Sicurezza

Auto elettriche e incendi: quali sono i veri rischi?

Tempo di lettura: 7 minuti

“Le auto elettriche prendono fuoco, sono pericolose”: questa è sicuramente una delle frasi più utilizzate dai detrattori delle automobili a batterie. È davvero così alta la percentuale di incendi di auto elettriche, e quali sono i rischi? Soprattutto, perché le auto elettriche prendono fuoco e fanno così paura?

Andando a ragionare sulla questione, infatti, ci si accorge come anche le automobili termiche prendano fuoco per motivi differenti, da “semplici” cortocircuiti ai temibili episodi di autocombustione delle vetture Diesel. Per qualche motivo, però, quando un’auto elettrica prende fuoco fa molto più clamore: per quale motivo? Le auto elettriche hanno più probabilità di prendere fuoco rispetto alle termiche? Abbiamo fatto qualche ricerca, per scoprire quali sono le correlazioni tra auto elettriche e incendi, e quali sono i veri rischi.

Le auto elettriche prendono davvero fuoco più spesso delle termiche?

Iniziamo subito partendo dalla domanda più comune quando si pensa alla correlazione tra auto elettriche e incendi: le automobili a batterie sono davvero più inclini a prendere fuoco? Per capirlo, andiamo ad analizzare alcuni dati, partendo da alcuni studi fatti da aziende e enti pubblici del Regno Unito. Perché dati britannici? Innanzitutto, al momento non esistono (o meglio, non sono pubblicati) dati su incendi di auto termiche ed elettriche riguardanti l’Italia.

In più, sebbene si prendano spesso in esame analisi e dati statunitensi, abbiamo scelto di analizzare quelli di un Paese culturalmente e geograficamente più simile all’Italia. Nonostante l’elettrificazione del parco circolante inglese sia stata più rapida, con una percentuale del 3,13% sul parco circolante (1.1 milioni di auto elettriche su 35 milioni di vetture circolanti), ben più alta del nostro 0,51%, il Regno Unito è uno dei Paesi che se la diffusione di auto elettriche sia ad un livello superiore quanto a diffusione dell’auto elettrica.

Secondo uno studio della Honeywell Safety and Productivity Solutions, tra il giugno 2022 e il giugno 2023 in tutto il Regno Unito sono stati registrati 239 incendi collegati alle auto elettriche. Si tratta, secondo l’azienda americana, di un incremento dell’83% rispetto allo scorso anno, da imputarsi principalmente al numero sempre maggiore di automobili elettriche sulle strade inglesi.

Andando indietro di qualche anno, scopriamo come, secondo il Bedfordshire Fire and Rescue Service, nel 2019 si sono registrati 1.898 incendi delle auto termiche, e soli 54 collegati ad automobili elettriche. Come vediamo, le automobili elettriche quindi non prendono fuoco più spesso di quelle termiche, anche considerando la differenza nella loro diffusione. Secondo un ente svedese, lo Swedish Civil Contingencies Agency, le automobili termiche prendono fuoco 19 volte più spesso di quelle elettriche.

Questo dato non è causato unicamente dalla maggior diffusione delle automobili termiche, ma anche dalla manutenzione, spesso scarsa, di queste vetture, nonché dal rischio di autocombustione al quale vanno incontro le auto Diesel con parecchi chilometri. In definitiva, quindi, la risposta è no, le auto elettriche non prendono fuoco più spesso di quelle termiche.

Perché quando un’auto elettrica prende fuoco fa così notizia?

Questa disparità nella tendenza a prendere fuoco, quindi, non è solamente frutto della minor diffusione dell’auto elettrica. La meccanica di una vettura a batterie, infatti, sfrutta un motore molto più semplice, con meno componenti che possono rompersi e, banalmente, l’assenza di una combustione (per quanto controllata) alla base del suo funzionamento. Non ci pensiamo spesso, ma un’auto termica ha un complesso motore alimentato da diversi liquidi infiammabili che ne garantiscono il funzionamento e che, in caso di guasti, possono causare facilmente un incendio.

Perché quindi un’auto elettrica che prende fuoco fa sempre così tanto clamore, arrivando sulle pagine dei giornali e creando un dibattito che ne mette in dubbio la sicurezza? L’auto elettrica è una tecnologia nuova, in espansione e per questo vista con sospetto o addirittura temuta dal grande pubblico. In più, il vero problema dell’auto elettrica non sta nell’incendio in sé, quanto nelle enormi difficoltà che, al momento, la tecnologia delle batterie agli ioni di litio portano in dote.

Gli incendi delle auto elettriche, benché meno probabili e numerosi, sono molto più pericolosi di quelli delle automobili termiche. Come mai? Le batterie, quando danneggiate o incendiate, creano delle nuvole di vapori tossici, sono molto difficili da spegnere e possono arrivare addirittura ad esplodere. Le notizie sugli incendi delle auto elettriche parlano chiaro: spesso, quando un’auto elettrica prende fuoco, possono servire ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco per riuscire ad estinguere l’incendio. Il vero pericolo sta proprio nello spegnimento.

“Un incendio di una batteria di un’auto elettrica può essere controllato, ma non può essere estinto.”

Paul Christensen, Professore di elettrochimica pura e applicata all’Università di Newcastle, e Senior Advisor del National Fire Chiefs Council

Secondo i test effettuati su diverse batterie agli ioni di litio e alle testimonianze in giro per il mondo, infatti, anche quando un incendio di un’auto elettrica può sembrare estinto, può nuovamente prendere fuoco nel giro di ore, giorni e persino settimane di distanza. Fanno rumore le parole di Paul Christensen, Professore di elettrochimica pura e applicata all’Università di Newcastle, e Senior Advisor del National Fire Chiefs Council, ovvero dell’ente che gestisce la formazione dei vigili del fuoco britannici, intervistato dai colleghi inglesi di Autocar: “Un incendio di una batteria di un’auto elettrica può essere controllato, ma non può essere estinto.”.

I rischi degli incendi delle auto elettriche, dallo spegnimento all’autocombustione

Non sono quindi l’auto elettrica in sé e per sé ad essere pericolosa, quanto la sua componente più discussa, la batteria. Come sappiamo bene anche su altri dispositivi come telefoni, tablet e PC, quando una batteria si danneggia i rischi associati al suo utilizzo sono alti, e in caso di incendio è ancora poco noto quale sia la cosa migliore da fare. Parlando di automobili elettriche, infatti, i vigili del fuoco sono in piena formazione, cercando di scoprire quali siano le tecniche migliori per scongiurare problemi e trovare delle soluzioni.

Ad esempio, in alcuni Paesi i vigili del fuoco stanno studiando i diversi modelli di auto elettrica per saper individuare dove si trovano gli switch per interrompere l’alimentazione della batteria e per l’isolamento di quest’ultima. Al momento, come ha dichiarato anche il già citato Paul Christensen, esperti e studiosi stanno sviluppando quali siano le migliori tattiche per affrontare un incendio di un’auto elettrica. Generalmente, ad oggi è chiaro come servano quantità enormi di acqua per raffreddare il pacco batterie, una specifica coperta per “soffocare” l’incendio e un equipaggiamento pensato ad hoc per i pompieri per evitare di subire danni dalla respirazione dei vapori tossici.

L’utilizzo di tutta quell’acqua, però, non è una garanzia di prevenzione da un secondo incendio, in quanto le batterie agli ioni di litio, reagendo con l’ossigeno dell’aria, possono riattivare incendi davvero aggressivi e complicati da gestire. Una delle soluzioni che sta prendendo piede è quella di immergere l’automobile in fiamme in una vasca d’acqua, lasciandola “a mollo” per diversi giorni. Un approccio radicale, certo, ma che può dare i risultati sperati.

Le auto elettriche sono allora pericolose?

Incendi duraturi, difficili da spegnere e complessi da gestire, batterie delicate e che, se danneggiate, possono portare a risultati disastrosi. Le auto elettriche allora sono pericolose? Dare una risposta a questa domanda non è facile, in quanto potremmo rispondere che sono semplicemente pericolose quanto le automobili termiche, che in caso di incidenti o guasti possono prendere fuoco tanto quanto quelle a batterie. Il problema delle EV sta, però, proprio nella batteria, con la tecnologia agli ioni di litio che è ancora difficile da gestire in caso di problemi.

Riprendendo le dichiarazioni del Professor Christensen, infatti, quest’ultimo fa capire quanto sia complessa la gestione di questi sofisticati sistemi di immagazzinamento dell’energia. Ad esempio, le batterie delle auto elettriche sono formate da centinaia di celle che, anche quando indicano una quantità di energia pari allo 0%, hanno ancora 2,5V al loro interno. Questo significa che, anche se scariche, le batterie hanno una loro importante tensione. Proprio per questo, in caso di danni è possibile trovarsi davanti ad un fenomeno denominato in inglese “thermal runaway”, traducibile come “fuga termica”.

Questo particolare fenomeno prende vita quando c’è una fuga di energia in caso di danni, incidenti o di un principio d’incendio. Il calore e il gas causati da un incendio danno vita ad una crescita incontrollata di temperature e fuga di gas, in un fenomeno di autocombustione spontanea che va a comprendere tutte le celle, andando poi a creare una nube di vapori tossici che può portare, nei casi più gravi, all’esplosione. Quando questo scenario si verifica, non c’è verso di fermarlo. Come evitarlo? Innanzitutto, questo fenomeno nasce principalmente quando una batteria viene perforata o si danneggia, magari in un incidente. “Se una batteria di un’auto elettrica appare ammaccata”, spiega Christensen, “bisogna assumere a priori che sia pericolosa.”.

Le automobili elettriche prendono principalmente fuoco a causa di danni alla batteria causati da eventi esterni. Alcune elettriche, però, hanno preso fuoco senza essere state coinvolte in nessun tipo di scontro. Come mai? Sappiamo bene che le batterie agli ioni di litio vanno assemblate con un’attenzione certosina, per fare in modo che neanche il più piccolo corpo esterno possa entrare all’interno di una cella. Rimarrà comunque, come ben sappiamo, una percentuale di errore. “Anche il più virtuoso costruttore”, spiega Christensen, “lascerà passare al suo controllo qualità delle batterie difettose.”. In questo caso, l’incendio diventa praticamente spontaneo, magari in occasione di una ricarica o semplicemente durante l’utilizzo.

“Siamo solo all’inizio dello studio delle batterie al litio”

Le parole di Chirstensen appaiono dure, forse anche troppo. Quest’ultimo, però, ci tiene a sottolineare come non sia un detrattore dell’auto elettrica, anzi. “Quando Nissan ha costruito il suo stabilimento di batterie (a Swindon, in Inghilterra, n.d.r.), ho aiutato alla sua creazione. Se potessi permettermene una, comprerei una Leaf domani. Non dobbiamo essere spaventati dall’auto elettrica e dai pochi incidenti che le riguardano, ma dobbiamo sempre essere consapevoli di cosa sono.”

“Una batteria agli ioni di litio immagazzina una grande quantità di energia in uno spazio piccolissimo. Dal 2008, anno di adozione delle prime batterie al litio per automobili, i vantaggi che hanno portato hanno surclassato la nostra capacità di conoscerne i rischi. Nessuno sa ancora davvero quanto siano sicure le batterie agli ioni di litio e non ci sono test standardizzati per testare la sicurezza dei diversi pacchi batterie. Siamo solo all’inizio della curva di conoscenza delle batterie al litio, stiamo correndo per raggiungere i livelli necessari, ma ci arriveremo.”.

In più, con la diffusione delle automobili elettriche si stanno diffondendo diverse soluzioni per ovviare ai problemi derivanti dagli incendi delle auto elettriche. A Copenaghen, ad esempio, i vigili del fuoco danesi hanno sviluppato un camion dotato di un container mobile. In caso di auto elettrica in fiamme o con possibilità di incendio, infatti, il camion è dotato di una gru che inserisce l’auto all’interno di questo container, posizionato poi sul pianale del camion.

Qui, un sistema di ugelli sulla base e sui lati del container va a riempirlo d’acqua. Quando il container si riempie completamente, viene portato in una zona sicura dove viene lasciato per qualche settimana, o almeno fino a quando non è più pericolosa. Una volta rimossa l’auto, l’acqua viene filtrata e riutilizzata per le prossime occasioni.

Il futuro della sicurezza delle auto elettriche

Sarà questa la strada da percorrere per “spegnere” le auto elettriche in fiamme? Di sicuro, questo è solo l’inizio. Anche agli albori della mobilità, nei primi anni del ‘900 le auto termiche erano considerate delle “bombe su ruote”, dotate di serbatoi pieni di liquido infiammabile. Ancora oggi, tra autocombustione spontanea dei motori Diesel e incendi causati da perdite di carburante, le automobili termiche prendono fuoco molto spesso. Semplicemente, quando lo fanno non fa notizia.

Per fortuna, oggi le auto termiche sono enormemente più sicure rispetto a 50 anni fa, e non sono considerate più pericolose come un tempo. Succederà lo stesso alle auto a batteria? La tecnologia si sta muovendo a ritmi vertiginosi. Con l’introduzione delle attesissime batterie allo stato solido, il rischio d’incendio, seppur impossibile da eliminare totalmente, dovrebbe ulteriormente minimizzarsi. Questa nomea di auto elettriche “pericolose” sarà presto un ricordo? Solo il tempo ce lo dirà. Nel frattempo, l’importante è essere consapevoli dei rischi e delle caratteristiche degli attuali accumulatori agli ioni di litio, tecnologia di transizione verso l’inevitabile elettrificazione.

Giulio Verdiraimo

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Giulio Verdiraimo

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