Carlos Ghosn, ex numero uno di Renault-Nissan, è fuggito dal Giappone, paese nel quale era in libertà vigilata dopo l’arresto del novembre del 2018. Ma come ha fatto Carlos Ghosn a fuggire? Questa la domanda che si fanno tutti in queste ore.
La casa di Carlos Ghosn era sorvegliata e non era più in possesso di nessuno dei suoi tre passaporti: ma lunedì scorso è arrivato lo stesso in Libano, lasciando tutti sgomenti.
Ghosn ha fatto sapere attraverso i suoi legali, che non stava fuggendo dalla giustizia ma sta piuttosto cercando di evitare “ingiustizia e persecuzione politica“.
L’ex presidente Nissan, che si trovava ai domiciliari a Tokyo in attesa di processo per frode industriale e fiscale ha poi fatto sapere che “ora non sarò più tenuto in ostaggio da un sistema giudiziario giapponese truccato in cui si presume la colpa, la discriminazione dilaga e vengono negati i diritti umani di base, in flagrante disprezzo degli obblighi legali del Giappone ai sensi del diritto internazionale e dei trattati che è vincolato a sostenere“.
In Libano – scrive il New York Times – Carlos Ghosn è considerato una sorta di eroe e grazie agli ottimi rapporti che aveva coltivato nel paese lì sarà al sicuro dalle autorità giapponesi.
Ma quindi come ha fatto Carlos Ghosn a fuggire? Dalle ricostruzioni pare essere arrivato in Libano con un aereo privato dalla Turchia e le autorità libanesi hanno confermato che Ghosn è entrato nel paese con un passaporto francese valido e con la sua carta d’identità libanese.
Tale ipotesi però è in contraddizione con la notizia che il passaporto francese di Ghosn, così come gli altri due in suo possesso, fossero stati consegnati al suo avvocato giapponese, Junichiro Hironaka, cosa che quest’ultimo ha confermato martedì ai giornalisti. Per questi aspetti, in Giappone molti stanno sostenendo che nella sua fuga Ghosn sia stato direttamente aiutato dalle autorità libanesi, che potrebbero aver fornito al fuggiasco un passaporto falso per uscire dal paese.
Il mistero più grande però è come Ghosn sia uscito dal Giappone senza che se la polizia che sorvegliava la sua abitazione se ne accorgesse e senza essere fermato dagli agenti di frontiera. Un giornale libanese, citato dal New York Times, ha parlato della possibilità che Ghosn sia scappato da casa sua nascosto all’interno di uno scatolone. Una fuga degna di un romanzo criminale, ma d’altra parte in passato Ghosn aveva già dato prova di essere un grande escapologo, si pensi a quando si travestì da operaio con in testa un cappellino con il marchio di un’azienda di manutenzione ferroviaria per eludere i giornalisti quando fu liberato dal carcere.
Ghosn ha promesso che parlerà in modo più completo con i giornalisti “a partire dalla prossima settimana”, non ci resta dunque che attendere gli sviluppi per capire come ha fatto Carlos Ghosn a fuggire.
I media giapponesi, in queste ore stanno accusando di “codardia” Carlos Ghosn, l’ex ceo di Renault-Nissan fuggito in Libano per evitare il processo in Giappone. “Scappare è un atto codardo che prende in giro il sistema giudiziario giapponese”, scrive lo Yomiuri Shimbun.
“L’imputato Ghosn insiste nel dire di essere sfuggito a una persecuzione politica, ma recarsi all’estero senza permesso è contro le condizioni della sua cauzione e prende in giro il sistema giudiziario giapponese”, scrive invece il liberale Tokyo Shimbun.
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