Ferrari ed il suo amministratore delegato Benedetto Vigna hanno iniziato una vera e propria rincorsa verso una concreta transizione verso l’elettrificazione totale. Mentre il Cavallino Rampante guarda sempre più al futuro, i suoi appassionati nutrono svariate perplessità nei confronti di questa evoluzione, evidenziandone una perdita di fascino ma, al tempo stesso, questo passo in avanti è pienamente nello stile della Rossa, da sempre propensa ai cambiamenti ed evoluzioni.
Questo sguardo con relativa rincorsa al futuro hanno costretto Vigna a rivedere la struttura manageriale ferrarista mantenendo però al proprio posto chi gestiva già una posizione fondamentale nell’organigramma. A Maranello ci si fida ciecamente di Benedetto Vigna, colui il quale dal 2016 rivestiva il ruolo di presidente in STMicroelectronics, Analog, MEMS and Sensors Group. Da queste strutture provengono i nuovi innesti, vale a dire Ernesto Calandra (ora Chief Research & Development Officer) ed Angelo Pesci (nel ruolo di Chief Purchasing & Quality Officer). Questi ingressi, pienamente supportati dal presidente John Elkann, sono stati fatti nel nome della necessità di reinventare la Ferrari passando all’elettrico, il tutto convincendo i puristi e gli appassionati della Rossa.
Dall’esterno, questo passo che si sta compiendo in Ferrari viene visto in maniere differenti. Bloomberg definisce questo passaggio come “arduo, in quanto la natura stessa dei motori elettrici va a fissare l’accelerazione di una Tesla Model S allo stesso livello di quella di un’auto da corsa. Ciò significa che Ferrari è destinata a perdere una parte del suo vantaggio nel passato di sole motorizzazioni a benzina”, mentre Morgan Stanley afferma ed assicura che quello Ferrari sarà ancora “il titolo preferito per il 2022 nel comportato dei veicoli elettrici”.
In quel di Maranello, però, si potrebbe decidere di trarre ispirazione dal modello adottato da Tesla, in quanto tempo addietro lo stesso Vigna aveva ammesso che per il futuro sarebbe stato importante realizzare delle partnership concrete, guardando quindi ad un modello quasi mai ipotizzato a Maranello.
Da un lato c’è Tesla che da tempo sviluppa motori elettrici, dall’altro c’è la Ferrari che ha bisogno di ridurre al minimo i tempi senza la possibilità di incappare in errori. La tesi Tesla–Ferrari si avvalora in quanto c’è un legame di stima tra John Elkann (presidente di Ferrari) ed Elon Musk (a capo di Tesla), un’amicizia già al centro di indiscrezioni nei mesi scorsi.
I due s’incontreranno certamente alla prossima Italian Tech Week, appuntamento che potrebbe quindi creare scenari più che interessanti. Benedetto Vigna ha la missione (e pieni poteri) di mantenere intatti i risultati ottenuti fin qui dal Cavallino Rampante anche all’indomani della fine dell’era dell’endotermico, nel caso dovesse riuscirci ci sarà solo da complimentarsi.
Autore: Angelo Petrucci
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