La crisi che sta interessando ancora una volta il Medio Oriente potrebbe portare a dei nuovi possibili rialzi per i prezzi dei carburanti. Una nuova impennata potrebbe quindi coinvolgere i prezzi dei carburanti erogati alla colonnina, con la questione mediorientale pronta a stravolgere anche gli equilibri e le finanze degli automobilisti italiani.
Le tensioni tra Israele e Palestina sono lontane solo dal punto di vista geografico e ci riguardano molto più di quanto si possa pensare. Oltre che alle ripercussioni politiche, anche quelle economiche sono pronte a riversarsi sugli italiani, in particolar modo sugli automobilisti, i quali a breve potrebbero confrontarsi con un nuovo caro carburanti. I prezzi esercitati alla colonnina potrebbero schizzare alle stelle in brevissimo tempo a causa della crisi in Medio Oriente, quindi dopo il leggero ribasso che si era verificato nelle ultime settimane sarebbe pronta una repentina risalita del prezzo di benzina e Diesel.
Gli effetti di queste tensioni tra Israele e Palestina stanno dando slancio alle quotazioni di greggio e gas, come hanno notato subito gli analisti, i quali hanno riscontrato a Londra, ad esempio, che le contrattazioni per il Brent si sono assestate intorno agli 87,4 dollari al barile, con picchi di 90 dollari durante le sessioni notturne. Discorso medesimo per il gas, che ad Amsterdam ha toccato i 41 euro in apertura, con un +7% rispetto ai giorni scorsi.
La situazione attuale inerente i prezzi di Diesel e benzina è stata analizzata dai rilevamenti dell’Osservatorio del Mimit che si basa sui prezzi comunicati dai gestori italiani. I prezzi medi del self-service si aggirano sui 1,948 euro/litro per la benzina e a 1,917 euro/litro per il Diesel, sopra i 2 euro invece il servito, con 2,087 euro/litro per la verde e 2,056 euro/litro per il gasolio. Come sempre è diversa la situazione in autostrada, con il servito a 2,280 euro/litro per la benzina e 2,261 euro/litro per il Diesel. Il GPL viene erogato a 0,718 euro/litro, mentre il metano a 1,396 euro/kg (-1) e infine Gnl a 1,285 euro/kg.
Non si è fatto attendere in giornata il comunicato del Codacons per commentare la vicenda. Ecco quanto segue: “Gli effetti della guerra in Israele potrebbero sentirsi da subito sulle tasche degli italiani, con un impatto fino a +390 milioni di euro al mese solo per i costi legati ai rifornimenti di carburante. Lo afferma il Codacons, commentando l’impennata delle quotazioni del petrolio, con il Brent schizzato sopra gli 87 dollari al barile a seguito dello scoppio del conflitto. Il calo dei listini alla pompa registrato negli ultimi giorni in Italia rischia di essere del tutto vanificato dagli effetti della guerra tra Hamas e Israele – spiega l’associazione – Sappiamo che ogni aumento delle quotazioni petrolifere si riflette in modo pressoché immediato sui prezzi di benzina e gasolio, e già domani potremmo assistere ad un assestamento al rialzo dei listini presso i distributori. Un danno evidente per le tasche dei cittadini: un aumento di 10 centesimi di euro al litro per benzina e gasolio equivale ad un maggior esborso pari a +5 euro a pieno, con un impatto stimabile in + 390 milioni di euro al mese per le famiglie italiane solo per la voce rifornimenti di carburante. A tale effetto diretto occorrerebbe poi aggiungere quello indiretto legato ai prezzi al dettaglio – aggiunge il Codacons – In presenza di rialzi per benzina e gasolio i listini dei prodotti trasportati, a partire dagli alimentari, subirebbero un aggravio come conseguenza dei maggiori costi di trasporto, con ulteriori ripercussioni negative per le famiglie“.
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