmatizzato dal capo di Stellantis, Carlos Tavares, secondo cui il Gruppo euro-americano reggerebbe l’urto, a differenza di quello tedesco.
Autore: Mr. Limone
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