Facciamo un passo indietro sino a metà aprile 2024: l’Alfa Romeo Milano mutava il nome divenendo Alfa Romeo Junior. Decisione della Casa italiana del gruppo Stellantis, dopo le “accuse” lanciate dal ministro delle Imprese Adolfo Urso. Quale la “colpa” della Milano? Una possibile presunta violazione dell’articolo 144, comma 1 bis sull’Italian Sounding: pratica finalizzata alla falsa evocazione dell’origine italiana di un prodotto. Siccome la B-Suv del Biscione è assemblata in Polonia, allora potrebbe infrangere la norma. Nessuna richiesta ufficiale di variazione del naming da parte del governo Meloni: il ceo Alfa, Jean-Philippe Imparato, ha voluto spegnere sul nascere qualsiasi eventuale polemica.
Cose da azzeccagarbugli, in un mondo automotive devastato da problemi di ogni genere: transizione elettrica lenta, disoccupazione, guai per la componentistica, assenza di colonnine veloci sufficienti, invasione di full electric cinese, guerra commerciale fra Cina e Occidente. Ma, già che siamo in ballo, balliamo. Alfa Romeo Milano no; Ford Capri, Kia Sorento e la KG Mobility (ex-SsangYong) Tivoli sì. Perché? Eppure anche la “filiale” tedesca dell’ex colosso Usa, la sudcoreana che fa coppia con Hyundai e l’altra sudcoreana sollevano perplessità. Da anni. Eppure Capri è l’isola nel Golfo di Napoli, fra le mete turistiche del Belpaese più meravigliose del globo terracqueo. Eppure Surriento (in napoletano) rappresenta l’Italia che sorride al Sole. Eppure Tivoli è così nostra che ha il diritto di vantarsi addirittura più antica di Roma.
La domanda sorge spontanea soprattutto in questi giorni, con l’annuncio del ritorno della Ford Capri, storico modello prodotto dall’Ovale Blu per 17 anni tra il 1969 e il 1986, e oggi riproposta come SUV-Coupé derivato dalla nuova Explorer EV. Si potrebbe proseguire per ore, ma non vogliamo annoiarvi: Ford Cortina, celebre in versione Lotus, e Nissan Murano per restare alle auto. E, per allargarci, il casinò Bellagio di Las Vegas, rapinato nel film “Ocean’s Eleven” da ispiratissimi George Clooney, Brad Pitt e Matt Damon per punire il demoniaco Andy García.
Autore: Mr. Limone
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