Dalla Alfa 164 Q4 alla Thema Ferrari, passando per la Delta Integrale e la Uno Turbo. Dieci modelli che fanno battere ancora il cuore a tanti appassionati e che vengono ricordati come le più celebri auto degli anni Ottanta del Gruppo Fiat, ben prima che si trasformasse in FCA.
Spesso di parla degli anni Ottanta come l’ultimo periodo d’oro dell’industria automobilistica, quando ancora l’attenzione ai costi non era ossessiva, le piattaforme non così comuni o modulari e le gare molto più importanti. Dall’unione di questi tre fattori potevano nascere auto di serie spettacolari, modelli assurti a imperitura memoria ed entrati direttamente nella leggenda, senza dover per forza costare un occhio della testa o essere prodotti in pochissimi esemplari.
Oggi questi modelli sono sempre di meno e anche quando si parla di FCA non si possono fare eccezioni. Tanto per fare un esempio, pensate a quante auto di serie hanno un corrispettivo impegnato in qualche competizione: a parte le Abarth 595 e 125 Spider, nessuna. Ma fino a qualche lustro fa non era così e non c’era nemmeno bisogno di un coinvolgimento nelle gare per vedere nascere delle vetture particolari. Ecco quindi una bella lista delle 10 auto degli anni ottanta che hanno segnato indissolubilmente il decennio e la stessa Fiat o chi per lei che le mise sul mercato.
Forse non ne avete mai vista una dal vero, ma sicuramente avrete visto il modellino o qualche foto. La 75 1.8 Turbo Evoluzione è un’auto quasi mitica, prodotta dal 1987 al 1991 per l’omologazione nelle competizioni internazionali del Gruppo A e del Gruppo N. I suoi passaruota allargati sono indimenticabili così come l’enorme scritta sulle portiere laterali. Nella versione di serie il suo 4 cilindri turbocompresso erogava 155 CV e 23 kgm di coppia, sufficienti per scattare da 0 a 100 km/h in 7,5 secondi e raggiungere i 215 km/h.
La 164 3.0 V6 24V è una delle Alfa tecnicamente più raffinate mai arrivate sul mercato. Il Busso 3 litri erogava ben 230 CV a 6.300 giri per 28,5 kgm di coppia, che venivano scaricati atterra attraverso una trazione integrale permanente con giunto centrale Viscomatic e differenziale autobloccante posteriore Torsen. Il cambio Getrag aveva 6 marce, i freni a disco anteriori erano autoventilanti e le sospensioni attive a controllo elettronico. Lo 0-100 km/h richiedeva 7,7 secondi e la velocità massima era di 240 km/h.
Prodotta per quasi trenta anni, dal 1966 al 1994, in oltre 164.000 esemplari, la Duetto è una delle Alfa Romeo più famose nel mondo. Parte di questo merito va anche alle molteplici apparizioni cinematografiche, una su tutte quella de il Laureato del 1967, dove corre nel vento guidata da Dustin Hoffman. La sua forza non sono mai state le prestazioni, visto che in quattro generazioni lo schema tecnico degli anni Sessanta con il ponte posteriore rigido non è mai cambiato. Le versioni 2 litri più veloci sfioravano i 200 km/h.
Quella che era una tranquilla e lussuosa citycar, diventava una vera peperina nella versione Turbo. Il motore da 1050 cc derivava da quello della Fiat 127 ma l’adozione del turbo permetteva di avere 85 CV e 122 Nm, sufficienti per raggiungere i 180 km/h e accelerare da 0 a 100 km/h in 9,5 secondi. All’interno c’erano volante e sedili sportivi, ma un prezzo molto più alto rispetto alla concorrenza (anche quella interna della Uno Turbo) ne frenò il sucesso, nonostante le finiture più curate.
In tanti la rimpiangono ancora oggi, per le sue caratteristiche di tenuta di strada e spazio a bordo. Prodotta tra il 1985 e il 1996, la Croma è stata l’ultima vera ammiraglia della Fiat. Stretta nella morsa della Alfa 164 e della Lancia Thema, doveva cedere a loro i motori e gli equipaggiamenti migliori. Tuttavia la versione Turbo i.e. con il suo 2 litri sovralimentato da 155 CV e 235 Nm era assai minacciosa: poteva raggiungere i 215 km/h e accelerare da 0 a 100 km/h in 7,8 secondi. Si riconosceva dalla scritta rossa e dai lavatergifari anteriori.
Nove anni di storia, dal 1985 al 1994, per entrare nella storia dell’auto. E’ stata una delle auto più amate dai giovani della sua generazione, perché grazie ai soli 845 kg di peso il 1.3 turbocompresso da 105 CV e 147 Nm la faceva volare oltre i 200 km/h e da 0 a 100 km/h in meno di 9 secondi. La seconda serie era ancora più veloce ma la vera forza della Uno Turbo era la facilità di elaborazione. Probabilmente di quelle sopravvissute non ne esiste una ancora originale!
Sul mercato dal 1972 al 1989, è tutt’ora l’unica Fiat a motore centrale mai prodotta. La leggenda narra che per definire la sua meccanica venne semplicemente preso il pianale di una 128 e ruotato di 180°. Ovviamente non è così ma c’è un fondo di verità. Bassissima (1,14 metri), corta (3,83 metri) e leggera (meno di 900 kg), aveva gli stessi motori delle berline Fiat dell’epoca, il 1.3 da 75 CV e il 1.5 da 85 CV, rispettivamente con 4 e 5 marce. Non era velocissima ma il piacere di guida era esagerato.
La Montecarlo non aveva nulla a che fare con le altre Beta, ma derivava piuttosto dalla X1/9, come testimonia il suo nome in codice X1/20. Prodotta dal 1975 al 1982, aveva un unico motore, il 2 litri “Lampredi” bialbero da 120 CV che era un ottima base per le preparazioni sportive. Dalla versione di serie, derivò infatti la Beta Montecarlo Turbo, impegnata nel Gruppo 5
Probabilmente è l’auto più amata di tutti i tempi, sicuramente quella con la carriera sportiva più longeva. Nata nel 1979 come elegante berlina compatta da famiglia, nel 1986 diventa HF 4WD, la prima di una lunga serie di modelli sportivi culminata con la HF Integrale Evoluzione, prodotta fino al 1995. Nel suo palmares ci sono 6 titoli mondiali rally e una serie infinita di versioni derivate per altre competizione. Negli ultimi anni è diventata un oggetto da collezione, con quotazioni che partono da 50.000 euro fino ad arrivare agli oltre 200.000 di un’esemplare battuto recentemente all’asta, peccato fosse la versione da rally che ha firmato pagine indelebili nel grande libro del motorsport.
Per tutti è la Thema Ferrari e il suo nome non potrebbe essere più eloquente. Sotto il cofano, infatti, è sistemato in posizione trasversale il motore 3.0 V8 della Mondial Quattrovalvole che con 215 CV ne faceva la trazione anteriore più potente sul mercato. Ma la Thema 8.32 voleva anche dire sospensioni attive, poggiatesta posteriori automatici, spoiler posteriore estraibile elettronicamente e interni super-lussuosi, con vera radica, pelle Frau e Alcantara. A oggi è l’unica auto di un altro marchio a montare un motore Ferrari.
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