A Peeble Beach tutte le attenzioni si sono concentrate su un concept davvero particolare: si chiama Infiniti Prototype 9 e rappresenta l’unione tra passato e futuro nata dall’idea della Casa giapponese di riproporre le forme delle auto da corsa degli anni ’40 in versione moderna, con l’immancabile propulsione elettrica.
La filosofia di questo concept nasce in officina, come ai vecchi tempi. Più di 70 anni fa gli artigiani creavano i lamierati delle carrozzerie battendoli a mano, creando forme che ancora oggi ci lasciano con la bocca aperta. La stessa tecnica, rivista in chiave moderna, è stata utilizzata nel reparto di design del Marchio Infiniti, nella sede di Atsugi in Giappone.
Sotto alla lunga carrozzeria in acciaio del cofano motore, a differenza delle inquinanti auto del passato del motorsport, si nasconde una meccanica che guarda al futuro. Più che di meccanica dovremmo parlare di batterie, infatti per l’ Infiniti Prototype 9 la scelta è ricaduta su un motore elettrico da 148 CV alimentato da una singola batteria agli ioni di litio.
Il peso ridotto di Infiniti Prototype 9, solo 890 chilogrammi, permette al concept giapponese di raggiungere prestazioni di tutto rispetto: 0-100 km/h in 5,5 secondi e una velocità massima di 170 km/h, non male per un’arzilla vecchietta, almeno nel look.
“Tutto è iniziato con una semplice domanda”, afferma nel comunicato ufficiale rilasciato da Infiniti Alfonso Albaisa, responsabile del design: “Cosa succederebbe se avessimo trovato un’auto nella punta meridionale del Giappone, sepolta in un fienile, nascosta da tutti per 70 anni?”
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