Una chicca ci ha colpiti all’interno del nuovo Heritage HUB, lo spazio, a Torino, inaugurato da FCA per valorizzare il suo grande patrimonio, con più di 250 vetture esposte nell’ex Officina 81 di via Plava. Tra le tante Fiat, Lancia, Abarth e Alfa Romeo esposte, proprio una di queste ha catturato la nostra attenzione, e non proprio una vettura qualsiasi: trattasi dell’ Alfa Romeo 4C Quadrifoglio, il modello del Biscione che non ha mai visto la luce.
Il gruppo di Facebook Alfattitude, che ringraziamo, ha diffuso una serie di foto che non lasciano spazio all’immaginazione. Ancora non capiamo perché la 4C Quadrifoglio, modello ad alte prestazioni della sportiva del Biscione, non sia mai stata portata in produzione.
Chiunque potrà visitare, su prenotazione, lo spazio dedicato e vederla con i propri occhi. Quadrifoglio a parte, su entrambe le carrozzerie, sì perché sono esposte una versione coupé e una targa, colpisce la presenza di molte componenti aerodinamiche atte a migliorare la deportanza del corpo vettura.
Su Giulia e Stelvio Quadrifoglio non sono così tante ma era proprio questo l’obiettivo della 4C Quadrifoglio: andare al limite, essere al limite. Nella versione targa, poi, si notano maggiori sfoghi d’aria appena sopra il motore, sul quale possiamo ipotizzare la cavalleria, così come il diffusore, più ampio.
Il Centro Stile elaborò questi due prototipi, mai arrivati su strada, come completamento della gamma Quadrifoglio, così da affiancarli ai due modelli poi usciti sul mercato, ossia le già citate Giulia e Stelvio con l’inequivocabile quadrifoglio verde sulla carrozzeria.
Sul frontale c’è una soluzione che una certa Ferrari 488 Pista ha portato poi alla realtà: si tratta dell’S-Duct, il condotto che permette di estrarre aria e distribuirla meglio sulla parte superiore della vettura. Una soluzione che Ferrari fece debuttare, in F1, nel lontano 2008, sulla monoposto che vinse l’ultimo costruttori della Scuderia, la F2008.
Volendo viaggiare con la fantasia, perché non mettere il V6 che oggi equipaggia Giulia e Stelvio nelle loro versioni più cattive. Peccato che la monoscocca in carbonio fosse il più grande nonché unico limite a questa “pazzia”. Più probabile che là sotto si nasconda il classico 1.750 la cui potenza, vogliamo scommettere, sarebbe stata portata quanto meno a 300 CV rispetto ai 240 originali della 4C che tutti conosciamo.
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