Se crossover e SUV sono da anni in cima alle preferenze dei clienti, tanto in Italia quanto nel resto d’Europa, alcune tipologie di auto si stanno allontanando sempre più dai loro gusti: si veda il caso delle berline 5 porte con dimensioni compatte, note in gergo come segmento C, che soffrono la rivalità dei modelli con la seduta alta e iniziano ad essere a rischio “taglio”, soprattutto dalle case con meno tradizione in questa fascia di mercato. E così, alcune 5 porte vanno in “pensione” senza essere sostituite: l’Alfa Romeo Giulietta è fra queste.
La Giulietta uscirà di produzione fra pochi giorni e non lascerà spazio ad un’erede, dopo che l’Alfa Romeo ha cambiato strategia per il segmento C: la casa milanese non intende abbandonare questa importante fascia di mercato, fra le principali in Europa per numero di nuove immatricolazioni, ma vuole andare in contro ai gusti dei clienti e dunque non offrirà più una berlina 5 porte, ma lancerà al suo posto il crossover Alfa Romeo Tonale, che dovrebbe esordire nell’autunno 2021 ed essere sul mercato ad inizio 2022.
E così, a pochi giorni dal “pensionamento”, ripercorriamo la storia di questo modello, che porta il nome di altre due mitiche automobili del marchio milanese: Alfa Romeo aveva utilizzato il nome Giulietta per una berlina degli Anni 50, venduta fra il 1955 e il 1960, e una degli Anni 70, sul mercato fra il 1977 e il 1985. In entrambi i casi, però, si trattava di berline 4 porte di dimensioni medie.
La terza generazione dell’Alfa Romeo Giulietta prese il posto della 147 e fu svelata alla fine del 2009, quando il segmento C si stava ampliando: nel 2011 debuttò la prima generazione della BMW Serie 1 e l’anno dopo esordì la terza serie della Mercedes Classe A, la prima con carrozzeria berlina 5 porte (in precedenza era una piccola monovolume). La Giulietta si distinse fin da subito per il look dinamico e sportiveggiante, firmato dal Centro Stile dell’Alfa Romeo (diretto dall’italiano Lorenzo Ramaciotti).
L’ispirazione stilistica arrivò dalla supercar Alfa Romeo 8C Competizione, alla quale il Centro Stile si ispirò per i fari ai lati del frontale e sviluppati verticalmente, la mascherina prominente e la bombatura al centro del cofano. La fiancata è un riuscito mix di eleganza e sportività, grazie ai vetri laterali che salgono verso il montante posteriore e alla maniglia posteriore integrata nella cornice dei finestrini, mentre il posteriore si caratterizza per il lunotto inclinato, i fari orizzontali e lo spoilerino nel portellone.
La presentazione avviene al Salone di Ginevra 2010 e per la produzione viene scelto lo stabilimento di Cassino, dove oggi nascono le uniche Alfa rimaste in gamma: Giulia e Stelvio.
La plancia riflette il dinamismo della carrozzeria ed è accattivante, grazie ai due strumenti rotondi nel cruscotto e al fascione centrale nella plancia, vagamente ispirato a quello di alcune auto da corsa del passato. A livello tecnico, la Giulietta ha il pianale a trazione anteriore condiviso con le altre compatte del Gruppo Fiat, le Fiat Bravo e Lancia Delta, ma ottimizzato per offrire un maggiore piacere di guida (qui la nostra ultima prova su strada), e motori 4 cilindri; si tratta dei benzina 1.4 da 120 CV, 170 CV e 1.8 da 235 CV e i gasolio, 2 litri, da 105 CV, 120 CV (arrivato pochi mesi dopo il lancio) e 170 CV. Il 1.4 da 170 CV fu l’unico motore offerto con il cambio robotizzato TCT a 7 marce.
Nel corso della sua “carriera”, la Giulietta non ha ricevuto un vero e proprio restyling, come avviene per tante auto della concorrenza, ma “soltanto” due lievi aggiornamenti: il primo, del 2013, ha portato con sé modifiche alla mascherina, ai fendinebbia e alla plancia, dove si poteva avere il sistema multimediale con schermo di 5” o 6,5” nella fascia centrale della plancia. Inoltre, debuttò l’evoluzione dei motori Diesel 2.0. Il secondo aggiornamento, del 2016, è concentrato nella mascherina, che perse i listelli e la cornice cromata.
Dopo una carriera di tutto rispetto e buoni risultati sul mercato, è arrivato il momento della pensione anche per lei.
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