Continuiamo a seguire la carovana Alfa Romeo alla Targa Florio, questa volta attraverso il circuito delle Madonie. A Caltavuturo la passione del collezionismo più genuino, a Castelbuono l’entusiasmo della folla e poi la mitica Floriopoli con le Tribune di Cerda. Nel nostro racconto anche l’intervista a Ciccio Shoes, un personaggio mitico.
In questo aprile più fresco che mite, la Sicilia regala panorami straordinariamente verdi lungo il circuito delle Madonie, le strade strette e tortuose da sempre teatro della Targa Florio. Proprio per le difficoltà insite nella durezza del tracciato, la “cursa” entrò da subito nella leggenda: nei primi anni anche solo completarla significava compiere un’impresa titanica.
Nel corso delle cento scorse edizioni, si sono alternati tre diversi circuiti, di diversa lunghezza, che toccavano luoghi divenuti simbolo e autentico cuore pulsante della Targa Florio. Strade lungo le quali il pubblico si assiepava creando ali di folla che rendevano estremamente difficile per i piloti trovare le traiettorie più veloci. La Targa Florio Classica è partita dal Museo dei Motori e dei Meccanismi di Palermo, e ha attraversato Caltavuturo, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Geraci Siculo, Castelbuono con sosta al Chiostro di San Francesco, quindi le prove a Campofelice di Roccella, la mitica Floriopoli con le Tribune di Cerda, Termini Imerese e infine Trabia. 305 chilometri davvero emozionanti.
È straordinaria la varietà di paesaggi che è possibile ammirare seguendo la “cursa”: dall’affollato litorale alla quiete del Parco Regionale delle Madonie. In questi giorni il silenzio delle colline e delle vette è interrotto soltanto dal rombo dei motori: uno dei più caratteristici è quello del bialbero dell’Alfa Romeo Giulia Sprint Speciale.
La Giulia Sprint Speciale è una delle vetture Alfa Romeo alla Targa Florio. L’auto rappresenta l’evoluzione – con il motore bialbero da 1.600 cc – dell’omonima versione della Giulietta, disegnata da Franco Scaglione per la carrozzeria Bertone sul telaio a passo corto della vettura. Si tratta di una delle sue opere più suggestive: lunga e larga, addirittura più della berlina, la Giulietta Sprint Speciale è un coupé estremamente basso e profilato, caratterizzato da linee tonde e sinuose. L’assenza di paraurti e la grande calandra a bocca di squalo ne fecero subito una dream car. Ma dietro al design molto ricercato si nasconde un profondo studio aerodinamico, testimoniato dal frontale basso e da una pronunciata coda tronca. Le prestazioni sono di tutto rispetto: il motore anteriore longitudinale da 1570 cm3 eroga 113 CV e consente alla Giulia SS di raggiungere i 191 km/h.
Sovrastato dal monte “Rocca di Sciara”, Caltavuturo è un centro nato come antica roccaforte in periodo presumibilmente bizantino. I suoi 4.000 abitanti attendono con grande trepidazione ogni anno il passaggio della Targa Florio, animati da una passione che rende la partenza della gara un’autentica festa. Il cuore delle Madonie è davvero il cuore della Targa Florio, e un abitante di Caltavuturo è l’esempio vivente della passione per i motori: si tratta di Gioacchino Vercio. Dopo una fortunata esperienza di emigrazione in Germania, dove lavorava come meccanico e carrozziere, ha costruito a Caltavuturo una grande rimessa dove conserva rari e preziosi esemplari di Alfa Romeo che restaura personalmente, con cura artigianale. Una SZ è la sua preferita, mostra con orgoglio una 2000 Bertone e a bordo di una Giulietta Sprint ha corso per 25 anni in tutta Europa. Quante Alfa Romeo possiede? Bisognerebbe fermarsi a contarle tutte, e il suo sogno è aprire al pubblico il suo personale museo.
Castelbuono è il centro più importante delle Madonie, in una posizione incantevole tra antichi boschi di frassini e castagni: qui ha luogo la sosta per il ristoro, e i piloti godono anche dell’affetto del pubblico che ha affrontato le ripide salite cittadine per accogliere le vetture in piazza San Francesco.
Cerda è da sempre una tappa della “cursa”. Il tracciato Tribune di Floriopoli – Cerda paese – Caltavuturo – Scillato – Collesano – Campofelice di Roccella – Tribune di Floriopoli per complessivi 72 km da percorrere undici volte agli inizi non era asfaltato e in alcuni punti era ai limiti della praticabilità. Per le prime edizioni la partenza e l’arrivo vennero stabiliti sul rettilineo di Buonfornello, e solo in un secondo momento Vincenzo Florio fece allestire tribune e box all’inizio della SS 120 dell’Etna, a pochi chilometri dall’abitato di Cerda.
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