BYD (Build Your Dreams), marchio cinese che in pochissimi anni è arrivata sul mercato italiano con diversi modelli elettrici, ha lanciato alcuni mesi fa una delle sue vetture più intriganti, la BYD Seal.
Si tratta di una berlina di segmento D, lunga 4,8 m, larga 1,87 m e alta 1,46 m, che per design, prestazioni, forme, dimensioni e prezzo va a sfidare direttamente una delle leader mondiale della mobilità elettrica, la Tesla Model 3.
La BYD Seal va oltre la tecnologia Cell-to-Body e la ormai famosa batteria sottile e resistente, chiamata Blade. Infatti, ora c’è anche powertrain elettrico 8-in-1 che integra otto componenti chiave per la propulsione, la ricarica, il controllo e la gestione, consentendo a BYD di creare grande integrazione verticale all’interno della catena di fornitura, ottimizzando al contempo in modo significativo l’utilizzo dello spazio e l’efficienza energetica.
La Seal è disponibile in due allestimenti, Design ed Excellence, con batteria da 82,5 kWh e due tipi di trazione (posteriore e integrale). La versione a trazione posteriore con singolo motore (Design) ha una potenza di 312 CV, accelera da 0 a 100 km/h in 5,9 secondi e l’autonomia totale raggiunge i 570 chilometri nel ciclo WLTP.
La Seal Excellence-AWD, invece, propone la trazione integrale, grazie al doppio motore elettric – da 160 kW davanti e 230 kW sull’asse posteriore – per una potenza combinata di 530 CV. Lo 0-100 km/h viene coperto in 3,8 secondi (c’è anche scritto fieramente sul portellone posteriore) e l’autonomia WLTP arriva 520 km.
La Seal ha di serie un caricatore di bordo trifase da 11 kW per la ricarica in corrente alternata e può essere caricato presso una stazione di ricarica in corrente continua da 150 kW. Con questa potenza, la batteria può essere caricata dal 30% all’80% in 26 minuti, ma attenzione che, all’opposto, gli oltre 82 kWh con la rete domestica corrispondono a oltre 40 ore per un “pieno”.
I prezzi della Seal per il mercato italiano:
La Seal nasce dalle matite del team di progettazione guidato dal Global Design Director di BYD, Wolfgang Egger (ex Audi, Alfa Romeo e tante altre), mette l’aerodinamica al primo posto (coefficiente di 0,219) e propone il suo linguaggio di design “Ocean Aesthetics” (Seal significa foca in inglese) ed è uno dei primi modelli derivanti da oriente che mantiene dei canoni che possono piacere anche al pubblico occidentale, grazie a un aspetto elegante e atletico con un elevato livello di comfort, oltre a una gamma ricca di dotazioni.
Il frontale ha uno stile a “X”, con curve piene e scolpite che danno il senso dello slancio delle onde, soprattutto grazie ai LED diurni. La silhouette laterale propone il frontale basso, un montante A inclinato, il tetto arrotondato, il posteriore inclinato punteggiato da una forma a coda d’anatra sottilmente ribaltata, che enfatizza le caratteristiche da coupé sportiva, anche se si tratta di una berlina 5 porte. Al passo coi tempi le maniglie delle portiere a scomparsa, mentre ancora convincono poco una serie di “orpelli” di design fine a sé stessa, come le minigonne che richiamano delle branchie, la tante piccole finte prese d’aria o l’estrattore posteriore, troppo lavorato per la reale funzione che svolge.
La praticità elettrica della Seal si riflette non solo nella buona abitabilità, ma anche nel bagagliaio da 400 litri e in un ulteriore “frunk” da 53 litri sotto il cofano anteriore.
Andando all’interno dell’abitacolo della Seal la prima cosa che si apprezza è la comodità delle sedute, morbide e avvolgenti al punto giusto. Questi sedili elettrici con poggiatesta integrato sono veramente un plus ogni volta che ci si accomoda, anche dietro. Ergonomico e ben regolabile anche il volante, che però piace meno a livello estetico, a causa della parte centrale con il logo, troppo grande e dal materiale poco piacevole al tatto. Vetri doppi e scuri al posteriore garantiscono, invece, grande comfort acustico e privacy per i passeggeri; un trattamento da berlina di lusso.
La connettività e l’infotainment all’avanguardia sono altri elementi fondamentali degli interni della BYD Seal, dotata di un sistema di connessione intelligente 4G, aggiornamenti Over The Air (OTA) per le funzioni di infotainment. Il grande protagonista è però lo schermo ruotabile da 15,6 pollici con funzione di controllo vocale intelligente e integrazione smartphone con Android Auto o Apple CarPlay. Se non si guarda troppo la grafica del sistema, molto in stiel Android e poco curata nell’estetica e nelle funzioni del menu, il sistema funziona bene ed è abbastanza veloce e intuitivo. L’altro schermo lo troviamo davanti agli occhi del guidatore con la strumentazione LCD da 10,25 pollici, mentre per gli amanti degli impianti audio, nella Seal c’è un sistema audio Dynaudio Performance con 12 altoparlanti che offre un suono davvero di ottima qualità.
Buona rigidità torsionale e baricentro basso, oltre a una grande attenzione alla dinamica di guida: questi sono gli aspetti sui quali in BYD dicono di essersi concentrati nello sviluppare quest’auto.
Percorrendo i primi chilometri a bordo della Seal, ci si rende subito conto che è il comfort a farla da padrone. L’assetto, formato da sospensioni indipendenti, a doppi bracci davanti e a cinque bracci dietro, con ammortizzatori a frequenza variabile, smorza bene le asperità e garantisce una buona maneggevolezza quando la velocità aumenta.
Sono presenti 4 modalità di guida che principalmente modificano l’erogazione della potenza: Eco, Normale, Sport e Snow. Guidando in Eco ci si ritrova una vettura, molto fluida e “tranquilla”, anche quando si preme a fondo il pedale del gas; in questi frangenti sembra scaricare a terra non più di 200 CV. In Sport le cose cambiano, ma non vengono stravolte. Anche in questo caso la Seal accelera in maniera lineare senza dare quell’effetto tipico delle vetture elettriche, mantenendo, però, la spinta fino al limite, forse un po’ basso, di 180 km/h. Se cercate l’”effetto wow”, l’unico modo è effettuare una partenza da fermi in Sport, dove effettivamente i 3,8 secondi per passare da 0 a 100 km/h si sentono tutti.
Il motivo di questa erogazione “da termica” è dovuto anche al sistema di controllo intelligente della coppia (iTAC). Questa tecnologia ha cambiato il modo in cui in passato si rendeva il veicolo dinamicamente stabile riducendo la potenza erogata, aggiornandolo con un sistema di variazione della coppia motrice, riducendo opportunamente la coppia o erogando una coppia negativa sulle singole ruote, per mantenere il veicolo stabile in ogni circostanza.
Quello che manca, a mio modo di vedere, sulla Seal è una corretta gestione del sistema di frenata rigenerativa. Low e High sono le due impostazioni selezionabili, che non modificano quasi per niente l’intensità della rigenerazione, oltre al fatto che manca una frenata più forte, quella che porterebbe alla guida “one pedal”.
Molto bene, invece, l’autonomia complessiva e i relativi consumi: vedere sul computer di bordo la scritta 500 km di autonomia su un’auto elettrica è qualcosa di abbastanza insolito, come lo è riuscire a percorrerne poco più di 400 reali. Certo, in autostrada i problemi di autonomia rimangono e i consumi salgono vertiginosamente, facendo scendere le percorrenze reali a 300 km.
A proposito di lunghe percorrenze, la BYD Seal non si fa trovare impreparata, con una buona assistenza da parte degli ADAS presenti di serie: avviso di collisione anteriore, la frenata automatica di emergenza, l’avviso di collisione posteriore, l’avviso di traffico trasversale posteriore e la frenata automatica di emergenza in retromarcia, l’assistenza al mantenimento della corsia, l’assistenza al mantenimento e al cambio di corsia. Sono inoltre presenti l’Adaptive Cruise Control e l’Intelligent Cruise Control, una telecamera panoramica a 360 gradi, il sistema di rilevamento dell’angolo cieco, l’ESP, il controllo della trazione, L’Hill Descent Control, il sistema di mantenimento automatico del veicolo in pendenza, il riconoscimento e il controllo intelligente dei limiti di velocità.
In conclusione, la BYD Seal è un’auto che alla sua prima generazione è già una proposta concreta nel mondo dell’elettrico, con prezzi concorrenziali (in Cina in verità costa praticamente un terzo rispetto all’Italia) e un buon piacere di guida. Non chiedetele, però, la sportività: un ottimo scatto si accompagna con un feeling da comoda berlina, che non ama essere strapazzata tra le curve, dove lo sterzo funziona bene, ma non è un bisturi, o con staccate al limite, dove l’impianto frenante svolge un lavoro solamente discreto, complice anche il peso di 2.185 kg.
Caratteristiche | BYD SEAL Design | BYD SEAL Excellence-AWD |
Dimensioni (L/L/A) in mm | 4.800 / 1.875 / 1.460 | |
Passo (mm) | 2.920 | |
Trazione | Posteriore | Integrale |
Velocità massima (km/h) | 180 | |
Potenza massima | 230 kW (312 CV) | 390 kW (530 CV) |
Accelerazione da 0 a 100 km/h (s) | 5,9 | 3,8 |
Dimensioni ruote (pollici) | 19” | |
Autonomia (combinata WLTP) | 570 km | 520 km |
Volume Bagagliaio | 400 litri (posteriore) + 53 litri (anteriore) | |
Posti | 5 | |
Tipo di batteria | BYD Blade Battery (LFP) | |
Capacità batteria | 82,5 kWh | |
Potenza di carica | 11 kW CA (trifase) / 150 kW CC | |
Tempo di ricarica CC (30-80%) | 26 min | |
Pompa di calore | Di serie | |
Funzione V2L (Vehicle-to-Load) | Di serie |
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