Una vera e propria raffica di aumenti è iniziata allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno. Il 2023 ha dato il via agli aumenti previsti ed aggravati dall’alto livello inflazionistico col quale gli italiani devono convivere.
L’innalzamento dei prezzi colpisce diversi settori chiave e rischia di aggravare la già complicata situazione a livello economico che sta attraversando l’Italia, che si appresta, insieme a molti altri stati appartenenti all’Unione Europea, ad entrare in recessione. Dai carburanti aumentati allo scoccare del 1 gennaio, passando per i biglietti dell’autobus e della metro, fino ad arrivare all’aumento dei pedaggi autostradali di questo 2023, in poche parole viaggiare costa di più.
Solitamente, all’inizio di ogni anno le tariffe autostradali vengono costantemente aggiornate, ma da quattro anni a questa parte, dopo il crollo del Ponte Morandi, si è assistito ud una sorta di “congelamento” durato fino al 31 dicembre 2022. Dal giorno successivo, vale a dire il primo gennaio 2023, in Italia le arterie di competenza di Autostrade per l’Italia hanno un pedaggio aumentato del 2%, al quale si aggiungerà un altro rincaro del 1,34% dal primo luglio 2023.
Riguardo questa decisione, il ministero delle Infrastrutture ha spiegato che sono scongiurati gli aumenti nella stragrande maggioranza delle società autostradali italiane, il 50% delle arterie è senza incrementi. Inoltre, secondo il ministero guidato da Salvini, gli aggiornamenti delle tariffe sono graduali e con tagli rispetto alle previsioni. Non si registrano, si legge nella nota, inasprimenti per le società con aggiornamento del piano economico in corso e per le società con concessione scaduta, vale a dire:
Se in Italia la situazione dei rincari non sembra essere delle migliori, all’estero va anche peggio. In Spagna è stato approvato un aumento del 4% per undici tratte autostradali (rispetto alla richiesta media di +8,4%). In Francia, invece, gli automobilisti e viaggiatori si confronteranno con una lievitazione media delle tariffe del 4,75% dal primo febbraio 2023, che si aggiunge al +2% del 2022.
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