Categorie: Prove su strada

Citroen C4 Cactus Shine 1.2 VTI 82 CV: la prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

Scopriamo insieme la nuova Citroën C4 Cactus. Una crossover che sa guardare avanti, anche con la fantasia. I designer hanno fatto molto per dare alla C4 Cactus un aspetto originale, provocatorio nei particolari, esasperato nello spirito. Coerentemente con la propria vocazione avanguardista, la Casa del Double Chevron ha deciso di rivoluzionare il concetto di “urban crossover“. Può piacere o meno, ma la C4 Cactus è una di quelle vetture che non lascia indifferenti.

Noi di Autoappassionati abbiamo provato in prima persona la nuova Citroën C4 Cactus nell’allestimento SHINE ed equipaggiata con il motore PureTech da 1.2 litri VTI nella versione da 82 CV, trazione anteriore e cambio manuale a 5 rapporti.

Esterni: stravagante, unica e fuori dalle righe

Superfici essenziali e lisce, volumi fluidi e aggressività ridotta a zero. Questi gli elementi chiave del design della nuova C4 Cactus. Un look gentile e arrotondato ma anche votato alla funzionalità con delle proporzioni che sono state ottimizzate a beneficio dell’abitabilità. La silhouette è quella di una berlina compatta grazie ad una lunghezza di 4,16 m, una larghezza di 1,73 mun’altezza di soli 1,48 m. Inoltre, le quattro ruote sono posizionate ai quattro angoli del corpo vettura in modo da garantire un buon passo (2,60 m) e sbalzi ridotti. Al frontale ed in coda spiccano i gruppi ottici quadrangolari, con quelli anteriori sovrastati da “sopracciglia” a LED. Si sente la mancanza degli Xenon che purtroppo non sono presenti sulla C4 Cactus a differenza della C4 Picasso (da noi provata).

 

L’elemento più distintivo dell’auto rimane certamente il sistema degli Airbump®, un’esclusiva CITROËN. In pratica dei cuscini in TPU (poliuretano termoplastico) “caricati ad aria” posti sulla fiancata ed in grado di proteggere la carrozzeria dai piccoli danni legati all’utilizzo quotidiano. Gli Airbump® non richiedono manutenzione particolare e contribuiscono alla riduzione dei costi di riparazione. A colpire la nostra attenzione è stato di sicuro l’accostamento di colori della vettura in nostro possesso. Si passa dallo Shark Grey metallizzato della carrozzeria (600 Euro), agli Airbump® Grey (200 Euro), alle calotte degli specchietti in colore rosso fuoco (50 Euro), ai vetri posteriori scuri, per arrivare ai cerchi in lega da 17″ nella colorazione Cross Black (300 Euro) montanti pneumatici 205/50-R17.

Interni: minimal ed essenziale all’inverosimile

Originale fuori, originale e confortevole dentro. L’intento dei progettisti francesi era quello di creare il maggior spazio a bordo e una buona dose di comodità e possiamo confermare che ci sono riusciti molto bene. La plancia, bassa e dalle linee pulite, è concepita per offrire più spazio al passeggero anteriore. Davanti al sedile del passeggero troviamo il pratico vano portaoggettiTop Boxad apertura verticale. Tale soluzione se da un lato ha permesso di ricavare ulteriore spazio a bordo ha però costretto a posizionare l’airbag passeggero al di sopra dell’aletta parasole (priva per questo motivo anche dello specchietto di cortesia).

 

La qualità degli accoppiamenti interni è buona e riprende la qualità vista all’esterno. Le plastiche però non sono di primissima qualità ma ricordano molto le soluzioni adottate sulle ultimissime utilitarie. I sedili, in tessuto sul modello da noi provato, sono molto comodi ed avvolgenti il giusto allo stesso tempo. Piacevoli anche le maniglie delle portiere, impreziosite da elementi stilistici ispirati alle valige da viaggio ed alle loro cinghie in pelle. L’omologazione prevede 5 posti a bordo ma l’abitabilità è molto buona per sole 4 persone. Il bagagliaio infine offre un volume di carico di 358 litri che può arrivare fino a 1170 litri con un piano di carico decisamente piatto.

Una volta all’interno non si può non fare caso alla completa assenza di pulsanti e comandi. Questo risultato è stato ottenuto adottando un’interfaccia 100% digitale associata all’ottimizzazione dell’architettura del posto di guida. Sia la strumentazione tachimetrica che il sistema info-telematico si basano su 2 pannelli a cristalli liquidi, quello centrale è un 7 pollici touchscreen, che mandano in pensione lancette, manopole e bottoni.

 

Tante soluzioni, però, sono al risparmio. Iniziamo dall’assenza della bocchetta d’aerazione alla destra del passeggero, sostituita da una centrale di dimensioni maggiorate. Manca il contagiri all’interno del display posizionato dietro al volante che è stato sostituito dall’indicatore di cambiata. Manca l’automatismo in salita e discesa sugli alzacristalli anteriori, non solo lato passeggero, ma anche lato guida. I vetri posteriori si aprono solo a compasso, lasciando appena un piccolo spiraglio per la circolazione dell’aria. Mancano le maniglie di appiglio in alto sia all’anteriore che al posteriore e manca la regolazione in profondità del volante. Piccoli dettagli che se da un lato aiutano a contenere i costi e ridurre il peso, dall’altro indubbiamente lasciano l’amaro in bocca per una cura che sarebbe potuta essere maggiore.

Alla guida: silenziosa e consuma poco

Il motore è un PureTech 3 cilindri VTi di 1.199 cm3 di cilindrata, sviluppa una potenza di 60 kW (82 cv CEE) a 5.750 giri/min e raggiunge una coppia massima di 118 Nm a 2.750 giri/min. Il propulsore è abbinato ad un cambio manuale a 5 velocità dai rapporti piuttosto lunghi e fluidi, con una frizione leggera ma non inconsistente. L’economico propulsore ci ha sorpreso per le sue doti di elasticità e per i consumi contenuti che siamo riusciti a registrare durante la nostra prova. E’ risultato sempre pronto, anche se non estremamente potente, regalando una guida fluida e piacevole adatta al tipo di macchina su cui è stato montato. Permette di raggiungere una velocità massima di 171 Km/h e di accelerare nello 0-100 km/h in 12,9 secondi.

Sui percorsi cittadini ed in mezzo al traffico, ad una velocità di crociera di 50 Km/h, siamo riusciti ad ottenere un consumo di circa 18 Km/l. Spostandoci nell’extraurbano la Cactus ha fatto registrare ben 25 Km/l ad una velocità di 70 Km/h e comunque 20 Km/l ad una velocità di 90 Km/h. I consumi si alzano leggermente soltanto una volta approdati in autostrada dove, ad una velocità di crociera di 130 Km/h, la Crossover francese ha permesso di percorrere circa 14 Km/l (capacità serbatoio di 50 litri). Le emissioni di CO2 sono di 107 g per Km e rispettano la normativa Euro 6. I consumi registrati si avvicinano abbastanza a quelli dichiarati dalla casa e sono stati ottenuti per mezzo di una consistente riduzione del peso, circa 200 Kg in meno rispetto alla C4, e grazie ad alcune scelte a livello progettuale. La Cactus ha ora un peso a vuoto di appena 1040 Kg.

Comfort e silenziosità dominano all’interno dell’abitacolo, dove la spaziosità e la comodità dei sedili permettono di affrontare in tranquillità tanto le lunghe percorrenze quanto imbottigliamenti nel traffico cittadino. Sia viaggiando a velocità di crociera che nelle continue ripartenze cittadine notiamo che le vibrazioni del 3 cilindri sono praticamente impercettibili.

 

L’assetto è turistico, senza per questo rivelarsi eccessivamente morbido, merito anche dei cerchi da 17 pollici presenti sulla versione da noi provata. Le asperità, gli avvallamenti ed i dossi vengono bene assorbiti, garantendo un confort a bordo non male. Molto bene lo sterzo, seppur poco adatto alla guida brillante, rimane pronto, progressivo ed estremamente morbido portando grande beneficio durante le manovre di parcheggio. La riduzione del peso di 200 kg in rapporto alla C4, ha permesso alla Cactus una maggiore agilità che si sente principalmente tra le curve. Messa alla prova, l’originale crossover francese si muove con disinvoltura nel traffico cittadino ma si comporta bene anche fuori dal centro abitato regalando una guida fluida e rilassata.

Proviamo a forzare l’andatura e notiamo che il propulsore non è adatto ad un ritmo incalzante, complice il cambio dalla rapportatura abbastanza lunga votato al contenimento dei consumi. Il comportamento è tendenzialmente sottosterzante e, in curva, c’è un notevole trasferimento di carico. Infatti il rollio si fa sentire, specie se si calca il piede sul acceleratore, a causa della sua impostazione con baricentro alto. I freni risultano un po’ sottodimensionati e non estremamente efficaci e modulabili, specie nelle frenate d’emergenza, molto probabilmente per la presenza al posteriore dei freni a tamburo. Per fortuna l’Esp interviene al momento giusto controllando egregiamente il comportamento dinamico della baby crossover.

Prezzo e concorrenti: ben accessoriata ed economica

La C4 Cactus parte dal prezzo di 14.950 € per la motorizzazione 1.2 VTi 75 CV in allestimento Live. Per la versione da noi provata dovrete sborsare 20.450 € giustificati dall’allestimento Shine, dal motore potenziato a 82 CV, dal colore metallizzato Shark Grey (600 Euro), dagli Air Bump Grey (200 Euro), dal Pack Park Assist (400 Euro), dalle calotte rosse degli specchietti (50 Euro), dalla Connect Box (300 Euro), dalla Radio DAB (150 Euro) e dal cerchio in lega da 17″ Cross Black (300 Euro).

Essendo un perfetto mix tra una crossover e una segmento C dalle linee “atipiche”, la Cactus concorre con diversi modelli. Tralasciando tutte le classiche compatte, vediamo una più diretta rivalità con auto dalle stesse linee come la più grande Fiat 500L (da noi provata)(da 16.200 Euro), la Renault Captur (da 16.450 Euro) e, soprattutto, con la Kia Soul (da 19.000 Euro).

Matteo Di Lallo

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Matteo Di Lallo

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