Da qualche giorno si parla di Coronavirus e aria condizionata e di quanto la seconda influisca sulla diffusione del primo. Dalla Cina arriva uno studio che aiuta a chiarire le cose, anche se lascia ancora libera interpretazione su alcuni aspetti.
Dalla ricerca cinese, infatti, emerge che l’utilizzo di aria condizionata in ambienti affollati può causare l’aumento della diffusione del Coronavirus. I 3 centri di ricerca di Guangzhou pubblicheranno nel prossimo mese di luglio i risultati di questo studio su una nota rivista scientifica americana (Emerging Infectious Diseases). Vediamo cosa dice:
“Dal 26 gennaio al 10 febbraio 2020, uno scoppio della nuova malattia del coronavirus del 2019 (COVD-19) ha colpito 10 persone di 3 famiglie (famiglie A – C) che avevano mangiato nello stesso ristorante climatizzato di Guangzhou, in Cina. Una delle famiglie aveva appena viaggiato da Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina. Abbiamo effettuato un’indagine dettagliata che ha collegato questi 10 casi insieme”.
Il 23 gennaio 2020, la famiglia A viaggiò da Wuhan e arrivò a Guangzhou. Il 24 gennaio, il paziente A1 ha pranzato con altri 3 membri della famiglia (A2 – A4) nel ristorante X. Altre due famiglie, B e C, erano sedute ai tavoli vicini nello stesso ristorante. Più tardi quel giorno, il paziente A1 ha avuto insorgenza di febbre e tosse ed è andato in ospedale. Entro il 5 febbraio, altri 9 (4 della famiglia A, 3 della famiglia B e 2 della famiglia C) si erano ammalati di Coronavirus.
L’unica fonte nota di esposizione per le persone colpite nelle famiglie B e C era il paziente A1 al ristorante, che ha trasmesso il virus ad almeno un membro della famiglia B e ad almeno un componente della famiglia C.
La figura mostra la disposizione dei tavoli dei ristoranti e il flusso d’aria dell’aria condizionata. I cerchi rossi indicano i posti a sedere dei futuri pazienti; il cerchio rosso con interno giallo indica il paziente A1.
Questo ristorante è situato al terzo piano di un edificio di 5 piani con aria condizionata e senza finestre. Con una distanza di circa un metro tra ogni tavolo, le famiglie A e B sono state sedute in contemporanea per 53 minuti e le A e C per 73 minuti. Ovviamente nella sala non erano presenti solo queste tre famiglie, ma ben 91 persone, di cui 83 clienti. Solamente 10 persone si ammalarono di Coronavirus.
“Dal nostro esame delle potenziali vie di trasmissione, abbiamo concluso che la causa più probabile di questo focolaio era la trasmissione di goccioline. Sebbene il paziente A1 fosse asintomatico durante il pranzo, è stata segnalata la trasmissione presintomatica. Dati i periodi di incubazione per la famiglia B, lo scenario più probabile è che tutti e 3 i componenti della famiglia B siano stati infettati direttamente dal paziente A1. Per la famiglia C, uno scenario possibile è che entrambi i pazienti C1 e C2 siano stati infettati dal paziente 1. La trasmissione di virus in questo focolaio non può essere spiegata dalla sola trasmissione di goccioline. Le goccioline respiratorie più grandi (> 5 μm) rimangono nell’aria solo per un breve periodo e viaggiano solo per brevi distanze, generalmente <1 m (2,3). Le distanze tra il paziente A1 e le persone agli altri tavoli, in particolare quelle al tavolo C, erano tutte> 1 m. Tuttavia, un forte flusso d’aria dal condizionatore d’aria potrebbe aver propagato le goccioline da un tavolo all’altro”.
“Il nostro studio ha dei limiti” conclude il centro di ricerca, “non abbiamo condotto uno studio sperimentale per simulare la via di trasmissione aerea. Concludiamo, per, che in questo focolaio, la trasmissione delle goccioline è stata provocata dalla ventilazione con aria condizionata. Il fattore chiave per l’infezione era la direzione del flusso d’aria”.
Per quanto riguarda l’utilizzo dell’aria condizionata in auto durante il Coronavirus, va da sé che in caso di più persone all’interno dell’abitacolo l’utilizzo è sconsigliato, mentre non vi sono ancora riferimenti concreti, che sono comunque meno probabili, di contagio dall’esterno all’interno attraverso l’utilizzo dell’aria condizionata in abitacolo.
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