Avevamo dato spazio anche su autoappasionati.it a una delle (tante) dichiarazioni di Akyo Toyoda, ex CEO di uno dei principali gruppi automobilistici mondiali come Toyota, in particolare quando sostenne che il mondo non ha bisogno di auto elettriche, bensì di auto ibride. Il motivo lo ricordò un anno addietro, dicendo in buona sostanza che…”penso che le elettriche avranno comunque solo una quota di mercato del 30% e pertanto non arriveranno a dominare il mercato come si vuole far credere“.
Di fondo, il nipote del fondatore di Toyota ci teneva a ricordare che il mondo, per progredire, non ha bisogno di auto che nel loro ciclo di vita non possono essere totalmente carbon free bensì di auto ibride che possono decarbonizzare più velocemente il mondo dell’auto e…il mondo in generale. Non è un caso che il brand per cui parla e commenta le vicende di mercato oggi abbia solo un’elettrica a listino (la non troppo fortunata bZ4x) e sia pronta a introdurne una seconda, il piccolo crossover Urban Cruiser appena presentato al Salone di Bruxelles.
Molti hanno dato contro a Toyoda, specie fino a due anni fa quando sembrava che l’elettrico fosse effettivamente pronto a prendere piede su larga scala vista l’enorme offensiva di prodotto che ha letteralmente inondato il mercato di modelli con poca richiesta e poca domanda. Ora che, specie dopo un 2024 deleterio per le elettriche sul Vecchio Continente, qualcuno inizia a fare spallucce mentre il buon manager giapponese gongola.
Toyota è sempre stato, per altro, il primo dei sostenitori della strategia multi-energia. Elettriche sì, per soddisfare una richiesta che è bassa in Italia e non così bassa in altri paesi, ma principalmente ibride (e Toyota ha fatto scuola credendoci fin dalla fine degli anni ’90), termiche, tra cui le famose GR che tanto fanno gola agli appassionati di guida sportiva, e le auto a idrogeno, che ora rappresentano il lumicino del mercato pur prefigurando scenari molto interessanti, specie con l’arrivo dei motori a iniezione diretta di H2.
Analizzando i 5 mercati europei si nota come la Germania, prima a spalancare le porte all’elettrico con campagne di incentivi, ha visto calare la loro quota dal 18,4% del 2023 al 13,5% del 2024. In netto contrasto le ibride, comprese le plug-in, cresciute dal 29,5% al 33,6%. Interessante anche il dato relativo alla Spagna, con le ibride cresciute dal 38,4% al 44,4% e le elettriche sono cresciute timidamente dal 5,4 al 5,6%.
Una delle regioni messe meglio sul fronte elettrico è la Gran Bretagna, che le vede salire dal 16,5% al 19,6%. E l’Italia? Bene ma non troppo, con tante ibride (43,3% considerando mild hybrid, che per la maggioranza non marciano mai a zero emissioni, tranne rari esempi come i 1.2 48V di Stellantis) e il 4,2% di elettriche, la stessa quota del 2023 e un semaforo che lampeggia di rosso.
Numeri fin troppo chiari, troppo dipendenti dalla disponibilità degli incentivi (qui andati esauriti in un giorno all’apertura della piattaforma lo scorso 3 giugno) e figli di prezzi troppo alti e di un pubblico che non si convince. Akyo Toyoda, dal Giappone, se la ride di gusto. Toyota è cresciuta del 24,55% sul mercato con 122.946 immatricolazioni e ha piazzato due modelli, ibridi (Yaris Cross e Yaris) rispettivamente al quinto e all’ottavo posto.
Sembra che i tempi siano ormai maturi per rendersi conto che non tutto è andato come si pensava. Non per questo l’elettrico è spacciato, le nuove batterie allo stato solido potrebbero realmente cambiare le cose, ma intanto oggi è vero che sono le ibride la chiave del mercato. E Toyota ride sotto i baffi che non ha…
Dati mercato: ACEA/UNRAE
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