Quando si pensa a una vettura che sia evocativa del percorso presente di BMW, sicuramente in molti di voi penseranno proprio alla Serie 4, coupé dalle linee filanti e dal design convincente fin dal lancio della prima generazione, nel 2013.
Nel frattempo, nel 2017 è arrivato un restyling che ha rinnovato alcune parti interne ed, esternamente, i gruppi ottici, rendendo più attuale il design, che, oggi più che mai, è dominato dalle firme luminose.
Abbiamo provato uno dei motori che è stato introdotto più recentemente, quello della 440i, il 3.0 turbo da 326 CV, abbinato alla trazione integrale xDrive, l’ultimo “scalino” prima della M4 da 431 CV, disponibile solamente con trazione posteriore. Ecco com’è e come va la BMW 440i nella nostra prova.
Lunga 4,64, la BMW 440i in allestimento M Sport è senza dubbio una delle vetture più affascinanti della gamma tedesca, nonostante il modello non sia più così recente, restyling a parte.
Quest’ultimo ha visto modifiche estetiche che hanno giusto rinfrescato l’aspetto generale, che peraltro sta invecchiando molto bene. Prese d’aria ridisegnate, applicazioni specifiche per ogni Line e la nuova grembialatura posteriore creano, infatti, dei tocchi stilistici supplementari.
La colorazione Snapper Rocks Blue del modello da noi provato, inoltre, contribuisce ad aumentare l’effetto “wow” del primo acchito, merito anche dei cerchi in lega da 19” dotati di un nuovo disegno.
Nell’abitacolo della BMW 440i, numerosi dettagli ridisegnati si abbinano all’alta qualità degli interni. Molto bene l’accostamento tra i vari materiali, tutti morbidi al tatto oppure belli alla vista. Nell’allestimento M Sport, spicca il bellissimo volante M a tre razze con paddle integrati, ma stona la striscia blu che taglia plancia e portiere, di un blu M che non si abbina con il colore esterno.
Alcantara e tessuto ricoprono sedili e pannelli porta, creando un mix giusto tra eleganza e sportività. Diciamo che la classica sobrietà – e a volte “tristezza” degli interni tedeschi – non fa parte del repertorio della BMW 440i, che d’altro canto propone la concretezza e la funzionalità tipica degli abitacoli teutonici. Al centro della plancia svetta il touchscreen da 8,8 pollici (optional) e, poco sotto, c’è una serie di tasti per il controllo della radio/CD, forse un po’ obsoleto.
A parte le sole due porte, lo spazio non è male, anche per i passeggeri posteriori, mentre il bagagliaio ha una capienza che parte da 445 litri.
I 326 cavalli e, soprattutto, i 450 Nm di coppia erogati dal 3.0 Twin Turbo benzina le permettono di essere veloce, dannatamente veloce. 4,9 secondi da 0 a 100 km/h e 250 km/h di velocità massima per la BMW 440i sono un biglietto da visita niente male per una coupé che rappresenta la scelta più potente della gamma, se si sceglie la trazione integrale.
Tutta questa “cavalleria” è gestita dal ben noto ZF a 8 rapporti con paddle al volante. Ancora una volta questa trasmissione non delude, anzi, sembra dare il meglio ogni volta che la potenza aumenta. Non si tratta di un cambio che rende particolarmente più efficiente la guida, ma migliora senza dubbio le performance e, dai 250 cavalli in su, diventa sempre più difficile preferire un 6 rapporti manuale, anche se ben fatto. In ogni caso sulla 440i la scelta non si presenta, poiché è disponibile solo l’automatico.
Come dicevamo, quando la guida è tranquilla, in città o su una strada extraurbana, l’8 rapporti è abbastanza rapido e intuitivo, ma, come abbiamo già riscontrato in altre occasioni, è in modalità manuale sequenziale che regala le migliori soddisfazioni. Qui le cambiate sono delle vere fucilate, aiutano il coinvolgimento durante la guida e non fanno rimpiangere nessun cambio doppia frizione in commercio.
La spinta del 3.0 è veramente notevole, a partire dallo scatto per finire con l’allungo, praticamente instancabile. C’è un po’ di vecchia scuola anche nell’erogazione in modalità Sport e Sport+, dove al primo affondo sull’acceleratore si riceve una bella spinta brutale, grazie al massimo della coppia disponibile già da 1.380 giri, che poi si assesta e continua fino a 7 mila giri, praticamente senza sosta.
Durante queste accelerazioni, sia all’interno dell’abitacolo, sia fuori, si è accompagnati da un sound corposo, sempre presente e a tratti “scoppiettante”, che esalta la sportività di questa 440i.
Le modalità di guida, invece, assecondano al meglio le esigenze del guidatore, passando da un estremo, Eco Pro, all’altro Sport+. Se la prima permette di massimizzare l’efficienza dell’auto – che, nonostante il consumo dichiarato di 7,3 l/100 km nel misto, non scende mai sotto i 10 l/100 km – la seconda rende la 440i una vera sportiva. Con i controlli molto più permissivi della configurazione più estrema, l’auto diventa veramente affilata, con un ingresso di curva sempre preciso e un’uscita che non regala spettacolari traversi solo per merito della trazione integrale xDrive.
Questo 4×4 permanente interviene costantemente distribuendo la trazione al posto giusto nel momento giusto, garantendo maggiore sicurezza e un’efficacia tra le curve che ha poco da invidiare a tutte le berline più sportive. Anche provando a uscire da un tornante con il gas a fondo, la Serie 4 non si scompone mai in maniera esagerata, sfidando spesso e volentieri alcune leggi della fisica. Non siamo ai livelli della M4, ma l’XDrive riesce a renderla più semplice da portare anche per chi ha meno malizia nella guida.
L’assetto, inoltre, è stato ben tarato, rimane sempre molto rigido tra le buche cittadine, anche per “colpa” della spalla bassa e dei cerchi da 19 pollici, ma riesce ad assecondare la guida più sportiva. Le rivisitazioni dei tecnici BMW hanno avuto proprio questo obiettivo: rendere la guida della coupé più sportiva e più appagante, modificando le risposte dell’elettronica, irrigidendo l’assetto e ritarando lo sterzo.
Quest’ultimo rappresenta un’altra nota positiva della BMW 440i. Il volante è piacevole da impugnare, più spesso rispetto alla concorrenza, sempre abbastanza leggero, ma capace di un feedback e di una precisione riscontrabili solo su poche altre, come la Giulia, ad esempio. Loro due rappresentano i punti di riferimento di ogni auto che abbia il piacere di guida come punto cardine del progetto.
A livello di feeling di guida è veramente difficile trovare grandi difetti, se non quelli, più che plausibili, del consumo e del superbollo. La cattiveria c’è, di sound potremmo volerne di più, ma si tratta pur sempre di un’auto da tutti i giorni, e dal lato dinamico è sempre precisa e puntuale. A questo punto la domanda sorge spontanea.
M4 o 440i? Certo, la prima è praticamente una supercar, ma, nonostante la differenza di prestazioni (105 cavalli, 100 Nm di coppia e 0,6 s sullo 0-100 km/h), le due vetture hanno dei punti in comune, a partire dal fatto che sono i due modelli più potenti e performanti in gamma sulla base della loro trazione. Da un modello all’altro il passo rimane ancora abbastanza lungo, anche se, per alcuni aspetti, il sapore è proprio quello della M4. È una questione sicuramente economica, ma per certi versi, anche filosofica: 4×4 o posteriore?
La BMW Serie 4 parte dal prezzo di 44.450 euro per la 420d, mentre la 440i parte da 62.550 euro per la Advantage, con la MSport da noi provata che costa 66.750 euro.
L’esemplare del nostro test supera il muro dei 70.000 euro per via di alcuni accessori come il navigatore Professional da 8,8 pollici (1.030 euro), i cerchi da 19” , l’impianto Harman-Kardon (1.120 euro), i fari full LED adattivi (1.250 euro) e altri accessori minori. Il risultato lo lasciamo giudicare a voi che vedete le immagini.
La concorrenza nel segmento delle coupé sportive non manca, a partire dalle avversarie tedesche Audi S5 3.0 TFSI e Mercedes Classe C Coupé 43 AMG, passando per le giapponesi Lexus RC e Infiniti Q60 3.0t, arrivando all’Alfa Romeo Giulia Veloce (che però è 5 porte) e alla outsider Ford Mustang 2.3 Ecoboost.
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