Categorie: Prove su strada

Alfa Romeo Mito Quadrifoglio Verde| Prova su strada

Tempo di lettura: 4 minuti

La recentemente rinnovata MiTo ‘Quadrifoglio Verde’ si contraddistingue per un look sportivo, ma non estremo. Rispetto alla vecchia versione non sono molti i particolari che variano, spoiler, calotte, griglia frontale, maniglie delle porte, cornici dei fari anteriori e posteriori brunite e il colore rosso delle pinze freno. Inedito è invece il colore Grigio Magnesio opaco, che esalta le linee aggressive della sportiva compatta e sul quale risalta il logo ‘Quadrifoglio Verde’ posto sotto l’indicatore di direzione laterale.

Interni raffinati e mai estremizzati, qualche scivolone sul Nav

L’interno della nuova MiTo QV si caratterizza per il volante dal nuovo design, molto in stile Giulietta QV, sportivo e elegante allo stesso tempo, dalla comoda impugnatura, in pelle con cuciture bianche a contrasto, dal quale spuntano i paddle del cambio. Le plastiche della Mito QV non son cambiate, troviamo sempre la parte centrale “Competizione” Carboon Look semi schiumata d’effetto, così come il centro dei pannelli porta. Nelle zone meno in vista la plastica è goffrata, non schiumata ma non stona.

Nuovo il sistema UConnect da 5 pollici, qui opt con navigatore TomTom, dalla logica semplice e funzionale, ma lento nei comandi. In più lo schermo è molto piccolo per gli standard attuali, come le dimensioni di uno smartphone…
I sedili standard son eleganti e contenitivi il giusto, ma optional sul nostro modello erano installati i sedili a guscio Sabelt in Alcantara. Questi sedili sono l’ideale per le strade a curve, poiché trattengono bene il corpo nella zona lombare e a livello del bacino, meno le spalle, se invece preferite un uso più turistico alla lunga il loro rivestimento sottile affatica, lo stile da 10 e lode esalta chi ha la benzina che scorre nelle vene.

Alla guida: non estrema, ma molto godibile

La versione di punta della Mito ripropone la motorizzazione 1.4 Multiair Turbobenzina, però questa volta abbinata al cambio 6 marce a doppia frizione a secco ‘Alfa TCT’ di ultima generazione.
I 170 cv a 5.500 giri/min si sposano bene con l’indole da mini granturismo della piccola del Biscone, però se siete amanti della potenza pure o della pista sappiate che la concorrenza ha superato di slancio i 200cv. Quello che piace qui è una coppia massima pari a 230 Nm o 250 in modalità Dynamic, disponibile già a 2.500giri: in questo modo si ha sempre la spinta quando la si cerca, nell’arco basso del contagiri, con un allungo godibile, ma non estremo, fino a 6.000giri.

La versione più sportiva di Alfa Romeo MiTo regala ottime performance con una velocità massima di 219 km/h e accelerazione 0-100 Km/h in 7,3 secondi, migliorando di 3 decimi la “manuale”, a fronte di emissioni e consumi contenuti 124 g/km di CO2 omologati. Noi abbiamo rilevato una media di 9-11km/l in città e autostrada, mentre l’extraurbano permette di spingersi fino a 13km/l: merito delle valvole idrauliche del sistema Multiair e della logica evoluta del cambio doppia frizione.

Più coinvolgente il “sound” che esalta il carattere sportivo della vettura senza esasperarlo, con tanto di doppietta automatica al cambio marcia. Cambio marcia che con le palette al volante, della dimensione adeguata, è più piacevole e reattivo del vecchio manuale dagli innesti contrastati. La velocità di risposta non è la migliore tra i doppia frizione, ma è “di livello”. Rispetto allo stesso TCT montato su 4C, nella Mito in manuale non mantiene il rapporto ne in scalata, ne al fuorigiri: il che è meglio per i neofiti, ma peggio per i driver più pistaioli che a metà curva si trovano un assetto sbilanciato dall’improvviso cambio di marcia. Un appunto sul kick down automatico: affondando il piede per un sorpasso il passaggio a due o tre rapporti inferiori è più lento del previsto, non azzardate o “organizzatevi” per tempo. 

Assetto attivo: sicurezza garantita

Tra le curve la reattività è dovuta in larga parte all’assetto attivo dell’Alfa Active Suspension, l’evoluto sistema di controllo elettronico degli ammortizzati Magneti Marelli, permette di variare in modo continuo la risposta degli ammortizzatori elettronici in funzione delle condizioni della strada e delle esigenze di guida. Si ha una vettura più ridida in Dynamic e più confortevole tra le asperità nelle altre condizioni. La taratura delle molle però non è estrema e rispetto ad altre rivali più pepate la Mito ha una vocazione più granturismo, che potrebbe scontentare gli amanti del Track Day, ma sicuramente la rende più godibile tutti i giorni, anche nel tragitto casa ufficio. In autostrada qualche fruscio di troppo è presente.

La frenata grazie al sistema Brembo a pinze fisse e quattro pistoncini è sempre potente, con un buon feeling del pedale e alla lunga l’impianto non dà segni di cedimento. La sicurezza non è da meno con 7 airbag (5 poiché si perdono i due laterali con i sedili Sabelt), Alfa VDC, Q2 elettronico e Dynamic Steering Torque. Nella modalità del manettino più sportiva i controlli non si disinseriscono, ma diventano molto lascivi, per lasciar più spazio al divertimento senza perdere in sicurezza se qualcosa va storto.

Prezzo e concorrenti: si fa pagare, ma si mantiene con poco

La MiTo QV parte da 23.500€, un prezzo concorrenziale e in linea con le avversarie più cavallate ma di pari dotazione, alla quale si aggiunge una discreta lista di accessori. Ve ne citiamo alcuni: clima automatico bi-zona (450€), cruise control (300€), specchi retrovisori esterni richiudibili elettricamente (250€), sedili anteriori con regolazione lombare (160€), cerchi in lega da 18″(da 400 a 600€), il nuovo sistema d’infotainment Uconnect con schermo touchscreen a colori da 5″ e navigatore Tom Tom (500€), Grigio Magnesio opaco (950€) e i sedili Sabelt con schienale in fibra di carbonio e tecnologia Resin Transfer Moulding (2500 €), l’esemplare provato da noi supera i 31mila €, ma vi son forti sconti in atto.

Le principali rivali del segmento B più cavallato sono: Renault Clio RS, Ford Fiesta ST, Peugeot 208 Gti, Audi A1, Mini Cooper S, VW Polo Gti, Seat Ibiza Cupra e Skoda Fabia RS.

La Mito si rivela una validissima compagna di viaggio in ogni situazione, dal track day, alla città, grazie allo start&stop di serie, dall’autostrada (cruise control in opzione) alle curve, il tutto condito con costi di gestione contenuti. Gli anni alle spalle ci sono, ma Alfa l’ha fatta “invecchiare” nel modo giusto. Se si cerca una Hot Hatch tra le più cattive, meglio rivolgersi altrove, ma se si vuole un’elegante e sportiva granturismo la Mito più ancora dire la sua nel segmento B “near premium”.

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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