Dopo anni di dibattiti accesi, l’Unione Europea cambia passo: la Commissione guidata da Ursula von der Leyen ha deciso di anticipare la revisione del regolamento che prevede lo stop alle auto benzina e Diesel nel 2035.
Una mossa che segna una svolta politica e industriale, e che potrebbe ridefinire completamente il percorso della transizione ecologica in Europa.
Von der Leyen: “Acceleriamo la revisione entro fine anno”
L’annuncio è arrivato direttamente dalla presidente della Commissione, attraverso una lettera inviata ai leader dei 27 Paesi membri in vista del vertice europeo del 23 ottobre:
“A seguito dell’ultimo dialogo strategico ho deciso di accelerare la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni entro la fine di quest’anno”, ha scritto Ursula von der Leyen, lasciando intendere un cambio di rotta rispetto al dogma del full electric.
Parola d’ordine: flessibilità e neutralità tecnologica
La presidente ha chiarito che l’obiettivo non è rallentare la transizione, ma renderla più realistica e sostenibile.
Nella revisione in arrivo, Bruxelles valuterà il ruolo dei carburanti a basse e zero emissioni nella mobilità futura, citando esplicitamente e-fuel e biocarburanti avanzati come soluzioni complementari all’elettrico.
Un passaggio che segna il riconoscimento ufficiale del principio di neutralità tecnologica: non più una sola via obbligata verso la mobilità elettrica, ma più strade diverse per raggiungere le emissioni zero.
Una posizione che accoglie le richieste avanzate da tempo da diversi governi e costruttori europei – Italia, Germania e Francia in testa – preoccupati per l’impatto economico e industriale di una transizione troppo rigida.
Una partita politica e industriale delicata
Da qui a fine 2025 la Commissione dovrà trovare un equilibrio tra gli Stati membri.
Da un lato i Paesi che chiedono maggiore flessibilità (tra cui Italia, Germania e Polonia), dall’altro quelli più fedeli alla linea “full electric”, come i Paesi scandinavi, Spagna e Portogallo.
L’anticipazione della revisione rientra anche in un piano più ampio di aggiornamento del Green Deal europeo, che punta alla neutralità climatica entro il 2050, ma con strumenti più bilanciati tra sostenibilità ambientale e competitività industriale.
I costruttori si muovono: ritorno ai motori termici e modelli ibridi
Nel frattempo, molti marchi hanno già rivisto le proprie strategie. Porsche ha annunciato un nuovo SUV con motore termico, Alfa Romeo ha posticipato il lancio della nuova Stelvio elettrica per introdurre versioni ibride, mentre Lancia, con la nuova Gamma, ha confermato da subito la presenza di motori elettrificati.
Segnali concreti di un’industria che non vuole abbandonare il termico, ma rende più efficiente ciò che già esiste, nell’attesa che l’infrastruttura elettrica europea sia davvero pronta.
Il futuro: un’Europa più flessibile e competitiva
L’impressione è che Bruxelles voglia aprire definitivamente alla neutralità tecnologica, mantenendo però una preferenza strategica per l’elettrico. La chiave sarà costruire un sistema europeo sostenibile anche dal punto di vista economico, capace di contrastare la concorrenza dei produttori cinesi.
Un esempio di questa nuova visione è il progetto delle kei car europee: piccole auto elettriche low-cost prodotte all’interno dell’Unione, un’idea che unisce politica e industria e potrebbe rappresentare la vera democratizzazione della mobilità a zero emissioni.
Ora resta da capire quando e come la Commissione formalizzerà la nuova strategia. Ma la direzione è tracciata: l’Europa non torna indietro, semplicemente sceglie una transizione più intelligente.

