Una prima fila il sabato, un pugno di mosche la domenica. Sebbene ci fossero tutti i buoni propositi per una clamorosa doppietta in quel della Cina, prima una strategia non troppo azzeccata (al contrario di quella confenzionata ad hoc per Ricciardo) non ha permesso a Vettel di conquistare la vittoria. Mettici poi il contatto Verstappen Vettel e il patatrac è servito.
La Ferrari che esce dalla Cina non è quella che ha mostrato i muscoli in Bahrain e in Australia. Non tanto per lo stato di forma, quello c’è, quanto per la consapevolezza che questo mondiale è il più equilibrato degli ultimi anni, con almeno tre team in grado di contendersi la vittoria in ogni GP e andare alla conquista del mondiale non sarà una passeggiata, sarà una scalata.
Eliminato dalla corsa per la vittoria, il ferrarista ha dovuto quindi subire la rimonta della Red Bull che ha azzeccato la strategia delle gomme: passato Ricciardo, autore come sempre di sorpassi da capogiro, lo stesso non è avvenuto con Verstappen. Troppo arrembante il pilotino dei Paesi Bassi, ripreso anche dal suo protettore in seno alla Red Bull Helmut Marko.
Sorpasso impossibile, frenata lunga, testacoda, addio sogni di gloria. La gara di Vettel è finita lì, anzi da lì in poi il tedesco ha pensato solo di riportare la macchina a casa e ha dovuto subire altri sorpassi, finendo ottavo.
La Ferrari c’è, la Red Bull pure, ciò che manca è un po’ di calma. C’è chi invoca una gara di stop al figlio di Jos, c’è chi dice che sta imparando. Noi crediamo che un po’ di sana umiltà non guasterebbe, perché un conto è la Play Station, un conto è la vita reale, in pista.
Vettel, da quattro volte campione del mondo qual è, è corso dal suo giovane e arrembante rivale per dirgliene quattro, in tutta sincerità. I contenuti del dialogo sono top secret ma una pacca finale sulla spalla sembra aver riportato la pace tra i due. L’osservato speciale di questo mondiale è però lui, il giovane Max che sta soffrendo oltremodo la vicinanza di box con un campione puro e cristallino come Daniel Ricciardo.
Tornando a Vettel, la gara opaca di Hamilton, giunto ai piedi del podio, ha spento gli allarmismi in casa Ferrari. dopo i 50 punti delle prime due trasferte, qualche punto perso nei confronti del rivale ci può stare. Ora però, sul cittadino di Baku, bisogna tornare ad attaccare, teenager olandesi permettendo…
“E’ stata una gara piuttosto difficile e non molto gradevole. Alla partenza sono scattato bene, ma poi ho dovuto alzare il piede e questo mi è costato diverse posizioni. Dopo il pit stop la macchina andava bene e il feeling era buono; a quel punto eravamo indietro, ma riuscivo a vedere le altre macchine alla fine del rettilineo. La Safety Car ci ha rimesso in gara e così mi sono avvicinato a Bottas ma non sono mai riuscito ad attaccare veramente. Oggi ci prendiamo la terza posizione, ma ovviamente, quando parti dalla prima fila, è ben lontano dal risultato ideale. Cercheremo di fare meglio la prossima volta.”
“Sono stato fortunato a finire la gara. Dopo un incidente come quello che ho avuto, credo che avremmo anche potuto restare fermi in pista. La fortuna sta nel fatto che la macchina ha potuto proseguire, anche se totalmente sbilanciata. Abbiamo perso il comando dopo il pit stop e questo non è stato ideale. Eravamo sicuri che saremmo usciti ancora davanti, ma non è andata così. L’ingresso della Safety Car in pista in quel momento non è stato ottimale per me e Valtteri perché non avevamo più la possibilità di reagire. In seguito era chiaro che Red Bull andasse più veloce, e credo che fosse inutile resistere più di tanto, visto come Daniel si stava avvicinando da dietro; poi lo stesso è accaduto con Max…”
E sull’episodio con Verstappen Vettel guarda il lato positivo: “Gli ho concesso spazio nel caso in cui avesse bloccato un po’ le gomme, ma ha perso la macchina completamente e a quel punto c’è stata la collisione. Credo che abbia capito di aver sbagliato. Siamo stati entrambi fortunati a poter proseguire, ma poteva anche evitare quella manovra. Ho apprezzato il fatto che sia venuto da me subito perché questo è il modo di risolvere casi simili, faccia a faccia. Ma, ovviamente, questo non è il risultato che avremmo voluto.”
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