Nelle ultime ore sembra che si stia delineando un vero e proprio terremoto in Ferrari. Dalle voci lanciate inizialmente da Leo Turrini, storico giornalista vicino alla Scuderia, e oggi riprese a gran voce da La Gazzetta dello Sport, appare ormai certo lo scenario di un Mattia Binotto licenziato da Team Principal della Scuderia Ferrari. In carica dal 2019, Binotto pagherebbe così le prestazioni difficili nel post-Arrivabene. Dopo un 2020 davvero critico, le ultime due stagioni, soprattutto quella 2022, segnate da un costante miglioramento delle prestazioni ma senza quell’ultimo salto di qualità.
A pesare sul bilancio della gestione Binotto ci sono anche le strategie discutibili messe in piedi da Ferrari negli ultimi anni, e in ultimo il nodo Leclerc, con il pilota monegasco sempre più frustrato e poco capito dalla squadra. Nell’ipotesi sempre più concreta di un Binotto licenziato ora si rincorrono diversi nomi. Tra i più papabili ci sono il Direttore dei Programmi GT e Hypercar Ferrari Antonello Coletta e, soprattutto, l’attuale Team Principal di Sauber, Frederic Vasseur. Sebbene non ci sia ancora l’ufficialità, sembra sempre più vicina la fine del rapporto tra Binotto e la scuderia di Maranello.
Non è una novità, in un Paese caldo e istrionico come l’Italia, vedere i tifosi di uno sport volere simbolicamente la testa di un responsabile dopo le crisi di una squadra. Basti pensare a quante volte succeda nel calcio, tra club e Nazionale. Anche nel basket o nel volley, nonché nel rugby o anche nel motociclismo, si vedono queste scene. Se poi si ricorda come, per alcuni, la Ferrari sia “la Nazionale vestita di rosso”, è facile capire come, fin dal suo debutto da Team Principal nel 2019, Mattia Binotto sia stato tra le figure più controverse della Scuderia di Maranello.
Binotto, nato a Losanna da genitori di Reggio Emilia nel 1969, è entrato in Ferrari nel 1995 come ingegnere motorista nella squadra test, passando nella squadra corse nel 1997. Nel 2004 diventa ingegnere dei motori da gara, e dal 2007 diventò capo ingegnere sotto la direzione Domenicali. Nel 2014, Binotto viene promosso dallo stesso Presidente Marchionne direttore del reparto Power Unit, e nel 2016 subentra a James Allison come Direttore Tecnico. Dalla stagione 2019 diventa Team Principal, guidando la squadra in una stagione positiva.
Nella stagione 2020, invece, ha affrontato una stagione difficilissima, una delle peggiori della storia della Rossa. Nel 2021, invece, si è vista una costante crescita, mentre all’inizio del 2022 Ferrari è tornata a lottare per il Mondiale. Tra problemi di affidabilità, strategie discutibili (emblematica la scelta delle gomme intermedie su Leclerc durante la qualifica asciutta al Gran Premio del Brasile 2022), alla fine di una stagione 2022 agrodolce la possibilità di veder licenziato Binotto è sempre più alta.
I numeri, del resto, sono abbastanza impietosi. In quattro stagioni di gestione Binotto sono arrivate 23 pole position. Le vittorie, però, sono state 7 vittorie, di cui 3 nel 2019 e 4 nel 2022. Il Cavallino non ha mai veramente lottato per il Campionato Piloti né Costruttori. Non ha convinto neanche la gestione di quest’anno della squadra, tra palesi errori di strategia e una mancanza di competitività nella seconda parte della stagione, che ha portato la Mercedes, lontanissima all’inizio della stagione, ora a soli 19 punti di distanza.
La doppietta ottenuta da Mercedes nel Gran Premio del Brasile, poi, sembra aver fatto perdere la pazienza al management Ferrari, Presidente John Elkann in primis. Ha poi fatto scalpore i dissapori sempre più evidenti tra Ferrari e il gioiellino della squadra, Charles Leclerc. Il pilota monegasco appare sempre più demoralizzato, stanco e litigioso, con un rapporto con Binotto sempre più in bilico (celebre il “dito puntato” al GP di Silverstone) e un Charles sempre più critico nei confronti della squadra.
Con un quadro così poco positivo in una stagione iniziata con il piede giusto, è sempre più chiacchierata l’ipotesi che vede Mattia Binotto licenziato dalla sua posizione di Team Principal della Scuderia Ferrari. Il primo a proporre questa voce è stato il giornalista Leo Turrini, storicamente vicino al mondo Ferrari. Durante la trasmissione Race Anatomy su Sky, Turrini ha dichiarato come la posizione di Mattia Binotto fosse in bilico.
Alla dirigenza non sembra essere andata giù, oltre alla doppietta Mercedes in Brasile, la figuraccia fatta con le gomme intermedie in qualifica e il rapporto conflittuale con la stella Leclerc. I dubbi sulla stagione in corso e quelli per la prossima stagione 2023 lasciano quindi spazio per speculazioni su un possibile licenziamento di Binotto. A riprendere con forza la notizia è stata però La Gazzetta dello Sport, che intorno all’ora di pranzo di oggi 15 novembre ha dato quasi per certo Mattia Binotto licenziato.
Ma se l’attuale Team Principal viene accompagnato alla porta, chi potrebbe prendere il suo posto? Se l’ipotesi di un Binotto licenziato dovesse effettivamente diventare realtà, ci sono tre nomi sul piatto per il dopo-Binotto. Il primo nome sarebbe una soluzione interna, il 55enne romano Antonello Coletta. In Ferrari dal 1997, Coletta ha lavorato per tutta la sua permanenza in Rosso ai progetti sportivi a ruote coperte, dal Ferrari Challenge al progetto GT. Nel 2022 è stato poi incaricato di dirigere il nuovo progetto Hypercar, con la 499P pronta ad attaccare di nuovo il campionato WEC.
La seconda opzione è il Team Principal della Haas Gunther Steiner. Il 57enne meranese guida la Haas dal 2016, ed è un nome apprezzato dal Circus nonché dal pubblico. Il favorito per succedere al licenziato Binotto sarebbe però il francese Frederic Vasseur, attuale Team Principal del team Alfa Romeo Sauber. Vasseur, 54enne ingegnere e proprietario della Spark, azienda che produce i telai per le vetture di Formula E, è ai vertici Sauber dal 2017.
Fred è stato anche il primo Team Principal di Leclerc al suo debutto in F1 in Alfa-Sauber nel 2018, e storicamente è molto vicino agli ambienti Ferrari. Nonostante Alfa Romeo non abbia brillato nelle ultime stagioni, sembra proprio Vasseur il favorito per la successione del licenziato Binotto. Attendiamo solo l’ufficialità, per scoprire il futuro prossimo della Scuderia. Questa scelta sarà fondamentale in vista in 2023 che, secondo le attese, sarà l’anno di ritorno alla lotta mondiale per il Cavallino Rampante. Sarà davvero arrivata la fine dell’era Binotto? Lo scopriremo molto presto.
AGGIORNAMENTO
In seguito alla speculazione delle ultime ore, la Scuderia Ferrari ha smentito le voci sul licenziamento di Binotto con un tweet sul suo profilo ufficiale Twitter.
Dalle parole di Ferrari quindi si scopre come le voci trapelate siano, utilizzando le parole di Ferrari, “totalmente prive di fondamento”. Come ben sappiamo, però, spesso dietro le smentite c’è spesso una verità. Sarà anche questo il caso? Per saperlo dovremo attendere la fine della stagione, e chissà che nel 2023 arrivi davvero un avvicendamento alle redini della Scuderia.
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