Quando un nuovo brand automotive vede la luce, e Cupra è uno di questi, c’è sempre molta curiosità da parte degli addetti ai lavori, prima ancora che del pubblico, nel cercare di capire cosa hanno in mente tecnici e designer e perché lo stanno facendo. Con queste premesse Cupra Ateca si fa in tutto e per tutto vettura manifesto di questo nuovo brand Made in Barcellona.
Vi chiederete, perché proprio iniziare da un SUV? Beh, facile rispondere al motto di “il pubblico chiama, le case rispondono”. Cupra Ateca è, però, un SUV speciale, non fosse altro per il motore che monta e per l’importanza stessa che riveste per Seat; allargando la prospettiva, quest’ultima sta davvero attraversando un periodo consistente e soprattutto felice, così da permetterle di estendere i suoi confini giocando con il suo brand prima semplice sigla dei modelli più sportivi.
Se Cupra nasce da una grande passione e mira a sedurre gli appassionati di automobili di tutto il mondo con prodotti solo apparentemente di nicchia, è ora di scoprire la base di partenza di questo “viaggio”: ecco come va la Cupra Ateca nel nostro primo contatto.
Se nel 2016 Seat faceva il suo ingresso nel mondo dei SUV con l’Ateca appunto, annunciata dal Presidente Luca de Meo come il terzo pilastro del brand dopo Leon e Ibiza, due anni più tardi è il turno della sorella più cattiva. È così grande la differenza estetica? Dipende dai punti di vista. Se le dimensioni sono esattamente le stesse (4,36 metri di lunghezza per 1,84 di larghezza) sul frontale, ad esempio, la prima differenza che spicca subito all’occhio è la presenza del bel logo tribale che identifica il neonato brand Cupra: innegabile il suo fascino.
A ciò si aggiungono vari dettagli nero lucido e due prese d’aria sul paraurti, combinate alla scritta Cupra che viene ripresa sulla griglia inferiore, come spesso accade sulle auto più sportive. Se in vista laterale, vista l’assenza di particolari o vistosi alettoni, viene facile confonderla con Seat, dietro ci pensano quattro bei terminali di scarico a confezionare un oggettino niente male. Del rumore ci occuperemo dopo, basti sapere che anche l’altezza da terra è in realtà più bassa di 10 mm e le vernici (Blu Energy, Bianco Nevada, Argento Reflex, Grigio Minerale, Rosso Velvet, Nero Fondente) sono in parte riprese da Seat Ateca ma studiate appositamente per il lancio della prima vettura del brand contribuiscono, e non poco, ad aggiungere esclusività al “pacchetto”.
Di serie ci sono poi cerchi in lega da 19” che scendono di una misura nel caso in cui venga scelto, in optional, il potente impianto frenante Brembo. Tutto l’insieme, quindi, appare più aggressivo ma sempre elegante, complice l’effetto delle luci Full LED che, a scanso di equivoci, sono uno dei punti forti delle Seat (e quindi Cupra) degli ultimi anni.
Molto d’effetto la luce che si attiva allo sbloccaggio delle porte, visibile al crepuscolo e di notte: proietta il logo Cupra per terra e vi fa sentire membri di un qualcosa di speciale, un progetto agli albori ma dal futuro promettente.
Se a porte chiuse si evince come la cura estetica abbia portato a dei risultati, rimane un po’ l’amaro in bocca quando si sale a bordo, badate bene, almeno rivolgendo lo sguardo alla sola plancia. Non fosse per l’animazione con il tribale ramato che si attiva sullo schermo centrale e ci informa di essere saliti su una Cupra, è troppo vistosa la parentela con un’auto che è sì elegante ma è pur sempre una generalista. Volendo puntare ai premium, sarebbero bastati un po’ di fibra di carbonio qua e là e delle indovinatissime impunture richiamanti il color rame del logo, impunture per altro presenti sui bordi dei sedili e sui tappetini, là dove lo sguardo non cade, quasi, mai.
Per il resto il volante si presenta molto bene con una copertura in trama di carbonio opaco, con logo annesso, e le famose impunture di cui vi parlavamo pocanzi, troppo poco però per colpire sul serio. Piace invece il sistema di infotainment, di serie con il Navigation Plus da 8” (di serie il sistema Full Link di ultima generazione con Apple CarPlay e Android Auto) e il Cupra Virtual Cockpit (cambia nome ma è in fin dei conti lo stesso schermo TFT da 10,25” di Seat Ateca con poche modifiche di dettaglio). Molto belli i sedili, ricchi di coperture in Alcantara, materiale che stona un po’ se messo vicino alle plastiche dure sui pannelli porta, ma pur sempre d’effetto.
Non lo si fa quasi mai ma merita una citazione la chiave, questa sì in fibra e motivo di cui vantarsi con gli amici, peccato che non serva praticamente mai poiché l’auto è dotata di serie del sistema Kessy (apertura e avvio motore senza chiave). Per quanto riguarda l’abitabilità tutto il buono è stato ereditato da Ateca, tra le più apprezzate di Seat e dell’intero segmento: i sedili sono sì sportivi ma pur sempre votati più al comfort, così come sul divanetto dietro ci si senta davvero a proprio agio, punti di forza della Ateca che permangono anche sulla versione sportiva.
Bagagliaio da famiglie allargate: la capacità è di 485 litri e il portellone si apre elettricamente, così come si richiude sempre elettricamente grazie al comodo pulsante. Piatta la soglia di carico e zero problemi per caricare oggetti voluminosi, a patto di abbattere i sedili 60:40. Tornando per un attimo al posto guida, interessante il selettore delle modalità di guida, tra poco capirete perché.
Tra le altre dotazioni di serie di Cupra Ateca figurano il caribatteria wireless, l’amplificatore del segnale GSM, Camera a 360° e il sistema di assistenza al parcheggio.
Motorizzazioni
Cupra si presenta al mondo con una vecchia conoscenza, presa in prestito dalla Leon, montata sul SUV iberico Muy Rapido: si tratta del 2.0 TSI turbo benzina già in forza sulla Leon Cupra: i cavalli sono 300 per 400 Nm di coppia e i dati relativi alle prestazioni fanno quasi pensare di non trovarsi davanti al più classico degli Sport Utility Vehicle: 5,2 secondi per raggiungere da fermi i 100 km/h e 247 km/h di velocità massima. Sempre di serie il cambio automatico DSG a 7 rapporti con palette al volante e la trazione integrale intelligente 4Drive.
Venuto il momento di guidare la Cupra Ateca, con la dovuta curiosità che si riserva a un prodotto di nicchia ma comunque interessante per un appassionato, le prime impressioni sono positive: il motore è un gioiellino e il tiro è costante, oseremmo dire quasi esuberante e in grado di attaccarvi al sedile fin dai primi metri, specie nelle modalità Sport e Cupra (le altre quattro sono Comfort, Individual, Offroad e Snow).
In accelerazione, quindi, i 5,2 secondi di cui parlavamo sono in effetti sbalorditivi e il Launch Control da una preziosa mano a bruciare tutti in partenza. In frenata la garanzia è data dall’impianto frenante Brembo presente sulla vettura a noi data in prova durante il test drive internazionale, ma c’è comunque da giurare che anche l’impianto frenante montato di serie su cerchi da 19” sia comunque molto prestante.
Superato l’esame a volante dritto con buoni voti, è ora di giudicare la Cupra Ateca tra le curve. Gli organizzatori hanno pensato bene di chiudere un tratto di strada a poche decine di chilometri di distanza da Barcellona, culla di Seat non certo da ieri. Beh, tra i tornanti ad ampio e corto raggio, l’handling del SUV con il tribale sulla griglia è notevole ed è questo l’aspetto che colpisce di più della vettura, ancor di più rispetto alla grinta del motore che, come abbiamo visto, non manca.
Rollio praticamente inesistente, prima cosa da osservare quando si è alla guida di un SUV o di una vettura comunque alta da terra, grazie alle sospensioni dinamiche adattive DCC (Dynamic Chassis Control) che si irrigidiscono in base alla modalità di guida. C’è poi la garanzia del MacPherson all’anteriore e del Multilink al posteriore a rendere l’auto molto affilata, precisa. Insomma in curva questo SUV non delude affatto, anzi, regala emozioni, e questo onestamente non ce lo saremmo mai aspettato.
Si vede che il lavoro per differenziare le due Ateca è stato notevole. Ad avvalorare questa tesi entrano in gioco la già citata trazione 4Drive che analizza in tempo reale condizioni della strada, velocità della vettura, velocità di ciascuna ruota, posizione del volante e stile o modalità di guida, per fornire in qualsiasi momento, in maniera rapida e progressiva, la potenza necessaria a ciascuna delle ruote. A ciò si aggiunge lo sterzo progressivo, sempre in grado di indurirsi a dovere quando si spinge e a diventare docile in città, luogo in cui la Cupra Ateca si guida comunque molto bene e tira fuori la sua parentela con la Seat Ateca.
Bello il rumore dei quattro scarichi anche se nell’abitacolo penetra onestamente troppo poco. Speriamo si riesca atirare fuori più cattiveria con la futura Cupra Leon, gli appassionati di tutta Europa sono lì ad aspettare.
Toccando il tema ADAS, sono di serie la frenata d’emergenza, il Lane Assist, l’High Beam Assist (dispositivo assistenza abbaglianti) e la Top View Camera a 360°. Si pagano a parte (Advancede Comfort & Driving Pack Plus) il Traffic Jam Assist, l’Emergency Assist, l’Adaptive Cruise Control, il Traffic Sign Recognition e il Blind Spot Detection.
La nuova Cupra Ateca è già ordinabile e i primi 7.000 a sceglierla riceveranno, come omaggio, un bracciale in carbonio e una Cupra Member Box che segnerà il loro ingresso nel mondo Cupra. Per quanto riguarda i prezzi da listino, vi rimandiamo come sempre al nostro link dedicato con dettagli su dotazione di serie e optional.
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