Motorsport

Alessandro Zanardi correrà in DTM senza le protesi

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Il debutto di Alessandro Zanardi in DTM, a fine agosto a Misano Adriatico, sta assumendo contorni sempre più chiari. Il pilota vittima dell’incidente che gli costò l’amputazione delle gambe nel 2001 guiderà per la prima volta in corsa senza le sue fidate protesi, per una precisa scelta personale appoggiata in pieno da BMW.

Zanardi è già salito a bordo della M4 DTM per prendere confidenza con i nuovi comandi della vettura, sviluppati appositamente dagli ingegneri della BMW M Motorsport per permettere al pilota di comandare il freno con la mano, a differenza del passato quando era solito spingere con l’arto amputato sul classico pedale.

Lo stesso pilota bolognese ha rilasciato un’intervista interna a BMW in cui spiega le ragioni, anche dal punto di vista della sicurezza, della sua scelta in contro tendenza rispetto al suo passato corsaiolo da quel tragico giorno di settembre del 2001, quando il fato lo privò degli arti inferiori ma non della voglia di correre in pista.

Alex, perché è più comodo per te guidare senza protesi?

“A causa del modo in cui funziona il collegamento con le protesi. Rimangono ferme grazie ad una sorta di effetto vuoto e questo naturalmente non consente alcuna traspirazione. Ma gli arti servono a raffreddare il nostro corpo. La temperatura corporea si abbassa con la circolazione del sangue attraverso le nostre estremità – così quando indosso le mie protesi sono come un motore senza sistema di raffreddamento. E questo non aiuta nella cabina di guida di un’auto da corsa in cui la temperatura spesso supera il limite accettabile. “

“Quando abbiamo iniziato ad elaborare il progetto Daytona 2019 (dove Zanardi correrà la 24 ore il prossimo gennaio, ndr), ho detto agli ingegneri che questo era il principale cambiamento che avremmo dovuto realizzare. E quando mi è stato offerto di guidare al DTM a Misano, avevamo già fatto abbastanza lavoro e progressi per ritenere che guidare senza protesi avrebbe potuto addirittura migliorare le prestazioni. Il vantaggio che ottengo in questo modo, fisicamente parlando, diventa maggiore ad ogni giro. Sono quindi certo che sarà anche una scelta migliore per le due gare da un’ora con la BMW M4 DTM”.

Finora, hai camminato fino alla macchina e sei salito come ogni altro pilota. Come salirai in macchina senza le protesi?

“Entrare in macchina non è affatto un problema – anzi, al contrario, perché senza le protesi sono molto più agile sia per salire che per scendere. È dieci volte più facile per me. Non posso usare le mie protesi per nessun altro scopo se non come un punto di appoggio. Devo trascinarle in macchina usando la forza delle mie braccia con cui devo sollevare il peso di tutto il corpo. Quindi senza le protesi non ho nulla che interferisca nel movimento e inoltre ho meno peso per muovermi. Quindi sì, sono molto più agile. Il piano è arrivare alla macchina con la mia sedia a rotelle e poi saltare nell’abitacolo, ed uscirò allo stesso modo. E se per caso dovessi fermarmi lungo il circuito e dovessi uscire dalla macchina in fretta: beh, non sarà bello per quelli che guardano, ma ti assicuro che posso camminare più veloce sulle mie braccia su erba o ghiaia di come potrei con le mie protesi”.

Dato che sei più agile senza le protesi, anche l’uscita in caso di incidente sarà ancora più facile di prima?

“Esattamente. Questo non è mai stato un problema. Non solo per me ma anche per le persone che mi conoscono da molto tempo”.

Immaginiamo il caso in cui sei bloccato con la macchina nella ghiaia: esci e te ne vai sulle tue braccia?

“Sì, come ho detto, non sarà molto bello vedere qualcuno camminare in questo modo, ma in realtà sarebbe più facile per me allontanarmi dalla macchina – soprattutto nella ghiaia – sulle braccia e senza protesi di quanto sarebbe se utilizzassi le protesi. Ho già fatto questa esperienza: sono stato in grado in qualche modo di camminare sulla ghiaia con le mie protesi e senza bastone, ma non è stato facile. E la possibilità che io metta un piede in un modo sbagliato e cada è maggiore. Questo non rappresenterebbe alcun pericolo pratico, ho una lunga esperienza di “caduta”, ma ovviamente questo rallenterebbe il mio processo di fuga dalla macchina”.

“Quindi nel complesso è un’opzione migliore anche da questo punto di vista. Questo non significa che se mai decidessi di guidare di nuovo con le protesi non sarebbe sicuro. Ovviamente abbiamo preso in seria considerazione tutti gli aspetti perché non volevamo tralasciare alcuna questione relativa alla sicurezza, non solo per me stesso, o BMW, o ancora di più per altre persone, semplicemente perché è quello che devi fare quando fai cose a questo livello. E non inizieremmo questa nuova avventura se non fossimo sicuri di rispettare tutte le norme di sicurezza”.

Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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