In attesa di una nuova tranche di incentivi che possa dare slancio alle vendite di vetture elettrificate, così come accaduto nel 2021, un sondaggio condotto da Areté ha messo in luce come l’auto elettrica in Italia sia ormai un fenomeno di costume la cui diffusione è ancora fortemente limitata dai prezzi troppo alti.
Nel dettaglio, il sondaggio “Auto elettriche, tu che ne pensi” condotto dall’azienda leader nella consulenza strategica ha messo in luce un’evidenza: elettrico sì, ma se costasse almeno il 30% in meno di quanto in realtà costa effettivamente. Dalla survey, promossa a 3 mesi di distanza da un precedente simile studio sul tema, emerge un’attenzione crescente da parte degli italiani per le vetture elettrificate, frenato però dall’importante fattore economico.
Lo studio messo in luce da Areté non solo ha evidenziato questo “desiderio” che si scontra con la dura realtà, bensì è andato a fondo nel cercare di comprendere le abitudini di spostamento degli italiani dopo la pandemia. Il 64% si serve dell’auto privata per i propri trasferimenti abituali, solo il 6% usa i mezzi pubblici, che dalla pandemia sembrano non essersi ancora ripresi. Quasi il 20%, e il trend è in decisa crescita, si affida ai servizi di mobilità condivisa (sharing o pooling), formule che consentono di abbattere i costi del viaggio, le emissioni inquinanti e contribuiscono a decongestionare le città.
Elettrico con grossi dubbi legati ai prezzi, che potranno scendere solo a fronte di un aumento della domanda e a una riduzione dei costi delle materie prime. Ci vorrà tempo. Per questo motivo sebbene 4 italiani su 10 abbiano già avuto modo di guidare un’auto elettrica rimanendo favorevolmente colpiti (il 43% si dice sorpreso dalla silenziosità, il 19% dal relax alla guida), cambia la prospettiva quando si parla di auto che abbinano il motore termico al motore elettrico, le ibride.
La propensione verso le vetture “elettrificate” è in netta crescita, anche grazie ai cospicui investimenti in comunicazione promossi dalle Case automobilistiche negli ultimi anni. Alla domanda “Se dovessi acquistare un’auto nuova quale alimentazione sceglieresti?”, ormai 1 italiano su 2 indica una vettura ibrida e ben il 38% (era il 23% solo 3 mesi fa nella precedente survey) si dichiara pronto per l’elettrico. Tra i principali motivi che guidano questa transizione figura in primis la ragione ambientale (“per non inquinare”, indicata dal 50% del campione), seguita dalle opportunità di risparmio su consumi e costi di manutenzione (42%).
Per acquistarla 3 su 4 sono pronti a servirsi di finanziamenti, noleggio a lungo termine e leasing, mentre il restante 25% intende farlo con pagamento in contanti. Tra i fattori che potranno migliorare il feeling con questa motorizzazione vengono indicati in primis il pricing (ancora troppo alto e indicato da un italiano su due come ostacolo all’acquisto) e quelli collegati all’autonomia del veicolo: il 25% sarebbe spinto ad acquistare una vettura elettrica da punti di ricarica più veloci, servizi di ricarica a domicilio, minori costi di ricarica.
“Una cosa è certa: il problema centrale per la diffusione massiva dell’elettrico resta oggi il prezzo, ben oltre le capacità di spesa degli italiani.”
Il 56% degli intervistati sarebbe disposto a pagare meno di 30.000 euro per avere un’auto elettrica: meno di 20.000 euro per una citycar e tra i 30.000 e i 40.000 euro per una berlina piccola Premium.
“Lo studio evidenzia come in Italia l’interesse per le auto elettriche sia ulteriormente cresciuto negli ultimi mesi”, sottolinea Massimo Ghenzer – Presidente di Areté, “Quasi tutti valutano ormai con attenzione le motorizzazioni ibride ed elettriche per il futuro acquisto dell’auto. Resta però un ostacolo decisivo per una più ampia diffusione di questi veicoli: il prezzo. Va colmato almeno un 30% di gap tra l’attuale prezzo di mercato e le disponibilità di spesa degli italiani. Un disallineamento che sarà solo parzialmente e temporaneamente colmato dagli incentivi in arrivo. Senza un riduzione di questo gap appare oggi poco realistica un’immediata significativa crescita della quota dell’elettrico sul mercato”.
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