In Italia, a febbraio 2020, un’auto ogni dieci vendute era ibrida, ovvero con un motore elettrico a supportare quello a pistoni. La quota sul totale delle immatricolazioni inizia perciò a farsi consistente (era del 5,2% a febbraio 2019), complice l’arrivo di nuovi modelli anche poco costosi, ma tante persone non hanno ancora dimestichezza con questo tipo di alimentazione e non sanno cogliere le differenze fra i 3 tipi di auto ibrida, che vanno poi ad influire sul modo in cui le si guida, sui consumi di carburante e sui costi.
Quindi, quali sono le differenze tra mild, full e plug-in hybrid? Ve lo spieghiamo noi.
Il motore-generatore elettrico è di ridotte dimensioni e viene alimentato da batterie anch’esse di taglia contenuta: peso e costi del sistema sono minimi, ma in compenso le auto ibride mild non possono mai avanzare con la trazione elettrica e il risparmio di carburante è poco significativo. Collegato con una cinghia al motore termico, il motore-generatore viene trascinato nei rallentamenti e così genera energia elettrica, che confluisce nelle batterie.
In ripresa e accelerazione, invece, il motore-generatore eroga circa 3 CV, la spinta si fa più corposa e l’efficienza ne guadagna, perché l’auto raggiunge la velocità desiderata “sforzando” meno il motore termico. In più, nei rallentamenti e nelle frenate l’auto avanza per inerzia senza consumare carburante: è compito del motore elettrico alimentare i servizi di bordo, come il climatizzatore o l’impianto audio. L’ibrido leggero è per motori benzina e diesel, con auto di tutte le categorie: dalle citycar a quelle di lusso.
Per spiegarlo in poche parole, ci basta dire che è l’ibrido introdotto da Toyota, addirittura già dalla Prius nel 1997. Il funzionamento è analogo alle mild hybrid: il motore-generatore elettrico, di maggiori dimensioni, genera energia elettrica nei rallentamenti o nelle frenate dell’auto (lo fa venendo trascinato da una cinghia); l’energia viene poi stoccata all’interno di batterie, più capaci e pesanti rispetto alle ibride mild, che alimentano il propulsore elettrico quando ha bisogno di potenza.
Il motore elettrico è quasi sempre integrato nel cambio (solitamente automatico) ed è in grado di far marciare l’auto a zero emissioni, seppure per brevi tratti di strada e a bassa velocità: ecco perché l’ibrido full dà il meglio nel traffico a singhiozzo, dove la vettura si muove quasi a passo d’uomo e ha la possibilità di rigenerare le batterie, che non si possono collegare ad una presa di corrente o colonnina. In autostrada è poco efficace e non dà vantaggi, perché l’auto consuma di più dovendo “trasportare” il peso (non indifferente) del sistema ibrido.
È il sistema più costoso e pesante, che inevitabilmente fa lievitare i costi. Qui il motore elettrico arriva ad erogare oltre 100 CV e muove agilmente l’auto, permettendole di superare i 100 km/h. Le batterie, inoltre, possono arrivare a superare i 100 kg, ma sono decisamente capaci, perciò si ricaricano al 100% solamente con il cavo e collegate ad una colonnina, presa di corrente o wallbox da parete (ecco l’offerta di IrenGo sulle Wallbox); di contro, garantiscono all’auto di percorrere fino a 50/60 km a zero emissioni. Il motore termico, benzina o diesel, entra in funzione a batterie scariche o quando si vuole sfruttare tutta la potenza dell’auto, magari per un sorpasso o nella guida a pieno carico. L’elettrico, inoltre, può dare trazione a un asse delle ruote, regalando così il 4×4 alla vettura.
Le auto ibride plug in sono le uniche ad aver diritto all’Ecobonus statale di 4.000 o 6.000 euro, ma come le mild e full possono usufruire di altri vantaggi fiscali, che variano da Comune a Comune: fra questi la riduzione del bollo, l’accesso alle ZTL e la sosta gratuita nei parcheggi con strisce blu.
La risposta, in realtà, è molto semplice. Dipende dall’utilizzo che fate dell’auto: l’ibrido leggero vi permette di abbattere solo in maniera poco influente i consumi, ma rappresenta un’importante evoluzione che si accompagnerà sempre più ai motori tradizionali e, quindi, è una scelta sempre sensata, soprattutto se accompagnata a propulsori efficienti. Il full hybrid è una soluzione ideale per chi si muove solo in città, ma diventa sconveniente se si percorrono tanti chilometri in autostrada, mentre il plug-in hybrid è una scelta che guarda al futuro, permette di muoversi in città davvero a zero emissioni, come un’auto totalmente elettrica, ma permette di godere di grande autonomia per i lunghi viaggi, senza “ansie da ricarica”.
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