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ASI: un’indagine oggettiva sull’impatto ambientale dei veicoli storici

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L’ASI passa al contrattacco e propone di oggettivare il reale impatto ambientale dei veicoli storici, ultimamente sotto la lente di certe amministrazioni che ne hanno bloccato la circolazione nei centri abitati a più alto tasso di inquinamento. Ecco il comunicato stampa diramato oggi:

L’Automotoclub Storico Italiano è l’ente che dal 1966 tutela e valorizza il motorismo storico: un mondo fatto di passione, cultura e valori positivi. Un settore che, come ha sottolineato il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati in occasione della Giornata Nazionale del Veicolo d’Epoca celebrata il 29 settembre 2019, “E’ patrimonio storico, culturale, tecnologico e artistico che le istituzioni hanno il dovere di preservare con misure che, anche a livello legislativo, diano chiari segnali di tutela e di valorizzazione, sia nei confronti degli operatori, sia nei confronti degli appassionati.”

Tutelare il motorismo storico implica la salvaguardia dei veicoli, i quali, per loro natura e definizione, necessitano di regolare movimentazione e utilizzo, per questo ASI ha sensibilizzato l’amministrazione pubblica della Regione Piemonte affinché per i veicoli storici venga predisposta una deroga ai limiti di circolazione previsti dall’Ordinanza regionale antinquinamento entrata in vigore il 1° ottobre 2019: se non circolano, i veicoli storici muoiono e con loro muore tutto il mondo ad essi collegato, causando un enorme danno, oltre che culturale anche economico. L’indotto annuo prodotto dal settore a livello nazionale è stato stimato in 2,2 miliardi di euro e per la sola Regione Piemonte vale circa 123,4 milioni di euro.

ASI ha evidenziato che la circolazione in deroga dei veicoli dotati di un certificato di rilevanza storica (CRS) rilasciato a termini di legge avrebbe, a livello ambientale, un impatto minimo (se non nullo) per due fattori: sono pochi e circolano poco. Si parla di numeri molto esigui: nel caso del Piemonte, sui 3.700.000 autoveicoli circolanti sono solo 4.000 quelli che in base a dati forniti dalla Motorizzazione risultano attualmente avere un CRS trascritto sul libretto (lo 0,11%) e 14.000 (lo 0,38%) quelli ad aver ottenuto un CRS da quando tale documento è entrato in vigore (10 anni fa). Quest’ultimo dato non è però attendibile perché non si può sapere quanti di questi sono ancora circolanti. Anche se rapportati al numero dei soli autoveicoli ultraventennali circolanti in Piemonte (600.000 circa) la percentuale di quelli storici rimane bassissima: lo 0,67% ha un CRS trascritto sul libretto e il 2,3% avrebbe ottenuto un CRS dal 2010 ad oggi (dato non attendibile per i motivi già esposti sopra). Le percentuali sono in ogni caso bassissime e oltre a questo i veicoli storici dotati di CRS percorrono pochissimi chilometri all’anno: le medie fornite dalle assicurazioni sono inferiori ai 1000 km.

A fronte di questi dati, ASI – tutt’altro che insensibile alle problematiche ambientali – si è prima di tutto resa disponibile a collaborare con la Regione Piemonte per realizzare uno studio pilota che potrebbe essere di grandissimo interesse al fine di chiarire il reale impatto ambientale della circolazione dei veicoli storici. Si è prevista la possibilità di dar vita ad un tavolo di lavoro per pianificare le modalità della ricerca che nell’arco di un anno dal suo inizio potrebbe già fornire risultati attendibili. I metodi per fare valutazioni esistono e sarà di grande utilità sfruttarli al meglio attraverso un impegno comune. E’ peraltro in fase di definizione finale un accordo di collaborazione scientifica tra ISS – Istituto Superiore di Sanità (Reparto di Igiene dell’Aria – Dipartimento Salute e Ambiente) e Automotoclub Storico Italiano che ha finalità sovrapponibili. Le due ricerche potrebbero essere sinergiche ed integrarsi mirando entrambe a chiarire l’inquinamento urbano prodotto dalla circolazione dei veicoli storici, stimando la quantità di elementi inquinanti (PM10, ecc…) prodotti dalla loro circolazione e misurando la quantità di chilometri percorsi annualmente dai veicoli storici.

I risultati costituirebbero un utile riferimento per la regolamentazione dell’utilizzo dei veicoli storici nei centri urbani ed in genere sull’intero territorio nazionale.

In attesa di avere a disposizione i risultati di tali studi, che siamo sicuri chiariranno la non significatività dell’impatto ambientale dei veicoli storici, e prendendo al contempo atto delle problematiche che deve affrontare la Regione Piemonte legate ai territori facenti parte del bacino padano ed alle direttive europee, le deroghe chieste da ASI alla Regione Piemonte sono state due. La prima riguarda i veicoli con anzianità di costruzione compresa tra i 20 e i 39 anni in possesso di CRS trascritto sulla carta di circolazione. Visto che alcuni paventano un loro possibile uso quotidiano si è chiesto vengano ammessi alla circolazione solo dalle ore 18.00 alle ore 6.00 dei giorni feriali e senza limitazioni di orario nelle giornate festive e in occasione di manifestazioni e raduni. Escludendo la possibilità di utilizzare tali veicoli tra le ore 6 e le 18 dei giorni feriali non è pensabile che possano essere interpretati come veicoli d’uso quotidiano. La seconda deroga richiesta riguarda i veicoli storici con età superiore ai 40 anni in possesso di CRS trascritto sulla carta di circolazione: per quanto attiene la circolazione, a questi veicoli si chiede siano applicati gli stessi criteri adottati per i veicoli appartenenti alla classe meno inquinante. Tali veicoli hanno caratteristiche tali che sarebbe antieconomico e non pensabile utilizzarli come mezzi di trasporto quotidiano. Anche con tale deroga il loro uso non avrebbe certo alcun significativo impatto sull’inquinamento.

ASI, in linea con la propria missione culturale e sociale, ha dimostrato la massima disponibilità per collaborare a qualsiasi iniziativa atta a preservare quel patrimonio nazionale di inestimabile valore rappresentato dai veicoli storici, escludendo al contempo l’applicazione di normative penalizzanti non supportate da dati concreti e scientifici. Il dialogo con gli esponenti di Regione Piemonte e Comune di Torino è stato produttivo e speriamo che gli amministratori trovino al più presto soluzioni adeguate per far sì che Regione e Comune, città simbolo dell’automobile, possano continuare a far vivere i veicoli storici, le attività collegate e il mondo di passione che li muove.

Franco Daudo

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Franco Daudo

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