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Auto elettriche in Germania a picco: nell’Unione Europea può cambiare tutto

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Luglio 2024 drammatico per le auto elettriche in Germania: 30.762 unità vendute, con un crollo del 37% rispetto a luglio 2023. Tutto in tendenza, così che la crisi si aggrava nel più importante mercato di vetture d’Europa. Il calo più pesante da dicembre 2023, quando il governo tedesco ha improvvisamente eliminato i sussidi per i veicoli elettrici, evidenza Automotive News, in base ai numeri dell’autorità federale tedesca per i trasporti a motore KBA rivelati il 5 agosto. Di contro, le immatricolazioni dei veicoli senza spina sono aumentate del 7%. 

Il gravissimo guaio è che, senza ecobonus statali, neppure i tedeschi, come gli altri abitanti del Vecchio Continente, comprano le elettriche, sempre molto costose per via degli investimenti delle Case. La situazione spinge a far dire a Constantin Gall, consulente di EY, che “l’aumento della mobilità elettrica si sta rivelando finora insostenibile. Il mercato ha perso tutto lo slancio e molti clienti dubitano delle prospettive delle auto elettriche”. 

Chi cerca consolazione in altre statistiche ne resta deluso: la quota di vendite di veicoli elettrici in Germania a luglio è precipitata a poco meno del 13% dal 20% dell’anno precedente. Proprio quando i costruttori si aspettavano una rapida adozione di veicoli alimentati a batteria. Un problema sovrannazionale e trasversale, un virus che colpisce addirittura la Svezia, leader dei veicoli elettrici: consegne giù del 15%. In Svizzera -19%. 

Come reagiscono i giganti tedeschi al crollo delle vendite di EV

Il più grande, il Gruppo Volkswagen, ha dichiarato la scorsa settimana di aver tagliato la capacità negli stabilimenti ad alto costo in Germania e potrebbe anche cambiare i tempi di avvio della produzione di batterie. Mercedes e BMW meditano sul da farsi innanzi alla Caporetto del full electric. 

Adesso, i colossi teutonici (come tutte le Case) fanno i conti con lo spettro delle multe dell’Unione europea, decisa a confermare il bando termico del 2035: o viene proposta una certa quota di elettriche, o scattano sanzioni pesantissime. In alternativa, si spende tantissimo per comprare ancora i crediti ecologici di Tesla. 

Il tutto, mentre VW rischia di affrontare un impatto negativo di 2 miliardi di euro sugli utili il prossimo anno, secondo l’analista UBS Patrick Hummel. Come un effetto domino, le aziende chiedono meno batterie per elettriche ai fornitori, che vanno in “debito d’ossigeno” avendo meno commesse: la francese Valeo sta cercando acquirenti per due stabilimenti che non producono a sufficienza. Uno di questi era già stato ristrutturato per produrre parti di auto elettriche. OPmobility, un altro produttore francese di componenti, ha affermato che la produzione di veicoli elettrici è circa la metà rispetto alle attese.

Scenari da non escludere

Fin qui, le informazioni ufficiali diffuse a mezzo stampa. Da questo punto, una nostra riflessione. Con una premessa: la Germania è abituata da sempre a vincere nell’Unione europea, influenzando con (legittima) opera di lobbying le decisioni prese dagli organi chiave comunitari. Per adesso, hanno atteso di vedere le conseguenze del Green Deal voluto da Timmermans e von der Leyen, le politiche dei Verdi a Berlino e dintorni, le reazioni dei consumatori in terra tedesca e in tutto il Vecchio Continente di fronte alle proposte elettriche delle Case.

Se mancano gli incentivi statali, se la rete di ricarica è insufficiente come estensione e potenza, e se per giunta i dazi anti auto elettriche cinesi imposti dall’Ue danneggiano BMW, Mercedes e VW in Cina (coi controdazi di Pechino contro le macchine tedesche potenti vendute nel Paese del Dragone), è anche possibile che l’industria dell’auto si muova. Con (lecite) pressioni sia sui Verdi in Germania sia direttamente su Bruxelles affinché si riveda il bando del 2035. BMW ha già dichiarato che l’apertura Ue verso gli e-fuel non serve a niente

Di fronte a investimenti con mancato ritorno, profitti che scendono, problemi a livello occupazionale, è plausibile che né i Gruppi auto né i decisori politici a Berlino restino con le mani in mano a osservare il crollo dell’elettrico e l’avanzata inarrestabile dei cinesi in Europa. Un mostro economico come la Germania si è incartato in una situazione assurda con le proprie mani, per motivi puramente ideologici e non supportati da studi scientifici. Ne può uscire, come la storia insegna.

Autore: Mr. Limone

Redazione Autoappassionati.it

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