Con la prima Audi A1, la Casa di Ingoldstadt fece una precisa scelta, quella di avvicinare un pubblico più giovane a una marca da molti reputata troppo rivolta a un pubblico, al contrario, maturo. La nuova A1 Sportback è l’auto della maturità per la entry level del Marchio, un po’ perché finalmente cresce di dimensioni un po’ perché riesce a offrire, in termini di tecnologia, un’ottima base di partenza per chi desidera una compatta premium, stando però attenti al noto listino Audi che non perdona se ci eccede con i, chiamiamoli così, vizi.
Crescendo di dimensioni, la nuova A1 2019, presentata al Salone di Parigi 2018, e già in commercio, riesce a compensare, in parte, uno dei grandi difetti della prima generazione mentre a livello di motorizzazioni l’abbandono del Diesel sottolinea la volontà della marca di puntare su motorizzazioni piccole, sovralimentate a benzina, predisponendo la base per una futura versione ibrida plug-in.
Ecco come va la nuova Audi A1 nella versione 30 TFSI S Tronic, due sigle che significano una la nuova denominazione numerica che si traduce con il tre cilindri da 116 CV sotto il cofano e, l’altra, la presenza del cambio automatico DSG a sette rapporti.
Partiamo subito da una piacevole novità, specie per chi trovava la vecchia A1, e non erano in pochi, davvero troppo piccola. La nuova generazione è cresciuta, sia nei contenuti sia nelle lunghezza, guadagnando circa cinque centimetri (da 3,98 metri a 4,03) e conseguenti 9 centimetri di passo figli degli sbalzi ridotti sulla nuova generazione. L’auto è sì più lunga ma va detto che dietro si sta ancora scomodi se i passeggeri, come il sottoscritto, eccedono con i centimetri. Progressi ci sono stati in tal senso ma non si può certo definire un’auto spaziosa, mancano anche le bocchette a servizio del divanetto e dei suoi occupanti.
Ad aumentare, e non poco, è anche lo spazio del bagagliaio, con 335 – 1090 litri della nuova generazione contro i 270 – 920 della vecchia. Innegabile, poi, che in Audi abbiano voluto puntare su un design molto caratteristico fatto di linee tese e muscolose, utili ad allargare l’impronta su strada, specie al posteriore con l’adozione di gruppi ottici a sviluppo orizzontale. Davanti, invece, la bocca esagonale con la calandra single frame cara alla marca dona carattere mentre le scenografiche luci diurne a LED a più elementi sono a pagamento anche sulla nostra S Line (pacchetto Evolution, 1.300 euro).
La nuova A1 perde inoltre la carrozzeria tre porte, ormai poco richieste anche sulle segmento B, mentre la tavolozza colori si caratterizza per tonalità accese e vivaci, quali il rosso Misano perla della vettura in prova, abbinata in questo caso al tetto nero a contrasto (480 euro) e al Look Nero, che dona la tonalità più scura al paraurti a fronte di un sovrapprezzo di 540 euro. Le tre fessure che vedete alla base del cofano sono invece un richiamo alla mitica Audi Quattro, peccato siano finte e di sola apparenza estetica, mentre i cerchi da 17” sono disponibili senza sovrapprezzo per la S Line (di serie, solo sulla base, ci sono i 15”).
Dentro l’aria premium si respira grazie alla volontà di Audi di rendere la nuova A1 la cosiddetta “nativa digitale”, grazie alla presenza, fin dalla base, del display ad alta risoluzione da 8 pollici (estendibili fino a 10,25 pollici) leggermente orientato verso il conducente e ricco di funzioni che non vi descriviamo per motivi di brevità (si tratta comunque del sistema Audi Connect), ovviamente touch screen. Il funzionale Audi Virtual Cockpit, invece, si paga a parte (185 euro), mentre fa sorridere, specie per un auto che di base costa 28.300 euro, l’assenza di serie di un navigatore, che va acquistato a parte (485 euro per quello base).
Via quindi lo schermino a scomparsa della vecchia generazione in luogo di una vera rivoluzione digitale che diventa terreno di conquista per chi vive con lo smartphone come proseguimento del proprio braccio. Quando guidate, però, meglio lasciarlo da parte. Piace molto la copertura della plancia a trama esagonale e dal riuscito effetto tattile: i suoi 85 euro li vale tutti. Bello, infine, il volante in pelle con 12 tasti multifunzione: viene 95 euro ma, anche in questo caso, li vale proprio tutti.
Se la precedente generazione è stata eletta da molti appassionati come un’auto di far divertire, specie pensando alla variante S1, anche la nuova non delude. La 25 TFSI, versione d’ingresso, è guidabile anche dai neopatentati mentre la 30 TFSI a nostra disposizione possiede un ottimo spunto grazie ai 200 Nm di coppia già disponibili a 2.000 giri/min che le permettono di scattare da 0 a 100 km/h in 9,4 secondi e una velocità massima di 203 km/h.
Il tre cilindri non “frulla” eccessivamente e si dimostra lineare nell’erogazione, segno della particolare attenzione che i tecnici Audi hanno dedicato alla sportività della loro compatta. A disposizione, ricordiamo, ci sono anche la 35 TFSI e la 40 TFSI, versioni che acquisiscono un cilindro in più e offrono, rispettivamente, 150 e 200 CV.
La qualità dei materiali, l’insonorizzazione e l’assetto sono da auto premium. Il classico sottosterzo da trazione anteriore non è invadente come ci saremmo aspettati: merito della leggerezza del frontale, dovuta al tre cilindri, e della piattaforma modulare MQB A0, la cui rigidezza torsionale è stata massimizzata per salire di livello rispetto al passato.
A disposizione, con un ulteriore sovrapprezzo di 905 euro, c’è il pacchetto Dynamic che, per la 30 TFSI, comprende le sospensioni elettroniche regolabili in due modalità (base o sportiva) così come le pinze freno rosse e soprattutto l’Audi Drive Select. Con i cerchi da 17” della versione in prova, sprovvista del pacchetto di cui sopra, l’assetto non soffre un eccessivo rollio, lo sterzo si dimostra sempre pronto e le sospensioni assorbono sempre bene le buche: la A1 2019 è davvero un’auto adatta a tutti gli utilizzi.
Con un uso sapiente dell’acceleratore, poi, non è difficile arrivare a consumare circa 15/16 km nel misto, grazie alla pacatezza del tre cilindri, quando non gli chiedete troppo, e all’intervento, va detto, un po’ brusco, dello Start&Stop in città. Nulla da recriminare al doppia frizione S-Tronic, con cambiate sempre precise, kick down pronti e intelligenza di cambiata.
Con la nuova A1 dotata del tre cilindri da 116 CV non è difficile arrivare a consumare circa 15 km/l con punte di 16, lontanucci dai 5,7 l/100 km dichiarati da Audi. Il divertimento offerto dalla A1 compensa, però, l’eventuale esborso alla pompa di benzina, oltre a garantirvi qualche sorriso in più.
Molto buona la dotazione di sicurezza: l’Audi pre sense front è di serie così come l’avviso di abbandono corsia, mentre si paga il cruise control (340 euro) e il sistema di ausilio al parcheggio plus, con sensori anteriori e posteriori (385 euro). Presente anche la retrocamera, per ulteriori 425 euro.
Il prezzo di partenza della nuova Audi A1 Sportback, nella motorizzazione 25 TFSI da 95 CV, è di 21.750 euro. Per la 30 TFSI, con l’aggiunta del cambio automatico, il prezzo di partenza sale a 28.300 euro, mentre la 30 TFSI base, con cambio manuale, costa 22.500 euro.
Considerato tutti gli optional della vettura in prova, e qui riprendiamo il discorso sulla “lunghezza” della lista optional, e sul prezzo, si sale comodamente a circa 32.800 euro, praticamente 10.000 euro in più della A1 base già ordinabile nelle concessionarie.
In quanto Audi, quindi compatta premium, anche la A1 Sportback si fa pagare e non poco. Si rivolge a un pubblico che può spendere e che si trova di fronte alla dura scelta, perché questa è la sua concorrente diretta, tra lei e l’altrettanto sportiva Mini 5 porte, nelle sue varie motorizzazioni e allestimenti.
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