Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, pensa a nuovi incentivi auto 2025 per incrementare la produzione italiana. È quanto emerso al Tavolo Automotive conclusosi poche ore fa, cui hanno partecipato rappresentanti di Stellantis, della filiera, dei sindacati e delle associazioni datoriali.
Dopo aver annunciato lo studio di nuovo piano di bonus su base triennale, sembrano più mature le voci che vogliono come base di partenza gli attuali ecobonus statali 2024; quest’ultimi, pur con lo scandalo dell’esaurimento dei fondi destinati alle elettriche in appena 24 ore, hanno centrato quattro obiettivi, ossia supportare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, aiutare soprattutto le persone fisiche, sostenere le fasce meno abbienti. Un target è stato “bucato”, cioè incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti nel nostro Paese, soprattutto della FIAT Pandina a Pomigliano e della 500 elettrica a Mirafiori.
Ecco perché il governo Meloni mira ad agevolazioni da discutere durante future riunioni tecniche. Fra le possibili altre novità, sconti statali più forti a chi compra auto a più basse emissioni, e maggiore sostegno alle classi meno abbienti, con un orizzonte temporale più lungo. Ricordiamo che ora il fondo Automotive prevede 750 milioni per il 2025, un miliardo annuo dal 2026 al 2030.
L’Italia potrebbe imitare la Francia, dove c’è un meccanismo di bonus che privilegia le produzioni con un alto contenuto di componentistica europea. Così da incentivare la domanda di veicoli assemblati in Italia o in Europa con componenti fatte localmente. Si utilizzerebbero parametri come l’impronta ecologica, la cybersecurity e il rispetto dei diritti fondamentali della forza lavoro.
La situazione degli incentivi a oggi: cosa è rimasto e a chi è destinato
A prescindere da come saranno i nuovi incentivi, sarebbe opportuno impedire la paralisi del mercato dovuta all’effetto annunci: se per mesi l’esecutivo promette nuovi bonus, nessun consumatore compra più auto nuove, in attesa di sconti statali futuri. Da oggi, primo giorno in cui si accenna alla possibilità di inedite agevolazioni, l’ideale è che non passi troppo tempo sino all’approvazione delle regole.
Restano a ogni modo altre questioni da risolvere: in particolare, rendere disponibili 240 milioni di euro di fondi che rappresentano il residuo della dotazione degli incentivi per l’anno 2024, recuperare 250 milioni di euro (del miliardo del 2025) prelevati dal decreto Coesione, rivedere il trattamento fiscale delle auto aziendali.
Autore: Mr. Limone
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