Per tutti gli italiani inizia all’insegna dei rincari il nuovo anno. Il 2023 ha un esordio amaro per gli automobilisti, che devono far fronte ad una serie di aumenti, soprattutto quelli inerenti i carburanti. Da nove mesi a questa parte, benzina, Diesel, GPL e metano godevano dell’effetto del Decreto “taglia accise” deliberato dall’esecutivo Draghi, un provvedimento che il Governo Meloni ha deciso di ritoccare dal primo gennaio 2023.
Neanche il tempo di festeggiare l’arrivo del 2023 che gli automobilisti italiani si sono dovuti confrontare con degli importanti rincari. Spicca tra questi quello che riguarda i carburanti, che dal primo gennaio non godono più dell’effetto totale del Decreto sulla riduzione delle accise decisa prima dal governo Draghi e poi confermata, in parte, anche dall’esecutivo Meloni.
Questo vero e proprio sconto non verrà più esercitato, quindi spazio all’adeguamento dei listini che puntano verso l’alto. Da nove mesi a questa parte, lasso di tempo nel quale è stato esercitato il Decreto emanato dall’ex primo ministro Mario Draghi, benzina e Diesel hanno subito una riduzione complessiva di 30,5 centesimi. Nel frattempo i prezzi sono scesi, tant’è che il 31 dicembre 2022 il prezzo medio nazionale della benzina si attestava a 1,625 euro al litro ed il Diesel a 1,689 euro, ovvero ai minimi da giugno del 2021.
La decisione di non prorogare la scontistica applicata sui carburanti ha scatenato il dissenso delle associazioni dei consumatori, anche perché oltre al rincaro diretto per i cittadini si dovrà fare i conti con un probabile aumento del prezzo delle merci, già interessate dall’inflazione, dal momento che aumenterà in generale il costo del trasporto su gomma. Alcuni, però, si sforzano a guardare il lato positivo della tassazione piena sui carburanti, un qualcosa che permetterà allo Stato di recuperare ingenti risorse.
Tra i banchi dell’opposizione, Giorgia Meloni nel 2019 prometteva la graduale eliminazione delle accise dal costo dei carburanti. Come dimostra questo video pubblicato su Twitter dalla pagina di “Abolizione del suffragio universale”, allo scattare della mezzanotte di domenica 1 gennaio, quasi magicamente, si sono aggiornati i tabelloni delle stazioni di servizio.
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