Cupertino e Woking. Smartphone e auto. Apple e McLaren. Che cosa hanno in comune?
Giusto qualche giorno fa vi avevamo raccontato delle difficoltà di Apple riguardo lo sviluppo del progetto Titan, quello relativo alla iCar. Un cambio di strategia repentino, che era stato raccontato dal Financial Times, secondo cui il nuovo direttore del progetto, Bob Mansfield, avrebbe deciso di concentrarsi solo sullo sviluppo delle tecnologie da montare sulle auto e non sulla produzione di un’auto vera e propria.
Avevamo ipotizzato che anche Apple, sulla scia di quanto fatto da Google, potesse e dovesse ricorrere a un’alleanza con qualche costruttore di automobili.
Oggi, uno scoop sempre del Financial Times che in poche ore ha fatto il giro del mondo, riporta come Apple sarebbe in trattativa da mesi per acquisire McLaren Technology Group, la holding che controlla sia il team di Formula 1, che McLaren Automotive, la casa produttrice di supersportive.
Da McLaren però, è arrivata prontamente una categorica smentita: “non ci sono contatti con Apple riguardo possibili investimenti”, che, va detto, letteralmente non esclude nessun accordo di collaborazione o scambio di tecnologie.
In quel di Cupertino, invece, come sempre tutto tace.
Di McLaren Technology Group non fanno parte solo il ramo Formula 1 e quello di produzione di auto in serie, ma anche un’importante quanto redditizia, attività di ricerca e sviluppo, non solo in campo automobilistico.
Questo ramo si chiama McLaren Applied Technologies ed è sconosciuto ai più. Tra le sue attività rientra la ricerca sulla fibra di carbonio, l’elettronica di controllo, basti pensare che McLaren produce esclusivamente dal 2008 la centralina per le monoposto di Formula 1, oltre che per le auto impegnate nei campionati Nascar e Indycar, oltre a software e addirittura pannelli solari.
Per Apple, come detto, significherebbe aver finalmente trovato un partner nel settore automobilistico, pur non nella produzione di auto destinate al “mass market”, mentre per McLaren la tecnologia software di Apple rappresenterebbe un valido supporto, visto che, come vi avevamo raccontato a margine del salone di Ginevra, le intenzioni del costruttore inglese sono molto ambiziose: lanciare entro il 2022 quindici nuovi modelli (qui).
Il matrimonio tra le case di Cupertino e Woking avrebbe più di una ragione per essere celebrato.
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