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Aston Martin taglia le stime sul 2024 e precipita in Borsa

Tempo di lettura: 2 minuti

Non passa minuto che non ci sia un cosiddetto profit warning (allarme riduzione degli utili) per le Case auto: ora tocca ad Aston Martin.

L’azienda britannica ha rivisto al ribasso le stime per il 2024: produrrà 1.000 auto in meno rispetto a quanto inizialmente pianificato, con una riduzione delle vendite del 10%. Addio anche all’obiettivo di raggiungere un margine lordo del 40%. Di riflesso, le azioni della società di Gaydon sono crollate, stamane, del 25% alla Borsa di Londra. Gli inglesi sono in buona compagnia: il Gruppo Volkswagen ha abbassato le sue previsioni il 27 settembre, seguendo Mercedes e BMW; imitati oggi da Stellantis.

I morsi del Dragone

A pesare è soprattutto la concorrenza spietata degli agguerriti Marchi in Cina, crisi acuita da problemi con alcuni fornitori: sale il numero di veicoli in ritardo nella produzione, il che impatta sull’efficienza operativa e rallenta le consegne. Stando al nuovo CEO di Aston Martin, Adrian Hallmark…“è evidente la necessità di prendere misure decisive per adattare i volumi di produzione”, migliorando l’efficienza e raggiungendo una distribuzione più equilibrata in futuro. 

Le avvisaglie già c’erano

Aston Martin aveva sofferto parecchio già nel primo semestre 2024: soltanto 1.998 auto immatricolate, un terzo in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. A luglio, l’azienda aveva messo in guardia, anticipando un ampliamento delle perdite ante imposte, che hanno toccato quota 216,7 milioni di sterline (260 milioni di euro). Una tempesta mentre è in atto il piano di ristrutturazione pluriennale, avviato da Lawrence Stroll, imprenditore canadese miliardario che dal 2020 è presidente dell’azienda dopo averne acquisito una quota di controllo e aver portato il brand nel circus della F1 con investimenti monstre, tra cui l’ingaggio di Adrian Newey.

Massima fiducia

Per sostenere la ristrutturazione finanziaria, Stroll ha introdotto investitori nel capitale, come il Public Investment Fund (PIF) dell’Arabia Saudita, e rafforzato l’immagine del Marchio portandolo in Formula Uno, in modo indipendente dalla società quotata. L’imprenditore si dice tuttora fiducioso nella capacità dell’azienda di realizzare il suo pieno potenziale. Nonostante le pressioni del Dragone con i suoi innumerevoli modelli che coprono ormai tutte le fasce, da quella base all’extra lusso sportiva.

Autore: Mr. Limone

Redazione Autoappassionati.it

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