Se ne è parlato in tutte le salse. Le auto ibride sono di estrema attualità. Un sistema ibrido può ridurre il consumo di carburante dal 5 fino a oltre il 70%, in città i consumi diventano irrisori, mentre in autostrada il vantaggio non è così evidente, ma comunque c’è. In alcune condizioni le ibride più complesse producono emissioni di CO2 nulle, e allo stesso tempo non soffrono il problema dell’autonomia limitata come le elettriche pure, possono avviare il propulsore termico e continuare il viaggio senza problemi.
Ma partiamo dall’inizio: il problema principale è che i costruttori di auto di tutto il mondo faticano ancora a ridurre le emissioni di CO2. Il sistemi ibridi nascono proprio per tale scopo: rendere le auto più “green”.
Un’autovettura convenzionale “spreca” energia ogni volta che il guidatore frena, con un’auto ibrida invece si immagazzina questa coppia frenante e la sfrutta in seguito, quando serve, attraverso un motore elettrico. In questo modo è richiesto un “carico” motore inferiore e quindi una quantità di carburante inferiore riducendo, di conseguenza, la quantità di CO2 nello scarico.
Le auto ibride propongono sistemi differenti: si va dai piccoli Mild Hybrid (MhEV) 12 e 48Volt, fino ai Plug-in da oltre 300 volt.
Se si vuole un sistema che costi, pesi poco e sia compatto conviene puntare sul MhEV, come Suzuki SHVS 12V o Audi A8 e Kia Sportage 48V solo per annoverarne qualcuna. L’innovativo sistema è composto da uno starter/generatore e un convertitore DC/DC. Per l’accumulo di energia impiega una batteria compatta agli ioni di litio da circa mezzo kWh (contro i circa 10kWh delle ibride plug-in). Ovviamente questo sistema fornisce solo pochi kW di potenza (5-20) e massimo una cinquantina di Newtonmetri, pertanto la riduzione di consumi e CO2 è limitata a circa il 5%, ma meglio di nulla.
Il MhEV è compatibile con trasmissioni manuali o automatiche, è semplice e compatto, ma non permette la marcia in solo elettrico, ma in rallentamento sotto i 20km/h, il motore termico si ammutolisce, per dar spazio alla piccola unità elettrica.
Se saliamo di prezzo e pesi si passa all’hEV come la Toyota Prius. Qui la marcia elettrica è possibile per qualche km, vista la capacità potenziata della batteria e dell’unità motrice. Se si chiede più spinta però interviene il motore termico.
I plug-in (PhEV) (Bmw 530e, Mini Countryman S E, Mitsubishi Outlander, Volvo Twin Engine) derivano dai hEV, ma hanno la batteria ancora più “capiente” per percorrere almeno 30-60km in puro elettrico. Ovviamente i costi salgono, ma il vantaggio in termini di riduzione di consumi ed emissioni è palese. In alcune circostanze si può percorrere il tragitto casa-lavoro senza che il termico intervenga, ma senza i patemi di rimanere “a secco” dell’elettrico puro, anche per lunghi viaggi.
Vediamo come i costruttori hanno interpretato la tecnologia sulle loro auto ibride:
I primi tasselli del futuro elettrificato del gruppo PSA appartengono otto anni fa con la prima 3008 Hybrid4, ma l’intera gamma Peugeot PHEV si è recentemente rinnovata.
PSA ha voluto dare libertà di scelta, infatti l’ibrido plug-in arriverà sia sulle 2 sia sulle 4 ruote motrici e su diversi tipi di carrozzeria, sfruttando le nuove motorizzazioni Hybrid e Hybrid4.
A partire dal motore 1.6 PureTech, l’abbinamento delle due propulsioni, termica ed elettrica, consente l’erogazione di una potenza combinata di 225 CV o 300 CV. Troviamo una batteria ad alta tensione agli ioni di litio (300V), posizionata sotto i sedili della seconda fila, così da permettere un’autonomia di 50 chilometri (WLTP).
Toyota, da sempre molto attenta all’ambiente, ha una fortissima presenza, da oltre 20 anni, sul mercato dell’ibrido con ben oltre 6 milioni di vetture Hybrid vendute nel mondo. Partendo dalla Prius, pioniera dell’ibrido nel 1997, abbiamo assistito alla nascita di Pius+ e Prius Plug-in, di Yaris Hybrid la prima city car ibrida, di Auris Hybrid e di Auris Hybrid Touring Sports come berline alternative. Non da meno è Lexus che con il lancio della nuova IS Hybrid risulta essere l’unico brand presente sul mercato italiano con una gamma 100% ibrida.
Le versioni Ecoboost Hybrid di Focus e Fiesta, due tra i modelli più venduti di sempre dalla Casa americana, dimostrano la decisa virata verso l’elettrificazione da parte di Ford. Li vedremo su strada, però, non prima del 2020.
Esse saranno equipaggiate con un sistema MHEV pensato per aumentarne l’efficienza, ridurre i consumi e, non ultimo, ottenere l’omologazione ibrida e tutti i vantaggi che ne decorrono. Un sistema che, almeno al banco, si integra perfettamente con il 1.0 tre cilindri Ecoboost che avendo a supporto un’unità elettrica ha introdotto una turbina più grande.
Rimane disponibile la media Ford Mondeo Hybrid.
Jaguar I-Pace, premiata come Auto dell’anno, è il primo veicolo totalmente elettrico di Jaguar, ma non mancano gli ibridi più e meno “spinti”. Da tempo in listino sono presenti le versioni Range Rover Sport Plug-In Hybrid a cui ora si aggiungono i MhEV su tutti i motori del Range Rover Evoque.
Il gruppo Volkswagen è impiegato da tempo in tecnologia ibrida. In passato con le plug-in l’Audi A3 e-tron e la Golf GTE. Ora sono presenti molte vetture MhEV a 12 e 48V per la gamma Audi (A4, A6,A7,A8, Q8). Nel 2020 è prevista la Q5 Plug-in con 367CV e 40km di autonomia. Per il marchio VW tutta la prossima generazione di Golf sarà ibrida MhEV.
Dopo anni di esperienza la tecnologia Plug-in Hybrid è disponibile su: C 350e Berlina, C 350e Station Wagon, E 350e, GLC 350e SUV e Coupé, GLE 500e
Non mancano le versioni “de” ovvero ibride diesel, infatti il marchio di Stoccarda crede ancora molto in questo tipo di alimentazione per ridurre la CO2.
Con consumi dichiarati di 1.5 l/100km ed emissioni di 41g/km, la E 300de è molto parsimoniosa con un’autonomia elettrica molto elevata a 54km.
Il marchio più sportivo di FCA, ovvero Alfa Romeo irromperà nel segmento dei C-SUV, uno dei segmenti più floridi, con il Tonale: un modello strategico per il futuro della Casa di Arese. Si tratterà del primo modello ibrido plug-in e utility vehicle compatto del Biscione.
Mentre il marchio Jeep vuole stupire, dopo il record di vendita a livello mondiale, il 2019 è l’anno di un’evoluzione, presentando i nuovi modelli Renegade e Compass con tecnologia ibrida plug-in (PhEV).
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