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Assicurazione auto, cosa cambia con quella famigliare

Tempo di lettura: 2 minuti

L’ assicurazione auto è fra le voci di spesa più dispendiose nel mantenimento di un veicolo, tanto da arrivare a condizionare il bilancio di una famiglia. Cosa cambia con l’ultima Legge di Bilancio?

Un argine a questo problema è contenuto, per l’appunto, nell’ultima Legge di Bilancio, dov’è prevista una novità assai gradita per le famiglie con tanti veicoli assicurati: dopo un iniziale ritardo, perché il via è slittato dal 1 gennaio previsto al 16 febbraio 2020 effettivo, sarà possibile estendere la migliore classe di merito in famiglia a tutti i nuovi veicoli, anche di tipo diverso, con la certezza di ottenere forti risparmi sui prezzi delle nuove polizze (si parla di circa il 30% a famiglia).

La classe di merito, dall’auto allo scooter

Prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema riguardante l’ assicurazione auto, chi è nella classe di merito più favorevole può trasferirla ad un famigliare (anche di coppie conviventi) solo se quest’ultimo acquista un veicolo dello stesso tipo. Esempio: un genitore, con un’auto assicurata in 1° classe, può trasferire la classe di merito al figlio se questo stipula o rinnova una polizza per un’auto.

Dal mese di febbrario, come ricordato in apertura, l’ assicurazione auto cambierà, perché il figlio potrà ottenere la classe di merito del genitore anche stipulando una nuova polizza o rinnovando quella esistente per uno scooter o una moto. Il trasferimento della classe di merito non avverrà soltanto per le nuove polizze, ma anche al rinnovo di quelle esistenti.

Giù i costi dell’assicurazione auto, con il solito “ma”

La novità è stata accolta in modo generalmente favorevole, perché diminuirà il costo che alcune famiglie devono sostenere per le assicurazioni dei loro veicoli anche se l’Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici ha espresso scetticismo, lamentando possibili minori introiti per le compagnie assicurative: in tal modo, è la previsione, tutte le polizze saranno riviste al rialzo per compensare le mancate entrate, come, d’altronde, era prevedibile.

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