Elettrica, confortevole e adatta per la città. Se volessimo riassumere in tre definizioni la nuova Citroen e-C4, quest’ultime le calzerebbero a pennello. Elettrica, nonché la prima Citroen a batterie a nascere sulla versatile piattaforma CMP, al centro dei progetti di Stellantis e che riguarderà da vicino anche i marchi italiani del 4° gruppo mondiale dell’automotive. Confortevole, perchè che Citroen sarebbe senza confort e adatta per la città, vista la dimensione della batteria (50 kWh) che spinge chi acquista e-C4 a muoversi poco fuori dalla città, specie se c’è da affrontare un viaggio in autostrada.
e-C4 non è altro che la controparte elettrica della nuova berlina del Double Chevron presentata all’inizio dell’anno. Fa suo un design meno morbido e più sportivo, mischiando la firma luminosa di un’avveniristica concept car a quel lunotto inclinato che fa tanto C4 dei primi anni 2000. Vediamo come si guida, come è fatta e quanto costa la nuova Citroen e-C4 ma soprattutto cosa vuol dire passare qualche giorno con lei tra ricariche, viaggi pianificati e un sapiente utilizzo del piede destro.
Dicevamo del design di nuova Citroen e-C4. Al frontale i designer Citroen hanno optato per un muso affilato, premiante dal punto di vista aerodinamico, adornandolo con la firma luminosa già proposta sulla concept cui accennavo, la CXPerience, con il motivo a Y che ha davvero il suo perchè. Lateralmente dominano i passaruota importanti così da strizzare l’occhiolino al mondo dei crossover, giusto perchè le mode non possono rimanere una variante, diventano quasi obbligate. La e-C4 è lunga 4,36 metri, larga 1,80 metri e alta 1,53 metri. Pur condividendo la piattaforma CMP con vetture di segmento B come la Peugeot 208 o la Opel Corsa, la berlina Citroen riesce a offrire più spazio grazie a sbalzi più pronunciati ma anche a un passo che misura 2,67 metri contro i 2,54 delle concorrenti, seppur della stessa famiglia Stellantis.
Dietro, invece, le luci ripropongono il motivo a Y ma appaiono meno eleganti rispetto al frontale. complice una coda sì spiovente ma tronca a livello del portellone. Qui si segnala poi un problema che in Citroen hanno accettato pur di legarsi al passato di questo modello. Parlo dell’elemento che da fuori appare come un piccolo spoiler ma che, da dentro, diventa ingombrante dal punto di vista della visibilità. Il lunotto è già piccolo, come su ogni SUV/crossover coupé, e tale orpello non aiuta. Per fortuna sull’allestimento da noi provato, il più ricco Shine, c’è la telecamera posteriore (di serie dal secondo, su tre, degli allestimenti proposti. E sul primo? Ci sono solo i sensori di parcheggio).
Infine la vernice è la particolare ma appariscente Iceland Blue metallizzata, 700 euro a richiesta (di serie c’è la Orange Pulse sempre metallizzata). Dentro la C4 appare subito ben proporzionata, con una visibilità che, lunotto a parte, permette di avere buon dominio della strada. I sedili sono morbidi, dotati delle nuove schiume poliuretaniche del programma Citroen Advanced Comfort, ma non sono contenitivi: comodi sì ma in curva il corpo va un po’ dove vuole (almeno quello dei passeggeri).
La struttura della plancia è stata tuttavia rivista e si discosta molto, ad esempio, da quella della best seller C3. Innanzitutto il nuovo schermo centrale touch, ora con una diagonale da 10″ fin dal primo allestimento, che cambia la struttura dei suoi menu e viene incastonato da una cornice in plastica nera lucida che, come sul tunnel centrale, tende facilmente a sporcarsi nonché a rigarsi (pensiamo a un semplice anello, a prescindere da chi lo indossa). C’è poi il quadro strumenti virtuale TFT da 5,5″ appena dietro il volante, anche lui rivisto nella disposizione dei tasti e dalla buona presa. La vera novità è però il ritorno dei tasti fisici per la regolazione del climatizzatore, monozona. Un tocco che è mancato nelle ultime Citroen, dove tutto si regolava dallo schermo centrale, scelta in parte criticata e che ha avuto i suoi effetti.
Infine, sul tunnel, troviamo il selettore della modalità di guida, quello della modalità di marcia e il pulsante con il fulmine che richiama direttamente le schermate dedicate ai flussi di energia, alle statistiche dei consumi o alla pianificazione della ricarica. Non ultimo, ci sono due vani per riporre smartphone (anche quello del passeggero), il più basso dei quali si può sollevare liberando ulteriore spazio sottostante per monete e altri piccoli oggetti.
Altra novità, lato passeggero, riguarda un pratico supporto per tablet che fuoriesce dal cruscotto. Seconda fila comoda, con sedili morbidi, e bagagliaio nella norma, con 380 litri sotto la cappelliera estendibili fino a 1.320 litri. Nulla cambia tra le versioni termiche di C4 e l’elettrica, un plus consentito dalla versatile piattaforma CMP. Non tutte le concorrenti, tolte ovviamente le altre elettriche che nascono sulla stessa piattaforma, possono dire lo stesso.
Ah, questa autonomia. Compri elettrico e la prima cosa che pensi è, giustamente: “quanta strada potrò fare con la mia macchina prima di cercare una colonnina”? La risposta è…dipende. Le auto elettriche ex-PSA, quindi Opel, Citroen, DS e Peugeot, montano tutte, almeno per il momento, il pacco batterie da 50 kWh e il motore elettrico da 100 kW.
Ne risulta un propulsore prestante, settabile su diverse potenze (in Eco viene limitato a 80 CV e l’autonomia cresce, viceversa in Sport dove vengono liberati tutti e 136 CV a scapito delle percorrenze), capace comunque di scattare bene sullo 0-50 km/h e di chiudere la pratica 100 km/h in 9 secondi, sull’ordine di un motore benzina di pari potenza (ma con l’elettrico si perde qualcosa in allungo). Il merito va alla proverbiale coppia istantanea (260 Nm disponibili da subito) che fa scattare la e-C4 ai semafori. Capitolo batteria: con 50 kWh, appena 6 in più della batteria di Fiat 500 elettrica, una vera citycar che fatica fuori dai confini urbani, la francese oltrepassa la barriera della città ma avventurarsi fuori significa dipendere in tutto e per tutto dalle colonnine, come spiego di seguito raccontando l’esperienza di qualche giorno a bordo della vettura.
In numeri, abbiamo ritirato la nostra e-C4 completamente carica e l’indicatore segnava 342 km di autonomia, un valore tutto sommato buono. Ci si accorge però molto presto, entrando in autostrada dopo aver lasciato Milano, che bisognerà essere cauti sull’acceleratore, non esagerare con l’aria condizionata (nonostante il caldo torrido al momento del test) ed eventualmente viaggiare in Eco, quindi con potenza ridotta, per giungere a destinazione, nel nostro caso Torino. 342 km garantiti ma, effettivi, meno di 130. Risultato? All’arrivo la batteria era da caricare.
Questa è l’elettrica oggi se parliamo di batterie intorno ai 50 kWh. Tutto diverso il discorso in città, dove sfruttando bene la modalità “B” (attivabile dal tunnel centrale) si intensifica il recupero energetico e sia i consumi sia le percorrenze rimangono fedeli al dichiarato WLTP. In questo caso con la e-C4, considerando le medie percorse giornalmente dalla maggior parte degli italiani, si viaggia per una settimana e la colonnina rimane un ricordo. La colonnina, dove e-C4 si ricarica in 30 minuti al Super Charger (fino a 100 kW in CC) e in 7 ore da una wall box monofase 11 kW trifase (a 32 Ampere), quella che potreste installare nel vostro garage a fronte dell’acquisto di un’auto elettrica.
Vi suggeriamo, infatti, di utilizzare le colonnine pubbliche, la cui diffusione sta aumentando, non come la normalità ma come un’eccezione. Per non incombere nella famosa ansia di ricarica la soluzione è ricaricare, di notte, presso la propria abitazione, sempre se siete in possesso di un garage. Ah, dalla presa domestica, la classica 230 V in 8 Ampere, di ore ne servono ben 31 per una carica completa!
Il sottoscritto, non domo, ha poi voluto mettere alla prova le doti della e-C4, compiendo il viaggio che qualsiasi essere umano potrebbe decidere di fare a prescindere dall’auto in suo possesso. La famosa gita al centro commerciale il sabato pomeriggio. Nel mio caso, Torino – Outlet Vicolungo (NO) – Torino. All’andata tutto bene, parto carico e arrivo con il 30% delle batterie. Mi trovo costretto a caricare presso il centro commerciale alle porte di Novara e, per mia fortuna, trovo una colonnina Fast Charge di Enel X libera (max 50 kW, 0,50 centesimi al kWh) dalla quale carico la vettura all’80% con una spesa di circa 14 euro, il giusto per tornare a casa in tutta serenità. La domanda è, quesito che attanaglia tutti i possessori di auto elettriche: e se avessi trovato due auto in coda a caricare prima di me o se la colonnina fosse stata fuori uso? Avrei perso il pomeriggio? Probabilmente sì, ed era un sabato di vacanza. Ma chi deve andare a un appuntamento o, peggio, non può permettersi ritardi sul posto di lavoro?
Il viaggio in elettrico, oggi, lo ribadiamo, va pianificato a puntino: i punti di ricarica oggi ci sono, forse più al nord che al sud o comunque con nette differenze in base ai territori, ma la situazione è differente rispetto a 2/3 anni fa. Bisogna però avere tempo, voglia di pianificare e di guidare in un altro modo. A tutto ciò bisogna poi sommare gli incentivi statali, l’annullamento del bollo e altri vantaggi quali il parcheggio gratuito sulle strisce blu. Basta per rendere appetibile l’elettrico?
Dubbi a parte, la Citroen e-C4 monta di serie le nuove sospensioni con smorzatori idraulici progressivi e ne risulta un comfort di marcia sopraffino. Certo, l’assetto vira al morbido, e a qualcosa in più, tanto che i movimenti di cassa tra cui un accentuato rollio sono il lato sbagliato della medaglia quando si parla di comfort; d’altro conta, chi compra Citroen sa che troverà un’auto confortevole più che sportiva per definizione e la e-C4 conferma questa massima, per buona grazia dei vostri viaggi e delle vostre schiene.
Infine buona è la dotazione di sistemi di assistenza alla guida: sempre di serie il Pack Safety con Lane Keep Assist, In Crash Braking, Active Safety Brake con funz. Video, Allerta rischio collisione, riconoscimento dei segnali stradali, regolatore e limitatore velocità e Driver Attention Alert. Sulla top di gamma si aggiungono l’Active Safety Brake con riconoscimento pedoni/ciclisti, sistema di sorveglianza dell’angolo morto, regolatore di velocità attivo con Stop & Go e la commutazione automatica dei fari.
Il prezzo da listino della Citroen e-C4 parte da 35.400 euro per il primo allestimento ma la vettura da noi provata, in allestimento Shine (praticamente senza optional, vernice metallizzata a parte) costa 37.900 euro. Con la tinta indicata, siamo a 38.600 euro. Sempre validi gli incentivi statali a fronte della rottamazione più gli eventuali sconti regionali. Se rientrate in entrambi i casi, cioè possedete un’auto più vecchia di 10 anni e avete la residenza nella regione dove gli sconti sono maggiori, come la Lombardia, la e-C4 può essere vostra per circa 20.000 euro, un prezzo competitivo nei confronti della stessa C4 in versione Diesel o benzina.
Concorrenti? Si parte dalle elettriche che, come lei, condividono la medesima piattaforma nonché potenza e caratteristiche di autonomia: Peugeot e-208, Peugeot e-2008, Opel Corsa-e, Opel Mokka-e, DS 3 Crossback E-Tense. Siamo comunque in un segmento B con alcune incursioni da C (4,36 metri è infatti una lunghezza tipica delle berline compatte), mentre guardando ad altre concorrenti parliamo di Volkswagen ID.3, Evo Electric, e le giapponesi/coreane Hyundai Kona EV, Kia Niro EV e Mazda MX-30.
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