In un Salone di Parigi 2022 dominato dalle Case transalpine e dal Gruppo Stellantis, con solo alcuni dei marchi nel suo ampio portfolio, a prendersi la scena sono state Case fino a qualche anno fa insospettabili, in arrivo da Oriente. A rubare l’attenzione di tutti, appassionati e addetti ai lavori, sono state le auto cinesi elettriche arrivate in massa a Porte de Versailles.
E non parliamo di marchi che conoscevamo già, ma di novità che stanno per fare il loro debutto in Europa nei prossimi mesi. Non erano infatti presenti MG, Nio e Aiways, che abbiamo già conosciuto anche dal vivo. Al loro posto, a stupire il pubblico ci sono stati altri marchi che, con vetture moderne, efficienti e tecnologiche lanciano il guanto di sfida all’industria automobilistica tradizionale. Scopriamo allora le più interessanti auto cinesi elettriche (e non solo) viste al Salone di Parigi 2022.
Prima in ordine alfabetico tra le auto cinesi elettriche viste a Parigi, BYD è un marchio che abbiamo già imparato a conoscere in Italia. A Roma, Torino e non solo, infatti, dal 2015 sono comparsi dei bus elettrici cittadini che hanno conquistato le giunte per un prezzo abbordabile, un’ottima autonomia (300 km per quelli torinesi, perfetti per coprire i 220 km percorsi ogni giorno) e tantissimo spazio a bordo. I più attenti, però, avranno visto il logo BYD anche sulle… mascherine. Il colosso cinese, infatti, ha una divisione BYD Care che produce da anni mascherine e gel igienizzanti.
Con l’avanzare della pandemia, però, c’è stata una riconversione industriale mai vista prima, che ha permesso a BYD di produrre 50 milioni di mascherine ogni giorno per mesi. Questo dimostra la voglia di fare, le competenze e la capacità di imparare in fretta del colosso cinese. BYD, infatti, è diventata nel 2022 la Casa produttrice di automobili elettriche con le maggiori vendite a livello mondiale, superando per la prima volta Tesla. Ad oggi, BYD vende 100.000 auto elettriche ogni mese, per ora principalmente in Cina. La sua presenza a Parigi, però, dimostra la voglia di attaccare anche il mercato europeo.
A Parigi, BYD ha presentato tre auto elettriche che saranno coloro che arriveranno per prime in Europa, Italia compresa, nei prossimi mesi. La prima è la BYD HAN, una berlina elegante e sportiva dalle prestazioni da sportiva. Grazie a due motori che offrono 523 CV, la BYD HAN scatta da 0 a 100 km/h in meno di 4 secondi. L’autonomia, poi, è di 521 km grazie ad una batteria da ben 85,4 kWh.
Il secondo modello è un SUV, la BYD TANG. Lungo 4,87 metri e già proposto nel Nord Europa, BYD TANG offre di nuovo 523 CV, e ha un’autonomia di 400 km secondo il ciclo WLTP, data da una batteria da 86,4 kWh. Il terzo modello è forse il più a fuoco per il mercato europeo, il C-SUV BYD ATTO 3. Lungo 4,46 metri e dotato di un motore anteriore singolo da 204 CV, ATTO 3 è compatto, spazioso ma molto tecnologico. Tutti e tre i modelli condividono la tecnologia Blade Battery brevettata da BYD che offre grandi novità dal punto di vista del peso, della sicurezza e della costruzione. Vi rimandiamo alla nostra guida completa su BYD con modelli, gamma e data di uscita.
Dopo aver visto alcune tra le più raffinate e tecnologiche auto elettriche cinesi, passiamo ad un marchio che punta a diventare molto popolare, Ora. Il brand Ora è uno delle nuove realtà create dal Gruppo Great Wall per lanciare famiglie di prodotti 100% elettriche. Come vi abbiamo raccontato nell’articolo dedicato ad Ora, in tanti ritengono questo come il primo passo per l’approdo in Europa di Great Wall.
In realtà, come i più appassionati e nerd tra voi sapranno, Great Wall è stata presente in Europa per diversi anni, ed è ancora in affari con il suo apprezzato pick-up Steed. Great Wall si è concentrata per anni su auto robuste, economiche, affidabili e, spesso, a ruote alte. Escludendo la non troppo convincente Voleex C20R, venduta anche in Italia, si sono fatte apprezzare le Great Wall Hover, il già citato Steed e il SUV Haval H2. In più, Great Wall è stato il primo costruttore cinese a fondare una fabbrica in Unione Europea, in Bulgaria.
Oggi, però, Great Wall fa sul serio, e vuole sognare in grande. Lo fa con due marchi inediti, Wey e Ora. Il primo, Wey, non è stato inserito nella lista perché non produce auto cinesi elettriche, ma “solo” elettrificate. In questo precedente articolo, vi parliamo nel dettaglio delle ibride plug-in Wey Coffee 01 e Coffee 02. Tornando a noi, invece, Ora punta su uno stile davvero personale, quasi retrò. Non manca però un tocco di sportività, che rende le vetture elettriche di questa Casa davvero interessanti.
Per il momento, arriverà in Europa la Ora Funky Cat, una compatta media da poco più di 4,20 metri da tenere d’occhio. Dotata di trazione anteriore, di due tagli di batteria, 48 e 63 kWh e un motore da 171 CV e 250 Nm di coppia, Ora Funky Cat promette un’autonomia compresa tra i 310 e i 420 km. Il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 30.000 euro, per una sfida lanciata alle rivali europee e alla connazionale MG 4 Electric. In futuro, invece, vedremo la Ora Next Cat, una berlina ispirata alla Porsche Panamera con prestazioni e potenze di tutto rispetto.
Passiamo allora ad un produttore di auto cinesi elettriche che ha già messo più di un piede in Italia, Seres. Questa Casa si è già fatta vedere, insieme a Aiways, Karma e Maxus, l’anno scorso al MIMO 2021, ed è gestita in Italia dall’esperto Gruppo Koelliker. Dietro a Seres, però, non c’è solo la Cina. Seres, infatti, è una Casa sino-americana. La sede centrale dove c’è anche il centro di ricerca e sviluppo è situato a Santa Clara, in California.
A produrre i suoi modelli, però, ci pensa uno dei grandi nomi dell’automobilismo cinese, la Dongfeng Motors. Fondata alla fine degli anni ’60 da Mao Tse-tung come produttore di autocarri e con sede a Wuhan, Dongfeng è stato per decenni uno dei grandi produttori cinesi. Nel corso dei decenni, Dongfeng è passata alle auto, e ha imbastito importanti collaborazioni con grandi gruppi industriali europei. La più duratura, quella con il gruppo PSA, la Dongfeng-Peugeot-Citroen, ha prodotto per anni diversi modelli per il mercato interno, rendendo i due marchi francesi tra i più amati in Cina. Dongfeng ha poi messo in piedi collaborazioni con Nissan, Renault, Kia, Honda e non solo, acquisendo grandi capacità e conoscenze dai collaboratori occidentali.
Oggi, lo stile e la raffinatezza del centro di sviluppo americano e la qualità raggiunta dagli stabilimenti Dongfeng porta le Seres ad essere tra le auto cinesi elettriche più interessanti sul mercato. Per attaccare il mondo dell’auto europea, Seres punta su due modelli, la S3 e la S5. La S3 (lanciata come Seres 3 a inizio 2022) è un SUV compatto da poco meno di 4,40 metri, dotata di un motore elettrico anteriore da 163 CV.
La dotazione è ottima, e comprende un sistema di infotainment che sfrutta componenti e software sviluppate dalla notissima Huawei. Il prezzo? 37.555 euro per l’unico allestimento molto ricco. Il secondo modello è l’inedita Seres S5, un SUV di taglia media da circa 4,70 metri e disponibile sia con trazione posteriore o integrale a due motori. La potenza è di circa 350 kW, e grazie ad una batteria da 90 kWh permette un’autonomia teorica di 430 CV, nonché 250 km/h di velocità massima.
Nella disamina delle future auto elettriche cinesi ad arrivare sul mercato europeo, non possiamo non citare una realtà che ci riguarda da vicino, VinFast. Il collegamento all’Italia non è, ovviamente geografico. VinFast ha infatti sede in Vietnam, ed è la prima Casa vietnamita ad uscire dai confini nazionali e approcciarsi ai mercati mondiali, compresa ovviamente l’Europa. Il collegamento con il nostro Paese è a livello di… matite.
Tutti i modelli VinFast sono infatti stati disegnati da aziende italiane, nello specifico Pininfarina e Torino Design. Ma facciamo un passo indietro. VinFast è una Casa vietnamita nata nel 2017 con quartier generale a Singapore, ma anima e sede produttiva a Hai Pong, a sud di Hanoi. VinFast sarebbe stato anche il title sponsor del Gran Premio del Vietnam, in programma ad Hanoi nel 2020 ma mai disputato a causa della pandemia. Un’altra cosa molto interessante da sapere su VinFast è che ha collaborato, per i primi anni di attività, con marchi di livello assoluto come Pininfarina per lo stile, Magna per assemblaggi e ingegnerizzazione e persino con BMW per la meccanica e piattaforme.
Le prime VinFast termiche, infatti, erano basate su BMW di precedente generazione, ma non solo. La VinFast Fadil, ad esempio, è una Opel Karl Rocks, mentre l’apprezzata VinFast LUX A2.0 è una berlina di segmento E basata sulla BMW Serie 5 F10. Dal 2022, però, VinFast produce solamente automobili elettriche. La gamma VinFast sarà formata da quattro modelli molto interessanti, dei SUV elettrici dalle dimensioni molto diverse. A Parigi erano presenti due di questi quattro modelli, le più grandi e ricche VinFast VF8 e VF9. Entrambe disegnate da Pininfarina, sono due SUV di grandi dimensioni (4,75 metri la VF8, oltre 5,1 metri la VF9), ricche e molto tecnologiche.
Dotate di batterie realizzate da Samsung e potenze comprese tra 353 e 408 CV, la VF9 è dotata di un pacco batterie da ben 123 kWh, in grado di offrire un’autonomia di 594 km. Vi rimandiamo all’articolo dedicato alle novità del Salone di Parigi 2022 per sapere tutto su VinFast VF8 e VF9. Le più interessanti per il mercato europeo, però, sono le più piccole VinFast VF6 e VF7. Disegnate anch’esse in Italia da Pininfarina e Torino Design, si tratta rispettivamente di un B-SUV molto compatto e di un B-SUV un po’ più grande, che arriveranno sul mercato nel corso del 2023.
Non potevamo concludere la disamina sulle auto cinesi elettriche viste a Parigi con l’unica Casa italiana presente al Salone, DR. Come ben sapete, però, DR è in realtà una Casa sino-italiana, che adatta al mercato italiano vetture prodotte in Cina nel suo stabilimento di Macchia d’Isernia, in Molise. Nata nel 2006 da un’intuizione di Massimo di Risio, DR dopo un decennio di apprendistato sta lanciando una offensiva al mondo dell’auto, italiano e non solo.
Al Salone di Parigi DR ha portato un modello inedito con il suo nuovo brand, Sportequipe. Ispirato al team Sportequipe con cui di Risio correva quando era concessionario ufficiale Saleen per l’Italia, Sportequipe ha nella sua gamma una piccola elettrica, la S1. Ispirata vagamente alla Toyota iQ e basata sulla Chery eQ1, la Sportequipe S1 ha un motore da 45 CV e una batteria da 31 kWh. Questa piccola utilitaria elettrica arriverà sul mercato nel 2023, e avrà 250 km di autonomia. Sportequipe lancerà anche altri modelli termici, come la S5 (versione sportiva della DR 5.0), la S6 (versione più potente della DR 6.0) e la Sportequipe S7. Al top della gamma, però, ci sarà la Sportequipe S8, presentata proprio al Salone di Parigi 2022.
Sebbene non si tratti prettamente di un’auto cinese elettrica, va citata perché ha un primato alquanto sorprendente. Sportequipe S8 è infatti il primo veicolo di serie a combinare un sistema ibrido plug-in ad un impianto GPL. La vettura, quindi, può andare a benzina, a GPL o a zero emissioni, diventando una tri-fuel. Basato sulla Chery Tiggo 8 Plus, è dotata di un 1.5 turbobenzina da 150 CV, accoppiato a due motori elettrici da 75 e 95 CV, una batteria da 19,27 kWh e un serbatoio del GPL. Insieme, questo particolare powertrain arriva a 320 CV e 510 Nm complessivi, che bastano per uno 0-100 km/h coperto in 7 secondi.
Come avete potuto vedere, ci sono davvero tantissime auto cinesi elettriche (e non solo) che puntano a stupire il mercato dell’auto occidentale. Oltre a questi modelli e marchi emergenti, non possiamo dimenticare Nio, che con la sua tecnologia Batteru Swap promette di eliminare il problema dell’autonomia, o MG, ormai lanciata verso un’ascesa sempre più importante. Attenzione poi ad Aiways, Karma e ad altre realtà che potrebbero arrivare nei prossimi mesi, pronte a scardinare le nostre certezze.
Alla vista di così tante auto cinesi elettriche al Salone di Parigi 2022 si è già alzato un importante dibattito su questo tema. Per non dilungarci troppo, in un altro pezzo vi abbiamo parlato nel dettaglio della diatriba tra Europa e Cina scoppiata proprio a Parigi. In ogni caso, l’Europa deve cominciare a tenere davvero d’occhio le auto cinesi. Il concetto di “cinesata” come di un oggetto scadente è ormai passato di moda nella tecnologia, dove i produttori cinesi come Xiaomi e Oppo scalano le gerarchie, e non solo. I passi avanti fatti dalla Cina del mondo dell’auto negli ultimi 10 anni sono stati enormi. E la loro ascesa non accenna a rallentare.
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